mini ospedale_serraLa mannaia sulla sanità nelle regioni commissariate non ha prodotto danni ingenti solo in Calabria. La stessa identica situazione è vissuta in Abruzzo dove il Presidente della Regione, Gianni Chiodi, commissario ad acta per la sanità, ha predisposto un piano di rientro che ha severamente penalizzato i piccoli ospedali, considerati ‘non coerenti con i fabbisogni di prestazioni della popolazione’. Così molte strutture ospedaliere abruzzesi sono state tagliate. Tra queste quella di Tagliacozzo, in provincia di L’Aquila, che serve un bacino di 30 mila abitanti. Le similitudini con il caso dell’ex-ospedale ‘San Bruno’, sono tantissime, se si pensa che la struttura di Tagliacozzo sorge in una zona montana mal collegata

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Venerdì, 14 Settembre 2012 10:30

Soriano, intimidazione a impresa dolciaria

mini Soriano_Calabro_generaleDurante la nottata tra mercoledì e giovedì, a Soriano Calabro, nelle sede dell’azienda dolciaria Monardo, ignoti hanno fatto esplodere un ordigno a danno di un mezzo commerciale. Il furgone ha registrato ingenti danni. Gli inquirenti hanno, già dalle prime ore, ipotizzato che si tratti di un gesto di natura estorsiva.

Attestati di solidarietà sono prontamente arrivati dai vertici di Confindustria Calabria e dall’ufficio stampa dell’Assessorato regionale alle Attività Produttive'. Si tratta dell’ennesimo grave episodio intimidatorio a danno di aziende del vibonese. La criminalità organizzata, purtroppo, continua a mostrare la sua recrudescenza in un momento già economicamente difficile per la sopravvivenza delle imprese calabresi. 

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rappoccioLa lista dei consiglieri regionali calabresi finiti nel mirino della magistratura si allunga ulteriormente. Dopo il coinvolgimento di Franco Morelli nel blitz anti 'ndrangheta del novembre scorso e dopo quello di Santi Zappalà, arrestato con l'accusa di associazione mafiosa, nella mattinata odierna, i finanzieri del Nucleo di Polizia tributaria di Reggio Calabria e della Sezione di Polizia giudiziaria hanno eseguito  un'ordinanza di custodia cautelare nei confronti del consigliere regionale della Calabria Antonio Rappoccio (Pri), accusato di associazione per delinquere, truffa, peculato e corruzione elettorale aggravata.

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bersani e_casiniChe la linea di demarcazione tra i vari "partiti" politici, come quella ideologica, non costituisse più una differenza sostanziale tra gli stessi è oramai chiaro da tempo. Di conseguenza non si fa sorpresa ad alcuno se si sostiene che "non esiste più nè la Destra nè la Sinistra". Infatti, oggi, l’unica differenza tra i vari schieramenti è percepibile nei nomi, che benissimo potrebbero essere mischiati in un grande ed unico calderone, ambiziosi nel loro insieme di applicare alla luce del sole una dittatura ora solo celata.

La cosa che però fa più rabbia è l’insulto che la "politica", quella attuale, mina nei confronti dell’intelligenza umana.

A livello nazionale, la grande coalizione che sostiene il governo dei tecnici è stata ampiamente ostentata nell’appoggio incondizionato dei partiti principali del paese, Pdl, Pd e Udc, alle scelte di Monti. Ma cosa succedeva prima dell’avvento dei tecnici?

Il Pdl, troncato del fondatore Fini ma forte della sua maggioranza con la Lega aggrappata alla tetta del Federalismo, portava avanti il suo show, "ostacolato" (se così è giusto dire), da Pd, Udc (altro ex alleato) Idv e quant’altri, tutti accomunati dall’antiberlusconismo ma poco interessati al bene del Paese.

Alle elezioni regionali del 28 e 29 marzo 2012, l’Udc vibonese sostiene Giuseppe Scopelliti (Pdl), presentando come candidato l’imprenditore Francescantonio Stillitani, altro stinco di santo, impegnato politicamente a levare i sigilli del suo futuro centro commerciale (socio Plumeria) costruito con l’ausilio della bacchetta magica all’entrata dell’imbuto autostradale di Pizzo, sotto il cavalcavia ferroviario e sulla valle del lago Angitola… non usciamo fuori tema.

Quindi, si registra già da subito un’incongruenza tra politica locale e nazionale… ma cosa importa, sono i numeri che contano. Nel frattempo, in casa Pdl, Maria Limardo, scontenta della vittoria di Nazzareno Salerno (suo collega di partito), lascia la compagine berlusconiana per passare a Fli. E se invece avesse vinto? Il fatto è che si cerca sempre lo scranno più alto e nel Pdl la Limardo s’è vista fuggire la possibilità di scalata. Ma forse il rammarico della stessa fu quello di aver perso al fianco di un politico ormai al tramonto, risorto solo con i "voti" che note intercettazioni telefoniche attesterebbero. Si ricorda che alla presentazione dei candidati del Pdl alla Regione, il coordinatore provinciale Valerio Grillo parlava così dei suoi uomini (Crupi compreso): «Persone di primissima qualità, per i quali rivendichiamo il primato della legalità, dell’onestà e della trasparenza, che con l’impegno hanno lasciato, nella nostra provincia, un segno significativo della loro presenza». Sicuramente Stillitani avrebbe preferito la Limardo a Salerno, ma non si può avere tutto e in una volta. E poi, non dimentichiamo che lo stesso Salerno fu al fianco di Casini nel fu Ccd.

Stillitani nel frattempo diventa assessore al lavoro, formazione professionale e politiche sociali, niente male per un indagato per abusivismo edilizio. Col suo potere e la sua "credibilità" comincia a fare un lavoro certosino, reclutando una miriade di giovani che credono nel suo savoir faire. Nascono sezioni (fantasma) Udc su tutto il territorio provinciale. Vengono organizzati convegni attraverso i quali l’assessore lancia fumo negli occhi sventolando i primi bandi regionali che portano la sua firma mentre a palazzo Campanella si decide la fine della Sanità calabrese.

A Serra San Bruno per esempio, i rappresentanti del partito di centro, finiti in liste diverse alle ultime amministrative, gridavano, ognuno da parte loro, lo stretto rapporto con l’assessore Stillitani, decretando però una spaccatura del partito a livello comunale: con due rappresentanti, Antonio Andreacchi e Pisani Davide, finiti nella lista "Al lavoro per il cambiamento" (con candidato a sindaco Mirko Tassone esponente della lista "Scopelliti Presidente" ex Pdl) e con uno, Biagio Vavalà, nella lista "La Serra" (con candidato a sindaco Giuseppe Raffele, allora in rottura col Pd, passato da poco nelle file dell’Udc).

Udc dappertutto, in accordo con tutti ma sempre più diviso al proprio interno. E la divisione si fa ancora più interessante quando decide di spostarsi all’interno del partito centrista un altro "colosso" della politica provinciale e regionale, Ottavio Gaetano Bruni, eletto al Consiglio Regionale sotto il simbolo di Autonomia e Diritti. Uno stile che oramai non scandalizza più nessuno, nemmeno l’elettorato gregge, che dopo aver votato per un candidato, da una parte lo vede passare all’altra.

Questo passaggio causa una nuova spaccatura all’interno delle sezioni Udc locali. Ad esempio, a Capistrano, il giovane esponente di Autonomia e Diritti Marco Martino, fedele a Bruni, comunica il suo passaggio all’Udc. Alle ultime amministrative di Capistrano si ripete dunque ciò che è successo a Serra: Martino sostiene l’ex sindaco e consigliere provinciale Renato Arone (eletto alla Provincia sotto il simbolo del Pd, passato dopo le elezioni regionali al gruppo consiliare "Scopelliti Presidente", e non lontano da un salto nell’Udc) mentre l’altro esponente locale, Domenico Mesiano, si ricandida a sostegno del sindaco uscente Caputo, che riconferma nella squadra i pidiellini Manduca e Potami.

Comunque, nonostante le spaccature locali, l’Udc continua a crescere a vista d’occhio, ma questa volta sono 2 i leader e non più 1, e, nonostante i malumori e le paure di Stillitani, non si può certo dire di no a Bruni. Due uomini così, pur rivali nella leadership possono però spartirsi belle fette della torta. Che ne so, tra i due per esempio può esserci stato un discorso del tipo "Facciamo crescere il partito, prendiamo reclute in ogni dove, a destra a manca, sopra, sotto… la posta in gioco potrebbe essere la presidenza della provincia e il parlamento…". Ipotesi? Bah! E se così fosse, con i giorni contati della provincia di Vibo, cosa succederà nel futuro prossimo?

Il partitino di Casini ha preso una rampa di lancio che dalla vetta rischia di finire nuovamente a valle per mano dei suoi stessi vertici. E ce ne sarebbero politici attualmente intenzionati ad entrare nell’Udc, a conferma del fatto che Pd e Pdl sono oramai snobbati da tutti, giustamente.

Ad esempio, il passaggio di Raffaele Lo Iacono, ex sindaco di Serra, nel Mpa, appare a mio avviso una scelta alquanto forzata, e il non passaggio all’Udc è stato magari ponderato forse per il ritaglio di una certa rilevanza all’interno di un gruppo e per non tenere inutili contropiedi all’amico Giuseppe Raffele.

Altro esempio, pur avendo sostenuto di abbandonare la politica attiva, se ce ne fossero i presupposti, la leadership regionale nell’Udc potrebbe vedere l’arrivo di Loiero, completamente lontano dal Pd e dal suo caro ed innocente amico Adamo. Ma i cani all’osso sono troppi e non conviene più. Meglio essere opinionisti del Quotidiano.

In ultimo, ci mancava il connubio tra il consigliere regionale del Pd Bruno Censore, e il capogruppo dell’Udc alla Regione Alfonso Dattolo. Matrimonio annunciato sabato scorso a Serra San Bruno alla chiusura della 2 giorni di incontri organizzati dal Pd locale. Ma Censore (l’amministrazione comunale guidata da Lo Iacono insegna) non è nuovo a questi sodalizi trasversali.

E chi più ne ha più ne metta…

Alla fine dei conti, tutti gli altri come si comporteranno: corrente Bruni o corrente Stillitani? Iconio Massara (segretario provinciale del partito di Casini) tra gli screzi vibonesi avviati in seno al Comune e la Babilonia provinciale, avrà un bel da fare per tenere a bada tutti gli umori. E a quale prezzo?!

Siete d’accordo o no che la politica, per come praticata oggi, è veramente un’offesa all’intelligenza dell’essere umano?

 

 

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iniziativa pdSERRA SAN BRUNO - Sarà Peppe Baldessarro, giornalista del «Quotidiano» e collaboratore de «La Repubblica», ad aprire la due giorni di festa che il circolo locale del Pd ha organizzato per il 17 ed il 18 agosto, in piazza Monumento. Venerdì prossimo, in particolare, Baldessarro presenterà il suo libro sul Caso Fallara, la dirigente del Comune di Reggio morta due anni fa dopo aver ingerito dell'acido muriatico. Oltre al noto giornalista, interverranno anche Luigi Tassone, segretario provinciale dei Giovani Democratici, Raffaele Pisani, componente del direttivo locale del Pd, Rosanna Federico, consigliere comunale, Mario Valente, segretario regionale Gd e Antonino Castorina, della segreteria nazionale Gd. Modererà il dibattito Paolo Reitano, coordinatore locale dei democrat. Ci sarà, inoltre, la partecipazione di dirigenti e iscritti del Pd e dei Gd. Il 18 agosto, invece, alle ore 19 e 30 è previsto un altro dibattito, dal titolo: «L' appennino calabrese: risorsa per lo sviluppo della regione». Introdurrà il tutto Domenico Dominelli, dirigente locale del Partito democratico, già assessore provinciale. Interverranno: Ferdinando Aiello, consigliere regionale di Sel, Bruno Censore, consigliere regionale del Partito democratico e Alfonso Dattolo, capogruppo dell'Udc a palazzo Campanella. Modera il giornalista Gregorio Corigliano. Nella mattinata di sabato, intanto, i vertici locali del Pd hanno incontrato la stampa, spiegando in sintesi qual è il senso dell'iniziativa. Secondo Paolo Reitano «è necessario diffondere la cultura della legalità, dell'etica e della morale, soprattutto tra i giovani». Dominelli, invece, si è soffermato in particolare sulle tante difficoltà che sta attraversando il nostro territorio e sul ruolo che la politica dovrebbe assumere per «riacquistare quella credibilità persa negli ultimi anni». Maria Rosaria Franzè, dal canto suo, è convinta che il Pd serrese sia un «circolo attivo» che sta «lavorando per il rilancio dell'intero del territorio». A giudizio di Rosanna Federico, rappresentante democrat nell'assise cittadina, in questo momento è quanto mai «doveroso» occuparsi di temi quali la «legalità» e tutti quei principi sui quali il Pd intende «investire» e «portare avanti».  Luigi Tassone, infine, ha evidenziato il ruolo dei Giovani Democratici, soprattutto a livello locale, annunciando altresì che in autunno si terrà il congresso della giovanile del Pd, che avrà il compito di individuare i quadri dirigenti.

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mini consiglio_prov._21_dic_2011Riceviamo e pubblichiamo:

 

IL CONSIGLIO PROVINCIALE

VISTO :

L’art. 17 del DL n.95/2012 pubblicato sulla G.U. n. 156 del 6 luglio 2012 recante disposizioni urgenti, noto come “spending review”, concernente anche la soppressione e razionalizzazione delle Province e delle loro funzioni;

CONSIDERATO:

CHE il comma 1 del suddetto articolo 17 prevede “al fine  di contribuire al conseguimento degli obiettivi di finanza pubblica imposti dagli obblighi europei necessari al raggiungimento del pareggio di bilancio le Province sono soppresse o accorpate sulla base dei criteri e secondo la procedura di cui i commi 2 e 3”; che al comma 2 prevede “l’individuazione di criteri per la riduzione e l’accorpamento delle province da individuarsi nella dimensione territoriale e nella popolazione residente in ciascuna provincia”; e “fatte salve le province nel cui territorio si trova il comune capoluogo di regione” e fatte salve altresì “ le province confinanti solo con province di regioni diverse da quelle di appartenenza e con una delle province di cui all’art. 18 comma 1” le cosiddette Città Metropolitane;

CHE non è possibile effettuare questa menomazione attraverso un decreto legge. Il Governo è infatti intervenuto con decreto legge su una materia che è sottratta alla sua disponibilità. L’art.14 della legge 23 agosto 1988, n. 400, ha chiarito infatti che non possono essere oggetto di decretazione d’urgenza da parte del Governo le materie previste dall’articolo 72, comma 4, ella costituzione, tra le quali sono incluse le norme di carattere costituzionale o elettorale;

CHE la strada per ridurre la spesa pubblica e risanare il Paese non passa attraverso la emanazione di decreti incongrui e caratterizzati da evidenti difficoltà applicative, ma deve realizzarsi grazie ad un’opera di razionalizzazione delle funzioni delle Province. Soluzioni drastiche come quelle emanate infatti produrranno l’unico risultato di generare confusione e gettare nel caos le amministrazioni territoriali, di causare disservizi per la mancata disciplina della fase transitoria e, paradossalmente, di aumentare la spesa pubblica, come rilevato dalle competenti Commissioni Parlamentari e da uno specifico studio commissionato dall’UPI e condotto dall’Università Bocconi;

CHE viceversa occorre profondere ogni convergente e razionale sforzo per rendere il sistema delle Autonomie Locali più efficiente e per migliorare la qualità dei servizi pubblici erogati ai cittadini in aderenza ai principi della Carta Costituzionale e dalle sollecitazioni pervenute dal Consiglio d’Europa; 

CHE, di contro, i territori a rischio soppressione verrebbero privati di  essenziali e decisivi presidi di democrazia, di sicurezza e di lavoro (Prefettura, Questura, Comandi provinciali di Carabinieri, Guardia di Finanza, Cfs, Vigili del Fuoco, Asp, Direzione provinciale del Lavoro, Uff. Scolastico Provinciale, Ragioneria provinciale dello Stato, Agenzie delle Entrate, Agenzia provinciale Poste Italiane, Motorizzazione Civile, PRA, Camera di Commercio, Uffici provinciali Inps ed Inail, Aci, Croce Rossa Italiana, Ordini e Collegi professionali, sezioni provinciali associative ed altro) ;

CHE i comuni della Provincia di Vibo Valentia, attenendosi al principio dell’autodeterminazione previsto dalle norme costituzionali - così come recita l’articolo 133,1°c., della Costituzione “il mutamento delle circoscrizioni provinciali e l’istituzione di nuove province nell’ambito di una Regione sono stabiliti con legge della Repubblica, su iniziative dei comuni sentita la stessa Regione”- chiesero ed ottennero dal Consiglio Regionale della Calabria il previsto parere che venne espresso all’unanimità;

CHE la situazione di oggettiva emergenza in materia di ordine pubblico, sviluppo infrastrutturale e dell’assistenza sociosanitaria dei territori di riferimento, ben presente ai vertici istituzionali di Governo mette a rischio la stessa tenuta democratica e sociale delle nostre Comunità;

ATTESO:

CHE il Consiglio provinciale unitamente al Consiglio comunale di Vibo Valentia, aperto alla partecipazione di tutte le rappresentanze istituzionali, economiche, sociali, nonché alla forte e motivata presa di posizione del mondo produttivo e del lavoro, rappresentata da Confindustria, dalle Organizzazioni sindacali e dell’associazionismo, si oppongono fermamente alla paventata soppressione  (per accorpamento) delle Province calabresi di Vibo Valentia e Crotone;

CHE analoga volontà è stata espressa nella lettera congiunta che i gruppi consiliari, di maggioranza e di minoranza, in seno al Consiglio regionale, hanno inviato al presidente della Giunta regionale, affinché, così come avvenuto in altre regioni, si faccia promotore di ogni necessaria iniziativa a sostegno delle legittime richieste di difesa delle istituzioni provinciali di Vibo Valentia e Crotone;

CHE, condivisibile risulta l’avvertita esigenza di una riflessione più generale sull’assetto istituzionale della Nazione, ricomprendente anche, l’articolazione degli Enti territoriali;

CHE in tale prospettiva, scevra da condizionamenti emergenziali di carattere esclusivamente economicistico, occorre avviare il confronto all’interno delle istituzioni parlamentari ed elettive;

CHE, parimenti, risultano inammissibili le pressioni azionate da settori economici ed editoriali, ai quali sicuramente sfugge la complessità ed una visione organica d’insieme che è connaturata all’assolvimento di compiti e funzioni di governo democratico del Paese, ispirato e regolato dai principi costituzionali:

CHE, invero, la previsione contenuta nell’art. 17 del cennato decreto legge si palesa in evidente violazione con quanto disposto dall’art. 133 della Costituzione italiana, il quale nulla disponendo in ordine alla soppressione di province, disciplina esclusivamente le ipotesi di Istituzione di nuove Province e di modifica di quelle esistenti, peraltro prescrivendo un procedimento legislativo aggravato dall’iniziativa comunale e dal coinvolgimento della Regione interessata;

CHE la soppressione delle Province di Vibo Valentia e Crotone costituirebbe un evidente depauperamento per l’intera Calabria, oltre a disarticolare un condiviso e consolidato equilibrio istituzionale e geografico, già recepito in tutti gli strumenti legislativi e di programmazione regionali, nazionali e comunitari;

CHE la Regione Calabria è chiamata a difendere le sue scelte e gli interessi delle sue comunità ed in tale prospettiva deve impegnare e mobilitare le rappresentanze parlamentari espressione dell’intero territorio regionale, “senza vincolo di mandato”, perché svolgano ogni utile iniziativa in difesa delle province di Crotone e Vibo Valentia, contrapponendosi ad ogni scelta che comporta la soppressione delle due province calabresi;

IL CONSIGLIO PROVINCIALE

CHIEDE sin d’ora, che nella denegata ipotesi in cui, malgrado tutte le iniziative che saranno intraprese dalla Regione Calabria, dalle Province e dai Comuni interessati in difesa delle Province di Vibo Valentia e Crotone dovesse essere convertito in legge il richiamato decreto, la Regione Calabria si impegni attraverso il presidente e la giunta regionale ad impugnare dinanzi la Corte Costituzionale con giudizio in via principale, il più volte menzionato art. 17 nella parte in cui prevede l’accorpamento e/o la soppressione e/o la razionalizzazione delle Province e delle loro funzioni;

CHIEDE, altresì:

  1. a)Al Governo della Regione Calabria, in vista dell’udienza pubblica fissata per il prossimo 6 novembre dinanzi alla Corte costituzionale, di valutare l’opportunità di presentare un intervento di tipo adesivo-dipendente nei giudizi promossi dinanzi a quest’ultima dalle Regioni Lombardia, Campania, Piemonte, Lazio, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Sardegna sull’art. 23 del c.d. decreto “Salva Italia”;
  2. b)Alla Deputazione Parlamentare calabrese di rappresentate con forza le aspettative delle popolazioni e dei territori ricadenti nelle province di Vibo Valentia e Crotone che di fronte alle legittime aspettative di crescita e sviluppo capaci di colmare atavici ritardi non accettano l’ennesima decisione, penalizzante quanto demagogica, frutto di decisioni verticistiche e populistiche ed incapace di incidere realmente sul pur condivisibile processo di contenimento della spesa pubblica
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camera commercio reggio calabria

Riceviamo e pubblichiamo

Lunedì 16 luglio nel salone della Camera di commercio di Reggio Calabria saranno premiate le eccellenze turistiche del territorio – alberghi, ristoranti, agriturismo, bed&breakfast, stabilimenti balneari – con l’attribuzione dei marchi “Ospitalità Italiana” e “Tradizioni Reggine. Saperi e sapori in tavola”. Alla consegna dei certificati saranno presenti: Lucio Dattola, presidente della Camera di commercio; Antonio Caridi, assessore regionale alle attività produttive; Raffaele Rio, direttore generale del dipartimento regionale Turismo, Beni Culturali, Sport e Spettacolo, Politiche Giovanili;Elena Di Raco e Lucrezia Balducci, rispettivamente responsabile del dipartimento Ricerca e ricercatrice dell’Istituto nazionale ricerche turistiche, che presenteranno i dati del Rapporto annualesullo scenario turistico provinciale realizzato dall’ente reggino e Isnart.
Il marchio “Ospitalità Italiana” è diffuso e promosso a livello nazionale e internazionale dall’Isnart in collaborazione con le Camere di commercio Italiane. È conferito alle aziende che hanno scelto la qualità come valore e come strategia per migliorare la propria competitività e che, ogni anno, si sottopongono a scrupolose valutazioni sul livello di qualità dei servizi offerti. Il marchio è un’importante garanzia non solo per il turista, ma anche per le stesse aziende che aderiscono all’iniziativa.
Il marchio “Tradizioni Reggine. Saperi e sapori in tavola” è riconosciuto dall’ente camerale reggino alle imprese di ristorazione che offrono una enogastronomia di qualità che utilizza prodotti tipici del territorio.

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Mercoledì, 04 Luglio 2012 17:10

Flai Cgil Vibo: forestali senza stipendio

mini regione-Calabria-1MONGIANA – A finire nel mirino di Battista Platì, Segretario Generale Flai-Cgil Vibo Valentia sono il Presidente della Giunta Regionale Giuseppe Scopelliti, l’Assessore al bilancio On.Mancini, l’A.Fo.R., il Dipartimento alla Forestazione e il competente Assessore Regionale On. Trematerra, i quali ancora una volta, secondo quanto afferma il sindacalista «stanno disattendendo i molteplici impegni presi con i sindacati di categoria e i lavoratori, per l’ennesima volta quanto faticosamente concordato è disatteso, esponendo i lavoratori a causa delle solite lungaggini burocratiche, con il solito scarica barile della responsabilità, interi nuclei familiari mono reddito,non vedono arrivare le loro giuste spettanze,ponendoli in condizioni di estrema precarietà ha causa della mancanza di una data certa della loro paga». La FLAI-CGIL di Vibo Valentia attraverso il Segretario Generale Battista Platì, vuole stigmatizzare il mancato pagamento dei forestali «a tutt’oggi, infatti, non è stato erogato il salario della mensilità di Maggio e della quattordicesima

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mini pitagoraMIDProsegue il progetto ‘PitagoraMundus’: un programma di cooperazione internazionale che già nel 2011 ha consentito a 140 studenti di nazionalità egiziana di studiare in Calabria all’istituto tecnico di Fuscaldo. Dal settembre prossimo agli studenti ospiti dell’istituto cosentino, se ne uniranno altri 210, tutti vincitori di borsa di studio, che seguiranno un percorso formativo di 5 anni finalizzato al rilascio delle relative qualifiche professionali, riconosciute nel mercato del lavoro nazionale e comunitario. Il progetto, promosso dall’ambasciata Egiziana, dalla Regione Calabria in collaborazione con l'Ufficio scolastico regionale e con l'Iscapi, per l’anno scolastico 2012/2013, rappresenta un ponte socio-economico-culturale importante fra la nostra regione e lo Stato del nord Africa, un punto d’unione per due realtà mediterranee.

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mini intitolazione_v._gambinoSERRA SAN BRUNO – E’ stata intitolata a Vinicio Gambino, storico  Direttore Didattico, nonchè scrittore, scomparso nel 2010, l’Aula Magna della Direzione Didattica Statale della scuola "Azaria Tedeschi" di Serra San Bruno. L'incontro è stato moderato dal dirigente scolastico Tonino Ceravolo e ha visto la partecipazione del sindaco di Serra Bruno Rosi, di Giuseppe De Raffele (Presidente del consiglio di circolo e presidente del consiglio comunale), di Giuseppe Mirarchi (Dirigente Vicario Uff. Scolastico Regionale della Calabria), di Giacomo Cartella (Dirigente Ambito Territoriale Provinciale di Vibo Valentia), di Francesco Scopacasa (Presidente Regionale ANP), di Francesco Gambino (D.s.g.a.) e fratello del compianto ex direttore. Vinicio Gambino, oltre ad essere stato un valido direttore didattico della scuola elementare serrese è stato ricordato anche per essere fratello del celebre scrittore Sharo Gambino da cui ha acquisito l’interesse per la letteratura e la storia locale. Poco prima della sua morte, infatti, Vinicio Gambino ha pubblicato una serie di racconti grazie ai quali ha dato voce a quei personaggi che hanno vissuto l’interezza della loro vita all’ombra dei vicoli serresi, una vita passata ad imbrunire sull’uscio di una povera stanza che ha trovato la sua  trasposizione una bella pagina di letteratura calabrese. «Una figura poliedrica dal lavoro meticoloso», cosi lo ha ricordato il dirigente scolastico Tonino Ceravolo che ha aggiunto «le cose che conosco e quelle che non conosco le devo a lui, il ricordo di Vinicio Gambino è tutt’ora vivo e sedimenta nel profondo del cuore». Il sindaco di Serra, dal canto suo ha sottolineato come dopo lo scrittore Sharo la famiglia Gambino «ha fatto dono anche di Vinicio che è stato un pilastro della scuola e per questo un ringraziamento particolare va a questa famiglia che ha dato lustro alla nostra cittadina». Il Dirigente Ambito Territoriale Provinciale di Vibo Valentia, Giacomo Cartella, ha definito Vinicio Gambino «uomo di grande spessore» mentre il Presidente del consiglio di circolo e presidente del consiglio comunale Giuseppe De Raffele ha sottolineato come l’intitolazione a Vinicio Gambino dell’aula magna della scuola “Azaria Tedeschi” sia stato «un atto doveroso frutto di senso della responsabilità nei confronti di chi è stato uno storico direttore didattico e nel contempo un simbolo di cultura e profonda umanità». Nel corso della cerimonia un percorso fotografico ha mostrato, attraverso delle proiezioni, le tappe fondamentali della vicenda umana, culturale e professionale del compianto Vinicio Gambino.

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