mini dinamiDi seguito il comunicato stampa diffuso dal capitano Stefano Esposito Vangone, comandante della Compagnia dell'Arma dei carabinieri di Serra San Bruno:

È di questa mattina l’intervento operato dai Carabinieri del Comando Stazione di Dinami che, liberi dal servizio, hanno fermato e successivamente tratto in arresto COCEA Nicosur Marius nato in Romania il 28.04.1987, latitante romeno con una condanna di tre anni da espiare per una serie di furti aggravati e reiterati commessi in Romania tra il settembre 2006 ed il maggio 2007.

Era da poco giunto nella cittadina di Dinami, quando tre carabinieri liberi dal servizio, scorgendo l’anonimo volto del Cocea aggirarsi indisturbato per il paese, hanno ritenuto opportuno procedere al suo controllo all’interno di un bar, mentre lo stesso aveva iniziato a sorseggiare un caffè.

Il nervosismo e lo stato di evidente agitazione del Cocea, certamente non imputabili alla caffeina, hanno da subito destato sospetto e suscitato interesse nei militari che, a seguito di interrogazione alla banca dati, ne hanno acclarato lo stato di latitanza.

Espressioni di plauso sono state rivolte ai Carabinieri anche dalle forze dell’ordine romene che da 5 anni stavano indagando sul suo conto. Prima di essere tradotto in carcere, il Cocea, incredulo, come in un romanzo di Conan Doyle, ha chiesto di poter almeno finire il suo caffè.

Legione Carabinieri “Calabria”

Comando Provinciale di Vibo Valentia

Compagnia Carabinieri di Serra San Bruno

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mini SIMBARIO_1SIMBARIO -A seguito degli enormi problemi derivati dalla tormenta di neve che ha interessato nei giorni scorsi il territorio delle Serre, il sindaco di Simbario, Francesco Andreacchi, fa il punto su quanto fatto dall’amministrazione comunale per gestire l’emergenza. «Passata l’emergenza ci avviamo lentamente ad una situazione meteorologica normale per la stagione in corso e desidero pertanto rivolgere un primo e sincero ringraziamento a tutti coloro che in questi giorni si sono prodigati al massimo delle loro forze per far fronte con ogni mezzo all’emergenza neve. La macchina organizzativa ha funzionato, per merito dei volontari e dei cittadini tutti». Dal 7 febbraio scorso, primo giorno in cui le precipitazioni nevose hanno cominciato a preoccupare gli abitanti dei comuni montani, Andreacchi fa presente che a supporto dei cittadini «è stato attivato il Centro Operativo Comunale, con numeri di telefono sempre disponibili, è stata allertata la Prefettura,

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mini neve_Serra_camion_soricalE’ giunto l'Esercito per sbloccare la situazione che si è venuta a creare a Serra San Bruno e nel comprensorio delle serre a causa dell’eccezionale nevicata che da 3 giorni ha ricoperto la cittadina bruniana sotto una coltre di oltre 80 centimetri di manto bianco. Le scuole rimarranno chiuse fino a sabato e riapriranno quindi lunedì prossimo. E’ stata ripristinata l’energia elettrica la cui mancanza ha determinato l’interruzione del servizio di acqua potabile fornito dalla Sorical mediante l’invaso dell’Alaco anche se nel corso del pomeriggio di oggi in alcune zone di Serra, l’acqua è nuovamente tornata a mancare. I disagi maggiori si sono avuti soprattutto nella zona di Fabrizia, Mongiana e Nardodipace, sepolti sotto un metro e mezzo di neve. Anche in questi luoghi è giunto l’esercito e l’energia elettrica è stata ripristinata fatta eccezione per la zona alta di Mongiana dove ancora cinque nuclei familiari sono al buio. Al momento sono in azione gli spazzaneve della Provincia. Nella cittadina bruniana la situazione è lievemente migliorata sin dal pomeriggio di ieri: alcune delle strade principali sono state liberate con mezzi comunali,

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mini piscina_serraSERRA SAN BRUNO - La piscina comunale sita in via San Brunone di Colonia è chiusa da da diverso tempo ma i tanti utenti del servizio non hanno alcuna informazione sul perchè la struttura non riapre e sulle future intenzioni dell'amministrazione comunale e dell'azienda, la Cogeis, che gestisce l'impianto polisportivo alla luce del contratto stipulato con il comune quando era in carica la giunta Lo Iacono. Il consigliere comunale del Pd Rosanna Federico ha presentato un'interrogazione per conoscere i motivi della chiusura della struttura e le future intenzioni dell'amministrazione in proposito. La discussione sulla piscina era già emersa in Consiglio comunale, con la polemica sul peso finanziario del servizio per le casse comunali che, da contratto, devono garantire una parte dei costi per il funzionamento della struttura. Di seguito l'interrogazione del consigliere Federico.

Al Presidente del Consiglio Comunale di Serra San Bruno

INTERROGAZIONE

IN MERITO AL FUNZIONAMENTO E GESTIONE DELLA PISCINA COMUNALE

Premesso che:

  • la piscina comunale svolge un ruolo preponderante in ordine all’offerta di servizi sportivi nel nostro territorio;
  • esso garantisce inoltre lo svolgimento di attività di  recupero fisico-motorio per soggetti che ne necessitano;
  • lo stesso impianto rappresenta, senza dubbio, un importante luogo di aggregazione sociale per i cittadini residenti nel nostro Comune e per quelli dei Comuni limitrofi;
  • da diverse settimane la piscina è chiusa e ciò sta impedendo a numerosi utenti, regolarmente iscritti, di poter usufruire legittimamente dell’impianto sportivo;

Per sapere:

- per quali motivi la piscina comunale di Serra San Bruno non abbia ancora ripreso le proprie attività;

- se l’amministrazione comunale ha provveduto ad interrogare la società preposta alla gestione ed a sollecitare la riapertura dell’impianto;

- quali azioni verranno poste in essere dall’amministrazione comunale a fronte dei disagi subiti dagli iscritti;

- quali azioni verranno poste in essere dall’amministrazione per garantire la continuità del servizio offerto;

- quali sono le reali intenzioni in ordine alla futura gestione dell’impianto;

- se l’amministrazione comunale di Serra San Bruno ha valutato, o intende valutare, la possibilità di dotare l’impianto sportivo di un sistema di produzione di energia da fonte rinnovabile onde consentire una riduzione dei costi a carico dell’Ente e garantire il perdurare del servizio ai cittadini.

Rosanna Federico Consigliere Comunale del Partito Democratico

Serra San Bruno, 02.02.2012                                  

       

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mini 260px-Simbolo_Rifondazione_creato_con_Paint.netRiceviamo e pubblichiamo

"Sono trascorsi otto mesi da quando l’attuale amministrazione comunale di centrodestra, guidata dal sindaco, Bruno Rosi, ha vinto le elezioni per il rinnovo del consiglio comunale. Ed in questi otto mesi di governo, la coppia formata da Rosi – Salerno, ha disatteso gli impegni presi in campagna elettorale. Pur essendo coscienti e consapevoli del fatto che, in meno di un anno, è difficile risolvere le problematiche presenti in città, il primo cittadino dovrebbe rendersi conto che, la sua maggioranza, non sta facendo alcunché per migliorare l’immagine della nostra cittadina. Anzi, i problemi piuttosto che diminuire, aumentano di giorno in giorno. E non è necessario vivere nei palazzi del potere per rendersi conto del fallimento di questa amministrazione comunale. Basterebbe soltanto vivere il quotidiano per capire che le tante difficoltà già presenti in passato (acqua, rifiuti, randagismo, tanto per citarne qualcuno) ad oggi permangono e, in alcuni settori, si sta addirittura facendo passi indietro. Ma andiamo al dunque. Con una delibera datata mercoledì  11 gennaio, il Comune avrebbe rinunciato ai giudizi pendenti con la Sorical (la società che gestisce gli acquedotti calabresi) in cambio di uno sconto di 30mila euro sui debiti. Il Comune, infatti, sarebbe in debito con la Sorical per un importo pari a 321 mila euro e, così facendo, il debito scenderebbe a 291 mila. Quindi, la Sorical concede al Comune uno sconto sulla somma che quest'ultimo dovrebbe versare alla società e l' ente, in cambio, rinuncia ai giudizi in corso contro la Sorical. Quali sono i motivi di questa operazione? Perché il sindaco Rosi e la sua maggioranza hanno rinunciato ai giudizi pendenti con la Sorical alla misera cifra di 30.000 euro (dei 321mila totali)? Già nei mesi scorsi, avevamo invitato il sindaco Rosi a chiudere ogni rapporto con la Sorical o, quantomeno, ad avviare un processo di distaccamento che si possa attuare in un determinato lasso di tempo. Il sindaco, invece, né si è degnato di rispondere alle nostre richieste, né tantomeno sembra si stia adoperando per far si che questa collaborazione si concluda nel più breve tempo possibile. Noi, come Rifondazione Comunista - Giovani Comunisti abbiamo più volte ribadito la nostra posizione: bisogna chiudere ogni rapporto con le società private e tornare ad una gestione pubblica del servizio idrico. È impensabile, ma soprattutto inaccettabile che, ad oggi, l’acqua che sgorga dalle nostre case sia maleodorante e nessuno interviene per cercare di risolvere il problema. Per questo motivo, ci chiediamo perché affidare il servizio ad una società che, come tante altre, pensa soltanto ad aumentare i profitti, disinteressandosi dei bisogni della gente?"

 

Alessandro De Padova
Responsabile serrese del Partito della Rifondazione Comunista

 

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mini 300px-NardodipaceDi seguito pubblichiamo integralmente il decreto del Presidente della Repubblica con cui è stato sciolto il Consiglio comunale di Nardodipace e la relazione del ministro dell'lnterno Anna Maria Cancellieri contenente le motivazioni del provvedimento.

IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA

Considerato che nel comune di Nardodipace (Vibo Valentia), i cui organi elettivi sono stati rinnovati nelle consultazioni amministrative del 27 e 28 maggio 2007, sussistono forme di ingerenza della criminalita' organizzata, rilevate dai competenti organi investigativi;

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mini TASSONE_RoccoLo scioglimento del Consiglio comunale di Nardodipace è stato disposto dal Presidente della Repubblica il 19 dicembre scorso, mentre l'11 gennaio è arrivata la pubblicazione del decreto presidenziale sulla Gazzetta Ufficiale. Dopo la decisione del Consiglio dei ministri, c'è stato l'immediato insediamento della commissione straordinaria (composta dai viceprefetti Leonardo Guerrieri e Carmelo Musolino e dal dirigente Gino Rotella) che guiderà il comune per i prossimi 18 mesi - prorogabili per ulteriori 6 mesi - fino a quando non si andrà a nuove elezioni e si ristabilirà l'agibilità democratica nell'amministrazione comunale del paese montano. Ad accompagnare il decreto del presidente Napolitano c'è ovviamente la relazione che il ministro dell'Interno Anna Maria Cancellieri ha prodotto di fronte al Consiglio dei ministri, che in larga parte dovrebbe rifarsi alle relazioni stilate dalla prefettura di Vibo Valentia. Nella relazione della titolare del Viminale, che è ovviamente alla base dello scioglimento del Consiglio comunale di Nardodipace, vengono messe in evidenza le risultanze investigative della maxioperazione "Crimine", che nel luglio 2010 ha portato in carcere per associazione mafiosa, tra gli altri, anche «il padre e il cugino del vicesindaco pro tempore» Romolo Tassone, successivamente «assessore e responsabile del servizio finanziario». Rocco Tassone (foto), padre del vicesindaco, viene indicato come il «capo indiscusso della locale criminalità», mentre per Damiano Tassone, cugino del vicesindaco, sono stati chiesti 12 anni di reclusione.
Il prefetto di Vibo, sentito il comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica «integrato dal Procuratore di Vibo e dal Procuratore aggiunto della Dda di Catanzaro», aveva già redatto una relazione il 29 settembre scorso, evidenziando «concreti, univoci e rilevanti elementi su collegamenti degli amministratori con la criminalità mafiosa». La stessa «figura del sindaco – si legge ancora nella relazione – si è caratterizzata per lo scarso rispetto delle regole e la volontà di mantenere consolidati rapporti con le cosche». Funzionale a tale «stato di cose», secondo il ministro, si sarebbe rivelato «il mancato rispetto del principio di separazione tra l'attività di indirizzo politico e quella gestionale, atteso che la responsabilità di due dei servizi più rilevanti dell'ente, è stata riservata al sindaco ed all'assessore, già vicesindaco, che ha rivestito tale incarico fino al maggio 2011 e solo a seguito dei rilievi del Prefetto sull'anomala composizione della giunta, in palese violazione» di un decreto del 2000 «è stato revocato dalla carica assessorile, pur conservando la carica di consigliere». Viene rilevato, inoltre, che ci sarebbe stato «contesto generale di illegalità» nel personale del Comune e nell'affidamento degli appalti, con condizionamenti «evidenti» nella stabilizzazione degli Lsu «in numero sproporzionato», nelle assunzioni degli operai forestali, nella gestione «dei lotti boschivi» affidati a ditte «collegate a esponenti della criminalità», nel contratto di gestione dell'asilo nido stipulato con «coniugi e parenti degli amministratori, nonché figli di esponenti della cosca locale», nell'approvvigionamento di prodotti della mensa scolastica «illegittimamente affidato in via diretta» a un operatore del settore «collegato alla cosca locale». Proprio la stabilizzazione dei lavoratori socialemnte utili viene definita dal ministro nella sua relazione «indiscriminata, assistenzialistica e clientelare» e tra l'altro avrebbe causato un aggravio della «condizione di deficitarietà dell'ente». Dalle risultanze del lavoro ispettivo della commissione d'accesso agli atti è stato inoltre evidenziato che alcuni Lsu che sarebbero «legati da assidui rapporti di frequentazione con esponenti della criminalità organizzata, hanno avuto incarichi di diretta collaborazione all'interno dell'ufficio di staff del sindaco», mentre «la scarsa attitudine al rispetto delle regole, funzionale al mantenimento di consolidati rapporti con le cosche, è testimoniata dalla determinazione del primo cittadino di gestire direttamente la gara per il rinnovo del servizio di trasporto pubblico locale eludendo le previsioni del protocollo d'intesa, stipulato da tutti i Comuni della provincia, con il quale è stata istituita la stazione unica appaltante, in modo da estromettere la ditta che, fino al 2009, aveva svolto il servizio e favorire quella che risulterà aggiudicataria della gara. A carico del socio di maggioranza di quest'ultima società – si legge nella relazione – risultano precedenti tra i quali quello di associazione a delinquere».
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mini ministero_giustizia_adn--400x300E' stato pubblicato stamattina, sul sito del Ministero della Giustizia, lo schema di decreto legislativo che prevede la soppressione di 674 uffici del Giudice di Pace in Italia, e tra questi c'è anche quello di Serra San Bruno. Già da tempo era stata paventata la soppressione e si erano mobilitati diversi addetti ai lavori, avvocati soprattutto, per valutare le possibili azioni mirate a contrastare un provvedimento che di certo produrrebbe ulteriori disagi ai cittadini delle Serre, che già assistono impotenti alla spoliazioni di servizio essenziali venuti a mancare sul territorio. Per evitare la chiusura dell'ufficio in questione sarebbe necessario che i comuni interessati si accollassero le spese del mantenimento del servizio, o singolaremente o in consorzio, ma ciò dovrebbe avvenire entro 60 giorni dalla pubblicazione del decreto definitivo dopo il passaggio in Parlamento. Sulla paventata soppressione sono intervenuti subito i consiglieri regionali Nazzareno Salerno (Pdl) e Bruno Censore (Pd) e il consigliere comunale serrese Rosanna Federico (Pd).

 

“La notizia della soppressione di 674 Uffici del Giudice di Pace in Italia e, di riflesso, della chiusura di un considerevole numero di Uffici anche in Calabria - ha dichiarato Salerno - desta preoccupazione, soprattutto perché i provvedimenti che possono prendere gli enti locali per evitare la concretizzazione di questo scenario non sono affatto facili da realizzare, specie in un momento in cui le disponibilità finanziarie sono estremamente limitate. Che si andasse verso questa direzione era noto e l’ulteriore conferma arrivata testimonia che le esigenze di razionalizzazione sono talmente stringenti da non poter essere sempre sopportate. Nel caso di Serra San Bruno - prosegue l'esponente del Pdl - e degli altri paesi che si vengono a trovare in situazioni simili il pericolo si riversa su più fronti visto che i centri montani, già costretti a convivere con disagi determinati dalla posizione geografica e dalle carenze infrastrutturali, vengono ancora una volta sottoposti alla cancellazione dei servizi e a privazioni non secondarie. È evidente che le conseguenze sono rilevanti pure sul piano economico e sociale. Già nei mesi passati, le categorie interessate, unitamente ad alcuni Comuni, si erano mosse per individuare le vie percorribili. In quell’occasione – vale a dire durante l’incontro tenutosi presso la sede degli Uffici del Giudice di Pace all’interno della Comunità montana delle Serre -  avevo colto il rischio a cui si andava incontro e, riferendo le informazioni che avevo acquisito grazie all’impegno di alcuni parlamentari del Pdl, avevo auspicato una convinta sinergia per prendere le necessarie contromisure. Considerata l’emergenza e la ristrettezza dei tempi, è indispensabile - è la conclusione del presidente della Commissione Sanità - uno straordinario senso di responsabilità di tutti i Comuni interessati anche se accollarsi tutti i costi non rappresenta un’impresa agevole. Ma adesso è  essenziale garantire la persistenza e la continuità degli Uffici affrontando a viso aperto un problema terribilmente reale”.

Censore dal canto suo ha fatto sapere che lunedì in Consiglio regionale presenterà un ordine del giorno per impegnare la Giunta regionale ad intervenire presso il Governo e il Ministero della Giustizia per scongiurare la cancellazione di numerosi uffici del Giudice di Pace. L'esponente del Pd si dice contrario all’ipotesi di cancellazione annunciata dal ridimensionamento di tutti gli uffici giudiziari delle sezioni distaccate e previsto dal precedente Governo Berlusconi e portato avanti dall’attuale, che cagionerebbe, solo nella provincia di Vibo Valentia, la soppressione di sei uffici: Nicotera, Arena, Mileto, Pizzo, Serra San Bruno e Soriano Calabro. "La revisione della geografia giudiziaria che, anche in Calabria, comporterà la chiusura di numerosissimi uffici di Giudice di pace si va ad aggiungere ad una lunga serie di altre spoliazioni di uffici e servizi pubblici che continuano a depauperare i territori periferici e più deboli. Per quanto mi riguarda - ha commentato Censore - sono fermamente contrario alla chiusura anche del più piccolo presidio di Giustizia presente sul territorio, per questo auspico che, lunedì prossimo, l’intero Consiglio regionale faccia suo l’ordine del giorno per manifestare contrarietà nei confronti di un provvedimento che risponde soltanto a logiche ragionieristiche e che comporterebbe l’ulteriore allontanamento della giustizia nei confronti del cittadino calabrese».  

"In un momento in cui ci si lamenta circa i tempi della giustizia italiana - ha dichiarato il consigliere comunale Rosanna Federico - è stato pubblicato sul sito del Ministero della Giustizia lo schema di decreto legislativo recante la revisione delle circoscrizioni giudiziarie che dispone, all’art. 1, la riduzione degli uffici dei Giudici di Pace. Come già accaduto in tema di sanità, ancora una volta, il nostro territorio si vede costretto a difendersi contro un piano di tagli lineari ed indiscriminati portato avanti dai recenti governi nazionali e regionali che, senza tener conto delle peculiarità di ogni zona, hanno operato e continuano ad operare in maniera ragionieristica e sommaria. Appare infatti, tra gli uffici da sopprimere, anche quello del Giudice di Pace di Serra San Bruno che per anni ha svolto con efficienza e serietà le proprie funzioni rispondendo in tempi rapidi alla domanda di giustizia da parte dei cittadini. Il previsto accorpamento all’Ufficio di Vibo Valentia, oltre a creare disagi ai dipendenti e agli operatori del settore, determinerebbe soprattutto per i cittadini un notevole aggravio dei tempi e dei costi per ricevere giustizia. Questa volta però non ci si può nascondere dietro ostacoli insormontabili derivanti da scelte e decisioni altrui da subire passivamente. Il decreto, infatti, dà la possibilità ai comuni, singoli o consorziati, entro un termine di 60 giorni dalla pubblicazione, di richiedere il mantenimento degli Uffici competenti per i rispettivi territori mettendo chiaramente nelle mani delle singole amministrazioni il potere di salvaguardare i servizi essenziali per le proprie comunità. Si ritiene doveroso, quindi, anche a seguito degli impegni assunti in occasione  di un incontro tenutosi sul tema, che il Sindaco di Serra San Bruno, coinvolgendo eventualmente i Sindaci dei Comuni interessati, intraprenda, immediatamente e senza indugio, tutte quelle iniziative che si rendono necessarie, per poter mantenere l’Ufficio di giustizia territoriale e difendere, con esso, i diritti fondamentali della sua comunità che non può accettare di vedersi gradualmente spogliare di servizi ed uffici  indispensabili per la sua stessa sopravvivenza". 

      

 

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Venerdì, 06 Gennaio 2012 16:27

COSENZA: Ancora un atto intimidatorio

mini 1366_12_mediumAncora un atto intimidatorio in Calabria. Questa volta ad esserne fata oggetto è la ditta "Ecologia Oggi" di Cosenza, operante nel settore dei rifiuti. Gli operai della ditta, sotto minaccia armata, sono stati costretti ad assistere all'incendio di un autocompattatore. Il grave gesto è stato duramente condannato dal sindaco di Cosenza, Mario Occhiuto, che in una nota esprime solidarietà alla ditta: “Evidentemente il lavoro onesto e trasparente di chi opera per offrire servizi alla comunità infastidisce qualcuno che tenta di affermare i propri loschi interessi con la violenza”. “Mi auguro che le forze dell’ordine facciano presto luce su quanto accaduto. L’amministrazione è vicina ai lavoratori e alla proprietà di questa azienda attenta a svolgere al meglio il compito di pulizia della città, reso spesso ulteriormente gravoso dalla chiusura improvvisa delle stazioni di stoccaggio. Solo pochi giorni fa – aggiunge Occhiuto – avevo pubblicamente elogiato il servizio di Ecologia oggi perché nell’immediatezza del Capodanno di piazza con la presenza di migliaia di persone, così come anche in occasione delle altre numerose iniziative all’aperto organizzate dal Comune, riesce sempre a dare la massima efficienza. Invito pertanto il presidente e tutti i lavoratori di Ecologia oggi a non abbattersi e, anzi, a proseguire l’attività con lo stesso impegno. La logica di chi crede di intimidire con la prepotenza non deve averla vinta”.

Solidarietà espressa anche dal Consorzio Valle Crati, che attraverso una nota che porta la firma del presidente Maximiliano Granata dichiara: “Esprimo la mia solidarietà e vicinanza alla Società Ecologia Oggi e ai suoi dipendenti per il vile atto intimidatorio subito. Ci auguriamo che la Procura della Repubblica e le forze di polizia facciano luce in tempi rapidi su quanto accaduto”. “Il Consorzio Valle Crati in sinergia con il Sindaco della città di Cosenza Arch. Mario Occhiuto e in raccordo con la società aggiudicatrice dell’appalto, stanno intraprendendo un percorso di lavoro per rendere efficiente il servizio della raccolta dei rifiuti, controllando la regolarità del servizio effettuato”. “Si sta puntando sulla differenziata – prosegue la nota - che sarà esteso a breve in tutta la città, onde poter diminuire i costi del servizio. Questi atti vili saranno da stimolo per fare meglio, per questo condanniamo con fermezza, chi agisce contro i lavoratori padri di famiglia che esercitano il lavoro notturno con grandi sacrifici, garantendo un servizio pubblico essenziale e correndo seri rischi nell’esercizio della loro attività lavorativa”.

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mini carmelo_gallicoLa Polizia ha arrestato in Spagna il boss della 'ndrangheta Carmelo Gallico, di 48 anni, capo dell'omonima cosca di Palmi. Gallico si nascondeva in un'abitazione nel centro di Barcellona. L'arresto e' stato eseguito dalla Squadra mobile di Reggio Calabria e dai Mossos d'Esquadra di Barcellona, con il supporto del Servizio centrale operativo e del Servizio per la cooperazione internazionale di polizia. Carmelo Gallico era latitante dal 30 novembre scorso, giorno in cui la Dda di Reggio Calabria aveva emesso un provvedimento di fermo a suo carico. Analoghi provvedimenti erano stati emessi anche a carico di altri tre affiliati alla 'ndrangheta, Gesuele Misale, Alfonso Rinaldi e Domenico Nasso, e di un avvocato del Foro di Palmi, Vincenzo Minasi, difensore di Carmelo Gallico. Nei confronti dell'avvocato Minasi, inoltre, era stata eseguita anche un'ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip di Milano su richiesta della Dda nell'ambito dell'inchiesta sulle infiltrazioni della 'ndrangheta in Lombardia. Nel contesto della stessa inchiesta della Dda di Reggio Calabria erano stati perquisiti gli studi degli avvocati Francesco Cardone, del Foro di Palmi, e Giovanni Marafioti, del Foro di Vibo Valentia.

Negli anni in cui era detenuto nel supercarcere di Fossombrone, Gallico fu al centro dell'attenzione delle cronache, questa volta letterarie però, poichè, allora 39enne, si appassionò allo studio della filosofia e della letteratura e una sua recensione vinse un premio che gli valse una menzione sul Corriere della Sera. Appassionato poeta e scrittore, Gallico firmava i suoi scritti in carcere con lo pseudonimo "Erasmus".  

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