mini Orlando-LeolucaIl presidente della Commissione parlamentare d'inchiesta sugli errori sanitari e i disavanzi sanitari regionali, Leoluca Orlando (foto), è in attesa di una relazione dal presidente della Regione Giuseppe Scopelliti, su un presunto caso di malasanita' verificatosi nel vibonese. Qui "una donna di 58 anni e' morta poco prima di esser sottoposta ad intervento chirurgico. La causa del decesso della signora Filippina Barbieri - ricorda la Commissione parlamentare in una nota - sarebbe stata un'emorragia interna. La paziente, che soffriva da tre anni pancreatite, era stata ricoverata nel reparto di medicina dell'ospedale di Vibo dal 27 dicembre al 3 gennaio scorso. Nuovamente ricoverata il 7 gennaio per dolori all'addome e alla schiena, veniva sottoposta ad una tac che rivelava l'emorragia in corso. Nonostante la trasfusione di due sacche di sangue, la donna e' deceduta ieri mattina. Sul caso - prosegue Orlando - la procura di Vibo Valentia ha aperto un fascicolo per accertare eventuali responsabilita'. Senza pregiudizio per le indagini in corso da parte della competente autorita' giudiziaria - dichiara ancora Orlando - intendiamo acquisire ogni dato utile a conoscere lo svolgimento dei fatti, sia in merito alle criticita' organizzative riscontrate, che in ordine ad iniziative amministrative, sanzionatorie e/o cautelari assunte a fronte di eventuali responsabilita' individuali. Restiamo, pertanto, in attesa di una relazione che verra' inviata a breve alla Commissione, come assicurato dal presidente Scopelliti".

E a stretto giro di posta è arrivata in tarda serata la replica di Scopelliti: “Sono stato io ad avvisare il presidente Orlando dell’avvio da parte nostra di una indagine interna sul decesso della signora Filippina Barbieri. Dalle prime informazioni assunte dalla commissione straordinaria dell’Asp di Vibo Valentia non sono state rilevate defaillance organizzative ne atti di negligenza ma si è trattato di un caso clinico molto critico la cui gravità era stata chiaramente espressa preventivamente ai familiari. La relazione che invierò i prossimi giorni al presidente Orlando sarà comunque più dettagliata”. 

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mini barbieri-filippinaSi parla, tra le ipotesi, di una presunta diagnosi tardiva. Fatto sta che Filippina Barbieri (foto), 58 anni, vedova, è deceduta all'alba di ieri. Ha avuto un’emorragia interna, e in relazione ad un eventuale ritardo nella diagnosi - o ad altre circostanze che possano essere alla base della vicenda - potrebbe profilarsi un nuovo caso di malasanità. Sull’episodio, infatti, è stata avviata un’inchiesta da parte della polizia e coordinata dal pm di turno, Vittorio Gallucci. Filippina Barbieri risiedeva con il figlio ventenne, Francesco Grande, a Mezzocasale, frazione di San Gregorio D’Ippona. E’ morta poco prima di essere sottoposta ad intervento chirurgico per tentare di arrestare l’imponente perdita di sangue, una volta risultate inutili due trasfusioni. L’indagine è partita dopo che ieri mattina Francesco Grande ha presentato denuncia presso la Questura di Vibo. La polizia, quindi, ha subito posto sotto sequestro la cartella clinica e ogni altra idonea documentazione sanitaria. Il figlio della donna, senza accusare pregiudizialmente nessuno, ha invocato quasi con serenità che venga fatta chiarezza. Di seguito le dichiarazioni rilasciate dal giovane al Quotidiano della Calabria. «Chiedo – ha insistito il ragazzo - chiarezza a chi di competenza e se ci sono responsabilità di accertarle e di avere risposte precise sulle cause che hanno provocato la morte di mia madre. Vorrei conoscere se è stato fatto tutto il possibile per salvarla e come mai non è stata fatta prima la tac, che ha rivelato la emorragia quando già era in fase avanzata». Il giovane ha nominato come difensore di fiducia l’avvocato Maria Grazia Pianura, che ha subito contattato come eventuale consulente di parte il medico legale catanzarese Massimiliano Cardamona. «Penso che il magistrato – ha dichiarato il legale – farà effettuare l’autopsia e presto dovremmo essere convocati per l’affidamento dell’incarico». Francesco Grande ha spiegato al Quotidiano che da tre anni la mamma soffriva di pancreatite, ma quando aveva delle crisi bastava che facesse le cure e i valori rientravano nella norma. «Preciso – ha detto – che mia madre era stata ricoverata nel reparto medicina dell’ospedale di Vibo dal 27 dicembre sino al 3 gennaio scorso quando è stata dimessa con una terapia da effettuare a casa. Ieri sera (sabato) ha avvertito dei dolori all’addome e alla schiena. Telefoniamo al 118 e l’ambulanza arriva quasi subito, fatta precedere dal medico di guardia. Al pronto soccorso, anche se in codice verde, mia madre viene visitata subito perché non ci sono pazienti in attesa. Le vengono praticati antidolorifici. Dagli esami risulta che non si tratta di pancreatite. La lastre non rivelano nulla. E’ molto pallida e fredda. I dolori aumentano. Viene trasferita in chirurgia generale. Con un filo di voce mi chiede di aiutarla. La pressione è molto bassa. Arrivano tutti gli specialisti reperibili. Mia madre viene rianimata e la pressione risale. I medici se ne vanno ma la situazione permane grave. La dottoressa di turno del reparto di chirurgia decide per una tac che rivela la emorragia. Ritornano i medici e le vengono trasfuse due sacche di sangue. Ma non si riprende. Si decide per l’operazione e prima di entrare in sala operatoria dico a mia madre: ti aspetto qua.non l’ho più vista viva». 

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Mercoledì, 04 Gennaio 2012 15:00

Chiaravalle, 53enne arrestata per furto

mini sestito-chiaraCHIARAVALLE - Una donna di 53 anni, Chiara Sestito (foto), è stata tratta in arresto dai militari dell'Arma dei Carabinieri con l'accusa di tentato furto aggravato in abitazione privata. La 53enne, residente a Chiaravalle si era introdotta all'interno di un'abitazione di un'anziana donna, senza accorgersi della presenza della proprietaria all'interno della casa. L'anziana donna, nonostante il grande spavento, è riuscita ad allertare il 112 che prontamente ha risposto alla chiamata. I carabinieri della stazione locale, al loro arrivo, hanno trovato la casa a soqquadro e sorpreso la malintenzionata in flagranza di reato. Subito dopo l'arresto Chiara Sestito è stata condotta negli uffici della Compagnia dei Carabinieri di Soverato e ieri è comparsa davanti al giudice del Tribunale di Catanzaro che ha convalidato l'arresto e disposto la misura restrittiva di obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria due volte la settimana.

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mini studentiGiorno 22 Dicembre, presso l’Aula Magna dell' Istituto Superiore “Luigi Einaudi” di Serra San Bruno, noi ragazzi del V B e del IV B IGEA abbiamo portato in scena una commedia sull’Unità d’Italia. Nessuno di noi ha partecipato con lo scopo di mettersi in mostra, ma si è voluto soltanto mettere in risalto, attraverso un confronto tra due gruppi di scolaresche diverse (uno serrese e uno napoletano), quanto in questi anni i cittadini italiani hanno generato, e cioè un federalismo sociale ancor prima di un federalismo politico, programmato e applicato dalle istanze politiche.

Quindi grazie alla partecipazione assidua di noi ragazzi e in particolare ai miei compagni  che hanno saputo calarsi nel personaggio di Garibaldi e di Anita, si sono portati alla luce i sani concetti di costituzionalità e fratellanza che sono stati la base, nel 1861, per la formazione della nostra Nazione. Io stessa ho avuto l'onore di ricoprire il ruolo della “Signora Italia”, un ruolo non di poca importanza, e recitare questa preghiera: “Affinché ognuno di noi sia più cosciente del suo nome e della sua storia; affinché ognuno di noi sia degno di essere figlio dell'Italia nostra, di quell' Italia che deve essere fiera, ma non superba, forte, ma non violenta, come è stata sognata da San Francesco e cantata dal sommo poeta Dante Alighieri”.

All’inizio avevamo preso la cosa poco sul serio, ma poi ci siamo resi conto che pur essendo una commedia, il cui tema era molto toccante come anche l'obiettivo da aggiungere, c’era bisogno di tanto impegno e di tanta buona volontà e voglia di fare.

Anche se non siamo stati bravi attori di teatro, ci siamo proprio divertiti a portare avanti le prove, e poi, soprattutto, ci siamo messi alla prova noi stessi. 

Erminia Ariganello (V B, Ragioneria)

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mini mongianaMONGIANA – Il Prefetto di Vibo Valentia, Luisa Latella, ha stabilito la proroga di altri tre mesi per la Commissione d’accesso agli atti al comune di Mongiana, al fine di consentire  ulteriori approfondimenti delle indagini che sarebbero di particolare complessità. La Commissione era stata inviata dall’Ufficio Territoriale del Governo nel settembre scorso ed è formata dal Capo di Gabinetto del Prefetto di Vibo Valentia Anna Aurora Colosimo, dal dirigente del Commissariato di Polizia di Serra San Bruno Domenico Avallone e dal Maggiore dei Carabinieri Vittorio Carrara. Compito dei commissari è quello di passare ulteriormente al setaccio gli atti amministrativi per accertare se esistano le presunte infiltrazioni mafiose ravvisate dalle pregresse attività info-investigative condotte dalle forze dell’ordine, e quindi per accertare eventuali forme di condizionamento che compromettano la libera determinazione degli organi elettivi e il buon andamento dell’amministrazione comunale, nonché il regolare funzionamento dei servizi. L'attuale sindaco, Rosamaria Rullo, che si era subito detta serena e disposta a collaborare pienamente con la terna inviata dalla prefettura, è stata già primo cittadino per due mandati consecutivi. Di provenienza democristiana, attualmente nel Pdl, ha vinto alla testa di una lista di centrodestra le scorse elezioni comunali del 2009 per soli 18 voti di scarto contro l’ex primo cittadino Vito Scopacasa, che si era ricandidato alla guida del paese a capo di una compagine di centrosinistra. Continuano quindi le indagini sui comuni del vibonese: dopo Mileto, la proroga giunge anche per Mongiana, mentre proprio poche settimane fa è stato sciolto il consiglio comunale di Nardodipace, con il contestuale insediamento della Commissione ministeriale che guiderà il comune montano per i prossimi 18 mesi. A Fabrizia invece, comune già commissariato per infiltrazioni mafiose, il mese scorso i cittadini sono tornati alle urne e hanno scelto il nuovo sindaco dopo quasi due anni di commissariamento.

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mini dentro_la_certosa_a_sinistra_sciascia_e_a_destra_padre_basilio_caminadaL’antico monastero certosino di Serra San Bruno, nel corso dei suoi mille anni di storia, è stato meta di visitatori illustri. Questo breve excursus tra coloro i quali hanno lasciato testimonianza del loro passaggio nell’amenità dell’eremo certosino, però, vogliamo iniziarlo da chi invece avrebbe desiderato trovarci riparo e a causa di alcune vicissitudini non ha potuto farlo. Si tratta dell’autore del Decamerone, Giovanni Boccaccio. E’ da una lettera del gennaio 1371 indirizzata da Napoli a Niccolò da Montefalcone, scoperta da Sharo Gambino nella Biblioteca di Firenze, che apprendiamo la notizia di una sua possibile visita alla Certosa di Serra San Bruno. Niccolò da Montefalcone, suo amico d’infanzia, era diventato Priore del monastero di Santo Stefano del Bosco, in quel tempo cistercense, e lo aveva invitato presso il suo convento. Niccolò gli aveva prospettato «l'amena solitudine dei boschi» che circondava il monastero, «l'abbondanza dei libri, i limpidi fonti, la santità del luogo e le cose confortevoli e l'abbondanza di ogni cosa e la benignità del clima». Tutto ciò aveva indotto in Boccaccio «non solo il desiderio di vedere» quel luogo, ma anche la volontà di trovarvi dimora e rifugiarvisi «se la necessità lo avesse richiesto». Tuttavia all’improvviso Niccolò, dopo tante affettuosità, silenziosamente esce di scena dalla vita di Boccaccio, ed egli, profondamente deluso, sostiene di essere «povero e i poveri non hanno amici». Ad aprire il registro dei visitatori della Certosa figura il nome di Alcide De Gasperi insieme a quello della moglie Francesca che giunsero a Serra nel marzo del 1953, due anni dopo la disastrosa alluvione avvenuta nel mese di ottobre. La visita a Serra dell’allora Presidente del Consiglio era stata preceduta da quella del Presidente della Repubblica Luigi Einaudi che qui giunse accompagnato dalla consorte e dal Ministro dei Lavori Pubblici Aldisio. Re Ferdinando di Borbone venne due volte a Serra, il 23 aprile del 1833 e il 16 ottobre 1852, quando s’inginocchiò innanzi la chiesa Matrice e al busto argenteo di San Bruno. Il 24 agosto 1923 a visitare la Certosa ci fu il principe ereditario Umberto II di Savoia accompagnato dal Contrammiraglio Bonaldi e dal marchese della Rocchetta. Il principe, dopo aver partecipato alla messa conventuale, visitò il monastero per poi ripartirsene. Sul finire degli anni ‘60 giunse in Calabria Pierpaolo Pasolini, e anche lui volle visitare il monastero bruniano, accompagnato, tra gli altri, dal regista vibonese Andrea Frezza e dall'avvocato Franco Inzillo. Il regista de “Il vangelo secondo Matteo” dopo aver visitato la Certosa e una cella certosina dove il monaco trascorre per la quasi interezza la parabola della propria esistenza, rimase affascinato dalla vita contemplativa e di clausura del monaci bruniani. Nel 1975, a varcare la porta del millenario monastero fu il celebre scrittore siciliano Leonardo Sciascia (foto: lo scrittore dentro la certosa insieme a padre Basilio Caminada) che giunse alla Certosa di Serra San Bruno seguendo le tracce dello scienziato Ettore Majorana, scomparso nel 1938 e presumibilmente morto suicida. Sciascia si recò presso il convento in cerca di conferme alla sua ipotesi che voleva Majorana monaco certosino, ma non trovò niente che potesse dare conforto alla sua tesi. La visita in Calabria di Bartolomeo I, Patriarca ecumenico di Costantinopoli, ebbe inizio il 19 marzo 2001, e si concluse il 23. Il 21 marzo fu caratterizzato dalla storica visita alla Certosa, alla presenza di autorità ecclesiastiche. In quella occasione Bartolomeo I tenne un toccante discorso, a cui fece seguito un caloroso saluto del Priore Dom Jacques Dupont, che volle così accogliere l’illustre ospite. Al termine dell’evento il Patriarca di Costantinopoli fece dono alla comunità monastica certosina di una preziosa lampada votiva conservata gelosamente dai monaci serresi nella Cappella delle reliquie. L’ultima visita degna di nota è stata quella delle Regina del Belgio Paola Ruffo di Calabria per la quale, vista l’assoluta clausura maschile, è valso l’antico privilegio di consentire alle regnanti di varcare la soglia della clausura e visitare il monastero.

Tra gli eventi che resteranno nella storia in maniera indelebile vanno collocate, senza dubbio, le visite di due papi a 27 anni di distanza l’una dall’altra. Giovanni Paolo II, il 5 ottobre 1984, dopo essersi brevemente intrattenuto con la popolazione, ha visitato la comunità certosina e ha firmato il registro del monastero. Importanti furono i discorsi che il Santo Padre tenne a Santa Maria del Bosco, luogo presso il quale San Bruno era solito pregare nel laghetto ancora esistente e dove sono state successivamente trovate le sue ossa e quelle dei suoi compagni. In quella circostanza, il Papa, richiamò il particolare carisma del monaci certosini la cui presenza spirituale costituisce «il cuore di questa Regione». A Serra Giovanni Paolo II ebbe una gradita sorpresa: gli abitanti di Spadola, per riconciliarsi con l’autorità pontificia, gli restituirono simbolicamente, con una pergamena, una pantofola che i loro antenati avrebbero sottratto a Callisto II il 1121 durante la sua visita in Certosa, mentre passava dal loro paesino. E altrettanto calorosa è stata l’accoglienza riservata, il 9 ottobre scorso, a Benedetto XVI, che nel suo viaggio pastorale in Calabria ha inserito la certosa di Serra come unica meta oltre a quella lametina. Carico di significato simbolico, in questa occasione, è stato il momento in cui l’attuale Pontefice ha partecipato insieme ai monaci alla celebrazione dei vespri nella chiesa conventuale. 

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Venerdì, 23 Dicembre 2011 15:45

Regione, liquidate somme per Lsu e Lpu

mini giacomo-mancini-La Ragioneria Generale della Regione ha liquidato la somma di 1.570.844 euro a favore degli Enti firmatari delle convenzioni di tipo A e B per gli Lsu e Lpu a titolo di anticipazione per il pagamento delle integrazioni del mese di settembre 2011. A renderlo noto è l'ufficio stampa della giunta regionale, con una nota in cui si specifica che a favore degli stessi Enti, e' stata inoltre liquidata la somma di 1.012.122 a titolo di anticipazione per il pagamento dei sussidi per il mese di ottobre 2011. ''Siamo felici di poter garantire anche ai lavoratori Lsu e Lpu un Natale piu' sereno'', e' il commento dell'Assessore regionale al Bilancio e Programmazione Comunitaria, Giacomo Mancini.

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mini Facciolla-PmIl sostituto procuratore generale Eugenio Facciolla (foto), a conclusione della requisitoria nel processo d'appello per 16 tra politici, funzionari regionali ed imprenditori coinvolti nell' inchiesta Why Not, ha chiesto la condanna degli ex presidenti della Regione Agazio Loiero (1 anno di reclusione), del centrosinistra, e Giuseppe Chiaravalloti (1 anno e 6 mesi), del centrodestra. Il pg ha chiesto la condanna anche di altri sette imputati che erano stati prosciolti dal gup, tra i quali l'ex assessore regionale di centrodestra Gianfranco Luzzo (1 anno e 4 mesi). L'accusa ha anche chiesto l'aumento delle pene inflitte in primo grado a tre imputati tra i quali Antonio Saladino (4 anni e 2 mesi), considerato il principale imputato dell'inchiesta ed ex presidente della Compagnia delle opere della Calabria. Gli altri sette imputati che erano stati assolti in precedenza e per cui è stata richiesta la condanna sono: Nicola Durante, 1 anno e 2 mesi di reclusione; Tommaso Loiero, 8 mesi di reclusione; Franco Nicola Cumino, 8 mesi; Pasquale Anastasi, 10 mesi di reclusione; Giuseppe Fragomeni, 6 mesi; Enza Bruno Bossio, 1 anno e 4 mesi.  

Loiero ha subito diramato una nota stampa sulla vicenda: ''Premesso, come ho sempre detto, il mio estremo rispetto nella sostanza e non per la sola forma, nei confronti della giustizia, intervengo sull'odierna richiesta del sostituto procuratore generale che mi riguarda nel processo d'appello per l'inchiesta Why Not perche' una richiesta di condanna puo' impressionare l'opinione pubblica e sento il dovere di chiarire ai calabresi questa vicenda. La Procura generale - aggiunge Loiero - ha chiesto a mio carico la pena di un anno per il reato di abuso in atti d'ufficio dopo che nel primo grado era stata chiesta, per una serie di reati, l'assoluzione da parte della Procura, poi accolta dal Gup. Oggi resta in piedi questo reato e sento la necessita' di spiegare bene ai calabresi come sono andati i fatti''.
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mini orsola-fallara

E' indagato per falso in atto pubblico per la vicenda tristemente nota come "caso Fallara" - l'indagine sul buco riscontrato nei conti del comune di Reggio - ma si dice "sereno" ed è convinto di aver chiarito la sua posizione. Il presidente della Regione, Giuseppe Scopelliti, uscendo ieri dal Cedir, il palazzo della Procura, ha ostentato tranquillità: "Ho soltanto chiarito la mia posizione rispetto alle vicende contestate - ha spiegato -  evidenziando, così come è scritto dagli stessi ispettori ministeriali, il distinguo tra le competenze, che sono gestionali in capo ai dirigenti, e quelle in capo alla politica. Ho dimostrato in maniera chiara la mia estraneità alla vicenda". Scopelliti è stato interrogato per quasi due ore dal procuratore capo Giuseppe Pignatone, dall'aggiunto Ottavio Sferlazza e dai pm Sara Ombra e Francesco Tripodi. Il contenuto dell'interrogatorio è ovviamente top secret, ma il breve commento che Scopelliti ha affidato ai cronisti lasciando la Procura è pesante, e l'interpretazione necessariamente univoca. L'ex amatissimo sindaco del comune di Reggio, eletto e rieletto a furor di popolo, ha apertamente scaricato la Fallara, dirigente comunale del settore finanze suicidatasi un anno fa ingerendo acido muriatico.

Era proprio dicembre, infatti, quando la donna, tra i burocrati più vicini a Scopelliti, si tolse la vita dopo essere stata indagata per essersi auto liquidata illegittimamente centinaia di migliaia di euro. Dall'indagine della Procura reggina, tra l'altro, emersero analoghi pagamenti non dovuti da parte del comune all'architetto Bruno Labate, allora legato sentimentalmente proprio alla Fallara. Lo stesso Bruno Labate divenne in seguito il capo della delegazione romana della Regione Calabria, un incarico "parcheggio" in attesa di arrivare a Fincalabra, almeno così ha sostenuto lui stesso spiegando che queste nomine erano arrivate grazie alla mediazione della Fallara nei confronti di Franco Zoccali, oggi dirigente generale della Regione, e di Scopelliti. E' chiaro dunque che Orsola Fallara fosse una persona di fiducia del presidente della Regione, anche alla luce - come scrive Giuseppe Baldessarro sul Quotidiano di oggi - del fatto che essendo una dirigente esterna era stata chiamata a guidare l'ufficio finanze del comune con un incarico fiduciario. Ma, secondo Scopelliti, questa sua fiducia sarebbe stata tradita, e la dirigente avrebbe agito autonomamente. La politica, dice il presidente, non poteva sapere, e quindi tutte le colpe sono della Fallara.


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Mercoledì, 21 Dicembre 2011 11:25

Regione, approvato il Bilancio

mini palazzo_campanellaSul fatto che si tratti di un bilancio senza grossi investimenti ci sono pochi dubbi, ma è altrettanto vero che i tagli e i vincoli imposti dal governo non lasciano molto spazio alle Regioni. La manovra 2012 è stata approvata ieri sera dal Consiglio regionale riunito a palazzo Campanella (foto): pur riguardando una cifra complessiva di oltre 9 miliardi di euro, solo 800 milioni rientrano nella immediata disponibilità della Regione, circa 70 in meno rispetto allo scorso anno a causa dei tagli ai trasferimenti statali. Il 48% del bilancio riguarda la spesa sanitaria; 53 milioni sono per l'Afor; 37 milioni per l'Arssa; 15 milioni per l'Arpacal; 8 milioni per il porto di Gioia Tauro; 78 milioni per il trasporto pubblico. E' stato rinnovato per un altro anno, inoltre, il contratto per Lsu e Lpu.

L'obiettivo dichiarato e obbligato del documento previsionale è il raggiungimento del pareggio di bilancio nel 2014. Traguardo molto difficile ma necessario, per questo si è cercato di tagliare in più settori e si è puntato - come sempre, da vedere poi i risultati concreti - al recupero di maggiori entrate con la lotta all'evasione fiscale. Perplessità e polemiche hanno suscitato la questione Afor e Arssa, con la maggioranza che ha votato un'ulteriore proroga del commissariamento dei due enti già in liquidazione da tempo, e la creazione di una nuova società in house, la "Fondazione Calabresi nel mondo", che per l'opposizione è nient'altro che "un nuovo carrozzone".

Per la maggioranza sono intervenuti in aula, tra gli altri, l'assessore al bilancio Giacomo Mancini e i consiglieri Fedele, Serra, Imbalzano, Orsomarso, Magarò, Salerno, Dattolo, Grillo, Magno e Pacenza. Tutti più o meno sulla stessa linea: "Il bilancio risente dei tagli statali ed è mirato al raggiungimento del pareggio, ma è sobrio, innovativo e coniuga rigore e crescita". Per l'opposizione sono intervenuti Censore, Mirabelli, Battaglia, Principe, Talarico e Giordano: "E'un bilancio ingessato - è la linea di Pd e Idv - che prevede tagli da una parte e nuovi carrozzoni dall'altra. E' inadeguato ai bisogni del calabresi e non prevede alcun investimento per il futuro". 

Con il Collegato alla manovra, tra le altre cose, è stata disposta la rideterminazione degli importi della tassa di circolazione per i veicoli storici. Sono stati revocati, inoltre, i finanziamenti destinati alla programmazione di opere pubbliche, qualora in realzione ad esse non sia stato comunicato al dipartimento regionale competente l'avvenuto inizio dei lavori. 400mila euro sono stati destinati alla Sogas (società che gestisce l'aeroporto dello Stretto), mentre 5 milioni (risorse Por Calabria) per il 2012 sono stati destinati al museo nazionale di Reggio Calabria. Sono stati stabilizzati, infine, i giornalisti che fanno parte dell'ufficio stampa della Giunta regionale.

 

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