mini chiesa_spinettoÈ cominciata così stamattina la messa in località Spinetto, con don Ferdinando che comunica ai fedeli la notizia di trasferimento. L’avviso ufficiale sarebbe arrivato direttamente dal Vescovo, che nella giornata di ieri ha reso edotto il parroco della Chiesa dell’Assunta di Spinetto di Serra San Bruno, sul suo trasferimento nella cittadina di Chiaravalle C.le, senza che i fedeli abbiano però ancora chiari i motivi di questa scelta.

Stamani, dunque, alla notizia del trasferimento – evidentemente non condivisa – è stato espresso qualche malcontento e di seguito i fedeli hanno disertato la funzione a mo’ di protesta. Quando i corrispondenti della stampa locale si sono recati presso la chiesa per comprendere cosa fosse accaduto, qualche fedele avrebbe invitato i giornalisti ad allontanarsi per far passare in sordina il procedimento di mons. Vincenzo Bertolone. Per don Ferdinando sarebbe dunque finita l’esperienza da guida spirituale a Serra San Bruno.

Nella mattinata, dopo la decisione dei fedeli di abbandonare la funzione domenicale, il prete si sarebbe ritirato in sacrestia con il sindaco di Serra e il priore della congrega dell’Assunta di Spinetto. Dopo l’udienza in sacrestia, la funzione è ripresa con la partecipazione di pochissimi fedeli. Contestualmente è nato un comitato spontaneo costituito da cittadini che chiedono al Vescovo di ritirare il provvedimento.

 

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mini comuneVibo-500Chiedono certezze sul proprio futuro occupazionale i lavoratori del gruppo Eurocoop che, nella giornata di ieri, hanno organizzato una protesta in piazza Municipio, a Vibo Valentia. I dipendenti lamentano il mancato trasferimento di tutte le unità occupazionali nella nuova aziena, la “Progetto-Ambiente”, che non sarebbe ad oggi nelle condizioni di assumere tutti gli operai. Altra questione sollevata dai lavoratori riguarda il pagamento di diverse spettanze, ma a metà giornata è arrivata la notizia che alcune di queste sono state saldate, tranne quelle dei mesi di maggio e giugno. L'Eurocoop , come si ricorderà dalle ultime vicende giudiziarie,  è finita recentemente nella bufera in seguito ad una inchiesta su una presunta truffa dei fondi regionali che ne ha, di fatto, decapitato i vertici, coinvolgendo anche dirigenti della Regione Calabria e della Provincia di Vibo Valentia.
 
 
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bertoloneDopo la notizia riportata da diverse testate cartacee e online - tra cui la nostra - in relazione al divieto delle condoglienza in chiesa, è arrivata pochi minuti fa la smentita direttamente dall'ufficio stampa della Curia. "In riferimento alla notizia apparsa oggi sulla Vostra testata, secondo la quale l’arcivescovo metropolita di Catanzaro-Squillace, monsignor Vincenzo Bertolone, avrebbe impartito regole volte a vietare o comunque impedire i saluti di cordoglio in chiesa una volta ultimati i funerali si precisa che la stessa è falsa e destituita di ogni fondamento. Non sono mai stati emanati infatti decreti o provvedimenti di altra natura finalizzati all’introduzione di tale divieto né, men che meno, si è anche solo pensato di adottarli o introdurli, venendo meno alla sacra pietas e al massimo rispetto che si deve al dolore dei familiari del defunto".  

 

 
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mini stabile_porto3VIBO VALENTIA - Certo, se ci fossero state le famose centraline di rilevamento dell’inquinamento atmosferico si sarebbe saputo con precisione la quantità di amianto dispersa nell’aria. Ma, come da prassi nel Comune di Vibo Valentia, dopo il crollo, ieri, di un capannone abbandonato nell'area portuale, basta una semplice ordinanza per arginare il problema e passare così la patata bollente ai cittadini, obbligati in tempi record a munirsi di mascherine, a chiudere le finestre, a stare attenti a non spazzare i balconi e a barricarsi dentro casa in attesa della contrordinanza. Normale amministrazione, dunque, come già successo altre volte con il divieto di utilizzo dell’acqua potabile

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mini Ottavio-Bruni-150x150Dopo il terremoto provocato dall'operazione che nei giorni scorsi ha portato all'arresto di 24 presunti affiliati e fiancheggiatori del clan Mancuso di Limbadi, il consigliere regionale Udc Ottavio Gaetano Bruni offre la sua versione sui presunti contatti con la 'ndrina più potente del Vibonese emersi da alcune intercettazioni telefoniche effettuate dai carabinieri del Ros di Catanzaro. Bruni conferma ovviamente i suoi rapporti con Aurelio Maccarone, ma smentisce qualsiasi contatto con i Mancuso. "Con riferimento alle vicende relative all’inchiesta denominata 'Black Money' – spiega – che mi attribuisce determinati rapporti 'amicali', suscitando in me grande stupore, ritengo siano indispensabili alcune chiare precisazioni a tutela non solo della mia onorabilità, come uomo e come politico-amministratore in tanti lunghi anni di onestà, umile, trasparente, limpida attività, ma anche e soprattutto per rassicurare, ancora oggi, molti, tantissimi amici cari che mi sono stati sempre e mi sono ancora vicini con affetto e solidarietà.
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mini figli_di_un_dio_minoreIl vento piange. La terra asciuga. Le urla e le lacrime rimbalzano tra i vicoli vuoti del centro abitato. Tra le case e le strade. Poi si frantumano. Si sciolgono nel silenzio. Gemono. Si spengono. Le vite non hanno ovunque lo stesso peso, figuriamoci le morti. L’unità di misura cambia al variare delle latitudini geografiche, in una nazione spaccata nei sentimenti e discorde nelle opportunità.  C’è la vita di chi muore ammazzato in una pineta di Ripe di Civitella, in fondo ad un pozzo nella campagna di Avetrana o tra la fitta vegetazione di un campo incolto alle porte di Brembate Sopra. E poi ci sono le “altre” morti. Quelle che non valgono la prima pagina dei quotidiani, il plastico di “Porta a Porta”, le poltrone bianche di “Domenica In” o l’indignazione sintetica della Barbara D’Urso di turno. Storie di microfoni spenti che uccidono ancora. Per la seconda volta. Come per Filippo Ceravolo, 19 anni, innocente. Sparato in un agguato ‘ndranghetista fra Pizzoni e Soriano Calabro. A bordo di una macchina che non era la sua macchina.

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Venerdì, 27 Aprile 2012 15:41

Alla ricerca della targa perduta

mini targa_ndrangheta_3Era giovedì. Giovedì 15 dicembre, quando il Consiglio Comunale serrese con un’unanimità intrisa di legittimo equilibrio, chiese a S.E. il Prefetto di spedire a Serra la targa con la dicitura “Qui la ‘ndrangheta non entra.”. Un emblema di fiera legalità da affiggere all’esterno del palazzo municipale. Lo propose il consigliere di minoranza Lo Iacono. Un’idea inopinabile. L’assemblea all’unisono approvò compiaciuta: “Questa targa s’ha da fare!” Tutti d’accordo, come ad un matrimonio.

Un gesto importante. Un eloquente segno di ribellione nei confronti del pericoloso sistema che alimenta la criminalità cittadina. Perché proprio l’amministrazione deve essere d’esempio per la comunità, anche attraverso delle semplici azioni simboliche volte a diffondere la cultura della giustizia. Una targa, quattro piccoli chiodi, un grande passo per la legalità.

Certo, sarebbe da stolti, pensare che una semplice affissione possa bastare a rendere immuni da un virus così atroce com’è quello della ‘ndrangheta.

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Lunedì, 23 Aprile 2012 18:18

Chi non ha peccato paghi la prima Imu

mini imu-toreFra i tanti scarabocchi ideati da Monti c’è l’Imu, imposta pronipote dell’Ici ma molto più robusta ed odiosa, che grava sulle proprietà immobiliari di tutti i cittadini. Tutti, senza alcuna eccezione. Compresi i più poveri, gli anziani ricoverati negli ospizi (che pagheranno l’Imu come seconda casa) e quelli che ancora per la casa pagano il mutuo (e quindi si troveranno a pagare una tassa su un bene di cui non sono ancora proprietari). Notizia nella notizia è che a pagare l’imposta dovrebbe essere anche Sacra Romana Chiesa. Ma solo per gli immobili a scopo di lucro e non per i luoghi di culto. Da qui il via alle strategie elusive della “Benedetto XVI Spa”.

In men che non si dica è tutto un fiorire di cappelle. In particolare a Roma, dove si sta diffondendo l’innovativo fenomeno delle Chiese aperte. Esatto: aperte. Anche e soprattutto di quelle fino ad ora accessibili ai fedeli solo durante l’orario delle messe. Improvvisamente acquasantiere, navate ed altari sono messi a disposizione, 24ore su 24, dei flash fotografici di frotte di turisti poco devoti e tanto rumorosi. I visitatori entusiasti applaudono la scelta innovativa del Vaticano, ma ne ignorano le ragioni meramente pragmatiche. La genialità della chiesa sta nell’aver trasformato decine di immobili in luogo di culto, semplicemente aprendo le porte al pubblico. Ma la cosa che fa più rabbia è l’artificio ingegnato per esentare le scuole cattoliche dal pagamento dell’Imu: le rette salatissime sarebbero in realtà semplici finanziamenti alla comunità religiosa che manda avanti la scuola. Come se ogni studente facesse una donazione spontanea.

La corsa frenetica dei soldati di Dio a cercare alibi per non pagare le tasse è un insulto alla dignità di tutti gli italiani. Un pugno dritto allo stomaco a quei padri di famiglia che non hanno scorciatoie da battere per sottrarsi a questa scellerata Imu. Non è concepibile che sia proprio un’istituzione spirituale ad elucubrare escamotage utili a bypassare le restrizioni che i cittadini, anche i meno abbienti, invece sono costretti a subire. Ne otteniamo che chi dovrebbe prendersi cura delle anime della gente, si rifiuta di contribuire alle loro necessità per preservare i propri privilegi, mentre i cittadini rimangono costretti ad un grigiore medievale perpetuo, schiacciati dall’avidità di papi, porporati, chiese e cattedrali. Consacrate al culto del Dio denaro. 

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mini Certosa_2Un giallo, ma più che un giallo un mistero, un autentico rompicapo del quale si è lentamente persa la memoria. Un episodio, strano, accaduto oltre trent’anni fa, in un luogo sul quale, da sempre, aleggia il mistero ed alberga la leggenda. La Certosa di Serra San Bruno, per certi aspetti, un luogo simbolo, sul quale spesso si esercita un giornalismo da avanspettacolo alla ricerca di facile sensazionalismo e scoop a buon mercato. Da Majorana, a Milingo, dal pilota di Hiroshima a Federico Caffè, ammesso che sia tutto falso, quando c’è da cercare una traccia di qualche illustre personaggio “svanito” nel nulla, la Certosa viene sistematicamente chiamata in causa.

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mini pasquale_2SERRA SAN BRUNO - E' stata depositata proprio stamattina, presso la cancelleria del Tribunale di Vibo, l'istanza per la riapertura delle indagini sull'omicidio di Pasquale Andreacchi, 18enne serrese sequestrato, picchiato selvaggiamente e poi ucciso con un colpo di pistola in fronte nell'ottobre del 2009. A depositare la richiesta l'avvocato Giovanna Fronte, che si occupa del caso da poco tempo ma che probabilmente ha già trovato nelle indagini svolte in precedenza molti elementi da chiarire e da approfondire. In effetti, aveva destato molto stupore la notizia dell'archiviazione del caso avvenuta il 30 dicembre 2010; una notizia passata completamente sotto silenzio e di cui non erano a conoscenza neanche i genitori di Pasquale. E' stato proprio grazie ad un'altra richiesta presentata di recente dall'avv. Fronte che si è scoperto dell'archiviazione dell'inchiesta per omicidio e sequestro di persona

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