mini municipio_serra
Riceviamo e pubblichiamo
 
 
Rimango basito ogniqualvolta penso a come anche un solo serrese abbia potuto dare fiducia alla maggioranza di centrodestra che guida il nostro comune. Una maggioranza che si caratterizza attraverso un’ immobilismo disarmante. Un po’ poco per chi affermava, solo due anni fa, di avere la bacchetta magica e di poter nel giro di poco tempo risolvere tutti i problemi della nostra cittadina. Mi riferisco alla possibilità di incentivare l’imprenditoria facilitando l’accesso al credito dei giovani facendo in modo che il comune potesse fare da garante nei confronti delle banche, mi riferisco alla possibilità di consegnare alle giovani coppie in difficoltà le case che facevano parte del progetto “Paese Albergo”, ai 100 posti di lavoro al Parco e alla raccolta differenziata con codice a barre che avrebbe dovuto far raggiungere le percentuali auspicate dal governo nazionale nel giro di poco tempo…
Ci ritroviamo purtroppo di fronte a una realtà diversa, per l’imprenditoria non è stato mosso un dito e le giovani coppie attendono ancora invano l’uscita del bando per l’assegnazione delle case albergo; dei 100 posti di lavoro neanche l’ombra,  tranne che per una manciata di contratti mensili per amici e parenti della maggioranza e la raccolta differenziata è rimasta orfana delle buste con colorazione diversa per ogni materiale riciclabile e dei codici a barre dopo neanche un mese dalla messa in atto. Le strade sono di nuovo piene di rifiuti abbandonati da chi, con senso civico pari a zero, certifica in tal modo il fallimento di un progetto tanto sbandierato nel dopo elezioni del 2011, così come tanto trascurato e mal gestito dopo qualche mese.
Un’amministrazione che si rispetti dovrebbe essere caratterizzata dal dialogo, anche con toni forti, e dalla dialettica. Negli ultimi due anni i serresi hanno dovuto assistere invece, a teatrini che niente hanno a che vedere con la politica e con chi afferma di farne parte: abbandoni dell’aula da parte della maggioranza per far mancare il numero legale (in genere questa possibilità è vista come manna dal cielo dalla minoranza che da sola non ha i numeri per invalidare una votazione) e richieste di sospensioni, ben tre nell’ultimo consiglio comunale, per attaccarsi al telefono e chiedere consigli su come proseguire la seduta. Una maggioranza muta e impalpabile se non fosse per il capogruppo in consiglio e qualche sporadica uscita poco felice del sindaco. Dall’altro lato una opposizione che in alcune occasioni ha dovuto dimenticare di essere tale e mantenere il numero legale per votare provvedimenti considerati positivi per tutta la cittadinanza, una opposizione che in ogni consiglio si ritrova a doversi astenere o addirittura a dover abbandonare l’aula durante le votazioni in quanto la maggior parte dei punti all’ordine del giorno individuati dalla maggioranza non seguono l’iter imposto dal Testo Unico ma vengono portati in consiglio e discussi come se fossero argomenti da bar.
Il ruolo di trascinatore che Serra San Bruno ha sempre avuto verso tutto il comprensorio sembra sia venuto meno e per ciò si deve ringraziare chi con voglia di rivalsa è riuscito ad avere la maggioranza senza pensare che una volta arrivato a Palazzo Tucci avrebbe dovuto governare e non divulgare slogan buoni finché si è in campagna elettorale ma di impossibile attuazione quando si ha l’onore e soprattutto l’onere di gestire la cosa pubblica…
Auspico che, con grande senso di responsabilità, l’attuale maggioranza decida di fare un passo indietro in modo da ridare ai cittadini la possibilità di scegliere nuovamente quale possa essere il meglio per la nostra cittadina, questa volta con qualche certezza in più e qualche politicante della domenica, con famiglia numerosa a seguito, in meno.   
 
Michele Grenci

Coordinatore movimento politico 'Al lavoro per il cambiamento'
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Martedì, 04 Giugno 2013 11:49

Lsu/Lpu, le preoccupazioni del Pd

mini municipio serraRiceviamo e pubblichiamo:

 

Siamo profondamente preoccupati ed amareggiati rispetto alla notizia che da diversi giorni circola negli ambienti cittadini, apparsa anche sulla stampa locale, circa la volontà del Sindaco Rosi e della sua maggioranza targata PDL di non voler rinnovare i contratti dei lavoratori LSU/LPU che scadranno il prossimo 31 Dicembre. Una scelta politico- amministrativa, portata avanti dall’amministrazione comunale, che rischia però di sbattere in mezzo ad una strada 58 lavoratori e le loro famiglie che da 15 anni mandano avanti, tra le numerose difficoltà che quotidianamente riscontrano, molti servizi essenziali del comune.  

La notizia ci lascia sconcertati, stupiti e increduli, soprattutto in un contesto storico in cui, ad ogni livello, i temi dell’occupazione e della tutela dei lavoratori assumono un ruolo centrale. In un periodo difficile, nel quale si vuole difendere ogni singolo posto di lavoro, la “lungimirante” amministrazione serrese decide di mandare a casa i lavoratori per esternalizzare e privatizzare alcuni servizi, primo fra tutti - per come si apprende dalla stampa - la raccolta differenziata. Non riusciamo a capire la logica che spinge in tale direzione anche alla luce delle drammatiche ripercussioni economiche che tale decisione potrebbe avere, non solo per le famiglie interessate, ma anche per l’economia cittadina.

Per tali motivi condurremo su questo tema una battaglia serrata e continua. Difenderemo i lavoratori e le loro famiglie ricordandoci il debito che la società ha nei loro confronti poiché, a fronte di anni di precariato, di un esiguo stipendio e senza alcun contributo previdenziale, quotidianamente sono impegnati a garantire anche il funzionamento della macchina burocratica comunale che altrimenti sarebbe ferma.

Riteniamo, quindi, che l’amministrazione comunale debba cambiare idea su questa importante e delicata questione prima che succeda l’irreparabile e si apra una fase di tensioni sociali senza precedenti per la nostra comunità.

Come locale circolo PD siamo molti attenti ai diritti dei lavoratori e porteremo avanti questa battaglia coinvolgendo direttamente anche i deputati democratici che già in questi giorni hanno investito della questione il competente Ministero del Lavoro. Nel tavolo tecnico riunitosi a Roma i parlamentari hanno chiesto un contributo economico specifico per procedere alla stabilizzazione dei lavoratori LSU/LPU calabresi e risolvere definitivamente l’annosa questione.

Gli esponenti pidiellini piuttosto che guardare a come “liberarsi” di quello che per loro è ormai diventato un problema dovrebbero cercare di valorizzare le competenze e professionalità di questi operatori e forse riuscirebbero un po’ meglio nel garantire ai cittadini quei servizi indispensabili e quella gestione dell’ordinario che al momento non sembrano capaci di assicurare.

A questo proposito chiediamo loro una netta inversione di rotta rispetto all’attuale modo di gestire la cosa pubblica. Il livello di degrado politico, culturale e sociale raggiunto in poco più di due anni dimostra, infatti, un’incapacità amministrativa senza precedenti per il nostro paese alla quale non è consentito aggiungere ulteriori aggravanti attraverso decisioni scellerate a cui non sarebbe più possibile porre rimedio.

Rosanna Federico
Consigliere Comunale del PD

Luigi Tassone
PD Serra San Bruno

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mini precari 4Un’anomalia dell’assistenzialismo all’italiana. Per migliaia di lavoratori, appesi all’incubo della precarietà, è un dramma che dura da 15 anni. Per la politica, che ha partorito quest’ennesima bomba sociale, oggi è diventato un fardello pesantissimo, difficile da portare (e da scaricare). Il Consiglio di Stato (sentenza n. 1253/2007) ha decretato che l’attività dei lavoratori socialmente utili e di pubblica utilità non può qualificarsi come un vero rapporto di impiego, “e ciò per la considerazione che il rapporto dei lavoratori socialmente utili trae origine da motivi assistenziali e riguarda un impegno lavorativo certamente precario”. Un responso impietoso, difficile da accettare per chi svolge quotidianamente servizi essenziali in migliaia di enti locali - per poche centinaia di euro al mese e senza alcun contributo previdenziale - ed è ciclicamente costretto a scendere in piazza

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Giovedì, 30 Maggio 2013 17:59

Donne, ma anche uomini: la Calabria vale

mini foto_di_Andrea_CannizzaroLa tragedia mediatica successiva alla cronaca che riporta l’ennesimo caso di violenza in Italia mi ha profondamente colpito. Quando ho letto del clamore post assassinio di Fabiana Luzzi il mio corpo si è contratto perché non si è mai abituati ad un certo tipo di sorprese. Sono calabrese, esattamente di Bagnara Calabra. E so meglio di molti altri quanto vale agli occhi dell’italiano nell’era di SB la mia regione: zero.

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mini 965387_387564951361158_1466367502_o"Dopo la giornata di ieri in cui si è riuscito ad evitare l'apertura illeggitima della discarica di rifiuti speciali non pericolosi di Scala Coeli, questa mattina nessun camion è arrivato in località Pipino e quindi la discarica continua a restare chiusa. Anche stamattina dall'alba agricoltori, comitati e associazioni hanno presidiato e controllato 'il luogo del misfatto'. In questo momento, fino a questa sera, a vigilare vi saranno oltre alle forze dell'ordine, a turno gli allevatori auto organizzati e noi dei comitati". La protesta va avanti ad oltranza e le barricate continuano a fermare i camion.

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Giovedì, 09 Maggio 2013 13:17

Lsu/Lpu: Censore (Pd) si rivolge al governo

mini CensoreBruno
Riceviamo e pubblichiamo
 
 
«Spettabile Ministro, mi sia consentita, preliminarmente, una constatazione oggettiva: l’autentica polveriera che sta assumendo i connotati di una vera e propria bomba sociale, che potrebbe esplodere da un momento all’altro, richiede risposte immediate e ineluttabili per eliminare il disagio sociale e per ridare dignità e prospettive a migliaia di lavoratori calabresi».
E’ questo l’incipit di una lunga, accorata ed articolata lettera che il Deputato del Partito Democratico Bruno Censore, assieme ai colleghi Vincenza Bruno Bossio (PD) e Ferdinando Aiello (SeL), ha indirizzato al Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, On.Prof. Enrico Giovannini, per chiedere l’istituzione di un tavolo tecnico per la stabilizzazione degli Lsu/Lpu, al fine di studiare e individuare soluzioni definitive per il problema dei cinquemila Lavoratori Socialmente Utili e di Pubblica Utilità calabresi.
«Il riferimento - scrive Censore - è alla vicenda, annosa, insoluta e per certi versi paradossale, che riguarda gli oltre 5.000 Lsu/Lpu Utilità calabresi. La loro condizione di precarietà risulta sempre più grave tanto che in seguito alla recente sentenza della Corte costituzionale che ha bocciato l’art.55 del collegato alla Manovra finanziaria 2012 della Regione Calabria i rischi per il loro futuro sono improvvisamente divenuti elevatissimi».
Bruno Censore, insomma, intende investire del caso la politica nazionale. «Assieme ai Consiglieri regionali Carlo Guccione e Nino De Gaetano che da sempre assieme al sottoscritto con molta attenzione seguono la questione, vigileremo affinché le rassicurazioni e gli impegni della Regione Calabria, almeno questa volta, siano mantenuti. Bisogna scrivere la parola fine su questa inaccettabile precarietà mettendo in campo tutte le iniziative necessarie ad arrivare ad una soluzione, ecco perché - conclude Bruno Censore - assieme ai colleghi Enza Bruno Bossio e Ferdinando Aiello abbiamo chiesto al Ministro del Lavoro l’immediata istituzione di un tavolo tecnico per la stabilizzazione degli Lsu/Lpu, senza i quali, lo ricordo, sarà messa in ginocchio non solo l’economia di oltre 5.000 famiglie ma anche la normale gestione dei servizi essenziali in molti enti locali calabresi».
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mini piattaforma_ecologicaVIBO VALENTIA - Non è nemmeno passato un mese dall’ultima emergenza, che subito ne inizia un’altra della stessa natura. Rifiuti. Tanti, forse troppi. Disseminati in ogni angolo delle città, nauseabondi e pericolosi per l’igiene e la salute pubblica. Una storia talmente atrofizzata che la parola “emergenza” non è nemmeno poi troppo adeguata al caso. Perché questa storia è ormai normalità, specie in provincia di Vibo Valentia, costretta a sentire oltretutto il peso ingombrante dell’ospite scomodo, dovendo per forza di cose conferire oltre i propri confini. E i 50 Comuni del comprensorio vibonese, lamentosi e perennemente in cerca di soluzioni calate dall’alto, stanno ancora a guardare. Guardare e aspettare che qualcuno o qualcosa si muova per ripristinare l’ordinario, senza conseguentemente tentare di correre ai ripari potenziando magari quel servizio virtuoso della differenziata che solo alcuni enti praticano e in maniera per giunta neanche ottimale. Tra l’altro pare non siano bastate nemmeno le dichiarazioni dell’assessore regionale all’Ambiente, Francesco Pugliano, che appena qualche giorno fa ha ammesso la particolare difficoltà di far conferire i rifiuti calabresi nelle discariche autoctone, per spingere i sindaci a dire finalmente “basta” al sistema vecchio e obsoleto, oltre che controproducente, della spazzatura indifferenziata. Così, Gregorio Greco proprietario di una delle due uniche piattaforme ecologiche della provincia, la Gf Ambiente sita in loc. Aeroporto, lancia la sua personale iniziativa: "offrire a tutti i Comuni la gestione gratuita di tutte i rifiuti differenziati". Che in tempo di emergenza suona come una preziosa idea da sposare immediatamente. “L’iniziativa – ha spiegato durante la conferenza stampa di ieri mattina proprio il titolare della piattaforma Greco - che per ora ha una durata sperimentale di 6 mesi ha il duplice scopo di promuovere sia l’attività della GF Ambiente, che di dare un concreto contributo alle amministrazioni locali in questo particolare momento storico, per la corretta gestione del ciclo dei rifiuti, universalmente riconosciuta nella “raccolta differenziata spinta” e unica modalità possibile per portare a soluzione il drammatico problema dei rifiuti”. In realtà, ormai dovrebbe essere noto a tutti il modus operandi del ciclo dei rifiuti indifferenziato che finiscono il loro percorso in delle grosse buche scavate dovunque sia possibile per, prima o poi, saturarsi e creare, fintanto non si individuino nuovi terreni da scavare, l’emergenza. La Calabria, in questo particolare settore, vanta dei primati negativi insieme alla Campania e, non a caso, anche il governatore Giuseppe Scopelliti ha dovuto pagare dazio con sei mesi di reclusione confermati in appello per “omissione in atti di ufficio” in merito alla mancata bonifica della discarica di Longhi-Bovetto nel periodo in cui era Sindaco di Reggio Calabria. Però, c’è da dire che la stessa Calabria ha anche delle eccellenze di cui andare fieri e da cui prendere esempio, come il comune cosentino di Saracena tra i primi in Italia per la percentuale di differenziata raggiunta. Ovviamente, tra gli ultimi del bel Paese rimane Vibo Valentia, che con il suo misero 9,8 per cento (dati Istat aggiornati al 10 luglio 2012) rischia davvero di sommergere, con l’estate alle porte, sotto tonnellate di rifiuti. Ma questa iniziativa può far cambiare il pessimo trend fin qui percorso, sempre che i primi cittadini abbiano giuste orecchie per sentire.

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mini chiesa_Mongiana_e_foto_NadileMONGIANA – Questa volta non ci sarà il solito percorso di montagna che porta al lavoro, fatto di terra umida o polvere, questa volta ad accogliere Nazzareno Nadile, l’operaio 42enne morto a causa di un incidente sul lavoro, ci sarà un sentiero fiorito che porta al ristoro dalla fatica, dove riposa chi ha vissuto con la coscienza pura. I funerali del boscaiolo si sono celebrati ieri pomeriggio nella chiesa di Mongiana dedicata alla Beata Vergine delle Grazie. Il corteo quasi ammutolito, ha seguito il feretro che dalla casa è giunto in chiesa tra la commozione di parenti, amici e colleghi di lavoro, che da sempre hanno condiviso con lo sventurato lavoratore, numerose ore di lavoro e di fatica per garantire a se stessi e alla propria famiglia un'esistenza libera e dignitosa. Nazzanero Nadile da alcuni giorni si trovava ricoverato in gravissime condizioni presso il reparto di rianimazione dell’ospedale Pugliese di Catanzaro, dov’era giunto, a bordo di un elicottero del 118, in seguito alle conseguenze di un incidente sul lavoro che lo avevano costretto a lottare tra la vita e la morte, come spesso accade alla persone meno fortunate, non ce l’ha fatta. Le condizioni negli ultimi giorni si erano aggravate al tal punto che i sanitari stessi avevano lasciato ai familiari ben poche speranze circa la ripresa del giovane. La prognosi per tutto il periodo del ricovero era stata riservata fino a quando per il giovane non c’è stato più nulla da fare. E’ deceduto dopo le gravi ferite riportate in quella che avrebbe dovuto essere una delle tante mattinate di lavoro e che invece si è trasformata in una tragedia. Ora non è rimasto altro che un ultimo saluto a quel giovane che, dopo le estenuanti ore di lavoro, con la dolcezza che solo il cuore di un figlio può avere, era solito occuparsi della madre invalida a cui ogni sera rimboccava le coperte adagiandola amorevolmente nel letto. Quel letto dove lui era nato e che ora non lo rivedrà più.

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Sabato, 27 Aprile 2013 13:49

La mafia è di destra o di sinistra?

mini enotrio-pugliese-onorata-societa-casolare-uomo-fucile_1La mafia è di destra o di sinistra? Tranne qualche eccezione, come ad esempio la famiglia Mancuso di Limbadi, che storicamente o almeno fino a qualche decennio addietro si professava di sinistra, la mafia e la ‘ndrangheta hanno sempre appoggiato politiche e partiti di centro e di destra. Eccezione, forse non unica, Ciccio Mancuso, capostipite della famiglia malavitosa che fu ai suoi tempi iscritto al PCI, e fiero della sua tessera di partito in tasca, avviò, con scarsi, scarsissimi risultati la propria progenie alla ad una formazione di sinistra. Anche le varie diversificazioni della cultura popolare sono state a volte assorbite dalla malavita. Per vestire il ruolo dell’”istituzione” ‘ndrangheta di un’aura popolare, di tradizione, vengono creati miti rubando anche musiche e balli. Questo accade principalmente per creare scientificamente quel substrato di cultura deviata che attecchisce nelle classi più disagiate e nei giovani, che per primi vengono affascinati da questo potere malvagio, che dapprima nasconde il suo vero volto di dolore, e mostra le sembianze di bella donna ammaliatrice. Lo stesso desiderio di darsi “nobili” origini, di autoproclamarsi prosieguo del brigantaggio, è una delle bugie maggiori e molto meglio riuscite alla mafia. I tre cavalieri Osso, Mastrosso e Carcagnosso, la ‘ndrina, l’onorata… Il brigantaggio fu un movimento popolare perchè canalizzò la carica di protesta e i fermenti di ribellione delle classi subalterne calabresi, anche se in forme individualistiche e prepolitiche. Anche se non si può certo negare il tentativo spesso riuscito di strumentalizzare questo movimento rivoluzionario, che potremmo, al limite, anche se con le dovute proporzioni, paragonarlo più che alla mafia al movimento partigiano (anche se quest’ultimo molto più politicizzato) o a tentativi di rivolta armata come può essere stato il movimento del sessantotto e le brigate rosse. 

La mafia, contrariamente a quanto spesso, troppo spesso viene scritto, non è mai stata popolare, non è cioè un insieme di manifestazioni delle classi subalterne, ma riguarda essenzialmente determinati gruppi di classi dominanti che, in alcune circostanze e per determinati motivi, gestiscono il potere o cercano di entrare a farne parte in modo subdolo e sotterraneo. Il fenomeno della mafia può essere compreso nella sua genesi, nelle sue implicazioni, nella sua funzione, in una prospettiva rigorosamente marxista, che utilizzi, s’intende, anche i concetti elaborati dalle “scienze dell’uomo”, senza però cadere nell’ambiguità tipica dell’uso borghese di esse, per cui vengono ad esempio arbitrariamente assimilati i concetti di gruppo e di classe, che “marxisticamente” vanno nettamente distinti in questa prospettiva. Occorre partire dalla divisione della società in classi contrapposte, dominante e subalterna. La mafia costituisce il tentativo delle classi dominanti di conservare l’egemonia o di partecipare ad essa in maniera maggiore, attraverso mezzi extralegali o sovrapposti al potere legale e organizzando, quindi, una serie di comportamenti che servono al mantenimento del dominio di classe. L’aspetto reazionario della mafia è immediatamente percepibile sol che si pensi alle forze politiche (decisamente conservatrici) che si poggiano ad essa e che essa appoggia, sempre nel senso opposto alle rivendicazioni dei contadini e dagli operai (la strage di Portella della ginestra o la repressione di Caulonia o l’uccisione delle decine di sindacalisti siciliani, o di Peppe Valarioti in Rosarno). La connessione tra mafia e forze politicihe conservatrici è stata sottolineata da diversi autori. Gemelli nota: “L’origine di questa famosa istituzione risale all’epoca feudale, quando alle forze pubbliche sostituivasi dappertutto la forza personale, quando il barone, il proprietario per difendere la roba erano obbligati a tenere al proprio obolo delle squadre di uomini facinorosi i quali proteggevano è vero il castello e la masseria, ma a patto di essere difesi e protetti contro le autorità per tutte le prepotenze e delitti e ruberie che commettevano agli altri” (Storia della Siciliana Rivoluzione del 1848). Il radicamento attuale dei partiti di destra nella ‘ndrangheta è oramai evidente e lo si percepisce nel territorio, anche se spesso anche i partiti di sinistra non ne sono immuni. Un’associazione di sinistra, che lavora sul territorio, che cerca di veicolare ai giovani punti di vista diversi dal pensiero dominante, sempre improntati alla solidarietà e al collettivismo, per i motivi storici che ho cercato di riassumere in questa riflessione, e perchè mantiene viva la cultura popolare e antagonista, è ancora destinataria di teste di pecore sgozzate, perché - e di questa espressione la mafia può assumersi tranquillamente la paternità - “lu cumannari è miegghjiu di lu futtari”.

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mini telefono_azzurro
Riceviamo e pubblichiamo
 
 
I bambini sono il nostro futuro, la continuazione delle nostre esperienze e della nostra anima. Rispettarli, amarli, custodirli e proteggerli è un nostro dovere. Soprattutto è nostro dovere trasmettergli il significato della vita e dell'amore, il senso del rispetto iniziando con il rispettare le loro esigenze e le loro anime. Ogni essere vivente è un mondo a se, un universo a parte. Bisogna prenderne coscienza nel pieno rispetto di ogni esistenza. Giorno 21 Aprile, Domenica, alle ore 17.30, presso palazzo Chimirri a Serra San Bruno, I Parafoné vogliono condividere con voi, con la gioia che solo la musica può trasmettere un pomeriggio dedicato ai Ragazzi e ai parafonellini che cantano le nostre canzoni. Chiameremo questo concertino pomeridiano "Uno, Due, Tre... Stella!" e lo dedicheremo a tutti quei ragazzi e bambini che subiscono quotidianamente violenze... psicologiche, fisiche emotive e di qualsiasi genere.
 
Abbiamo scelto questo titolo, del famoso gioco a cui tutti abbiamo giocato, per un motivo ben preciso: i bambini con la loro innocenza e fantasia riescono a vedere oltre le nostre nefandezze, ad amare sempre e comunque i genitori, anche se questi gli faranno del male. Nel gioco un bambino messo al muro, conterà 1,2,3....stella! e ci piace pensare che a fermarsi, sorpreso dal bambino, sia l'adulto... e che prenda coscienza che un bambino non può e non deve essere maltrattato né usato... e l'arrivo alla base sia un profondo abbraccio per tutti i nostri ragazzi e i bambini, di ogni parte del mondo che sono vittime della rabbia e dell'incoscienza degli adulti.
 
Nella giornata di domenica sosterremo l'iniziativa di Telefono Azzurro "Fiori d'azzurro": verranno vendute delle piante, il cui ricavato andrà interamente a questa associazione che da 25 anni si occupa delle esigenze di bambini in difficoltà.
 
Per una buona riuscita della giornata, ci piacerebbe la partecipazione attiva dei genitori che accompagneranno i bambini al concerto. Partecipazione attiva significa che ognuno è libero di fare un gesto d'affetto per i ragazzi... siccome è festa... si possono preparare ad esempio dolcetti, qualcosa da bere... o quello che la fantasia e il cuore vi suggeriscono.
 
Non abbiamo chiesto, nonostante ci è stato proposto, nessun contributo economico, appunto perchè ci teniamo a questo tipo di partecipazione, che ci faccia sentire tutti parte di un'unica festa e famiglia. 
 
Potete contattarci anche su Facebook, e organizziamo insieme questa festicciola... grazie!! A Domenica!
 
Parafonè
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