santa mariaSERRA SAN BRUNO - A sentire il sindaco Rosi dai palchi della campagna elettorale, a Serra, negli anni avvenire avremo mangiato pane e cultura. Un sentiero vergine da battere con l’ausilio di tanti assi nella manica: il vecchio carcere da ristrutturare e da adibire a biblioteca comunale, il mercato coperto convertito in teatro, l’ex kursaal trasformato in centro convegni. Per un paese, tutt’ intero, che sarebbe divenuto presto capitale spirituale d’Europa. Che poi a dire il vero, in che cosa sarebbe consistito questo tanto sbandierato titolo mistico continentale, nel concreto non lo ha mai saputo nessuno. Forse neanche lui.

Poi passano i mesi e le linee di demarcazione si fanno più sottili, i dubbi si sciolgono, i proclami si scoloriscono. Oggi tutti ci vedono chiaro. E le promesse si sono rivelate eloquenti bugie: a Serra della ‘cultura’ non s’è vista neanche l’ombra. Ma quel che è peggio è che proprio da parte dell’amministrazione stessa, con cadenza quasi quotidiana, arrivano pesanti contributi a sostegno di questo inarrestabile sprofondo intellettuale che sta inghiottendo tutto il paese. Sempre più in basso.

La scorsa domenica, il 26 agosto, immerso nel suggestivo scenario del santuario di Santa Maria si è tenuta un’interessante rassegna volta a valorizzare oltre che le risorse artistiche, anche quelle letterarie, culturali e spirituali del nostro territorio. L’evento, organizzato dal caffè letterario ‘Civitas Bruniana’ presieduto dal professor Bruno Tozzo, ha riunito pittori, scultori, fotografi, poeti, scrittori e molti altri artisti serresi. Un lodevole contributo volto a stimolare il risveglio della cultura cittadina, partendo proprio dai propri nomi. Da quello che già abbiamo in casa.

La mostra ha ricevuto il patrocinio del comune di Serra San Bruno, ma solo sui manifesti. Infatti il sindaco si è reso latitante per tutta la giornata, e quindi il suo intervento atteso e previsto in scaletta, non è mai arrivato. Oltre al danno la beffa. Gli artisti invitati all’iniziativa, una ventina di giovani mossi dall’estro e, soprattutto, dalla passione artistica, e per cui chiaramente non era previsto alcun rimborso spese o cachet, hanno trovato un’amara sorpresa ad attenderli alla fine dell’evento. Una multa ciascuno schiacciata sotto al tergicristallo delle rispettive auto. Divieto di sosta. Euro 40.

Inizialmente gli artisti avevano avuto il libero accesso alla zona pedonale per agevolare le manovre di carico e scarico delle stampe, delle sculture, dei quadri e dei cavalletti su cui esporre le opere, poi senza ricevere alcun preavviso o invito a spostare le auto, si sono appunto ritrovati con le contravvenzioni in bella mostra sul lunotto. Per evitare questa ennesima figuraccia, a discapito di ragazzi che dopo tutto si stavano solo impegnando a valorizzare il buon nome della città agli occhi dei molti visitatori e turisti presenti ai piedi del Santuario di Santa Maria, sarebbe servito solo un pizzico di buon senso e di raziocinio. Sarebbe bastato un avviso, un accenno da parte dell’addetto della polizia municipale e le auto sarebbero state presto sgombrate ed anche questa disavventura si sarebbe evitata. A nulla sono servite le contestazioni da parte di chi comunque stava semplicemente agendo per dare lustro al buon nome di Serra, di quella ventina di artisti serresi capaci, in un solo pomeriggio, di contribuire alla diffusione della cultura locale molto più di quanto abbia saputo fare l’intera classe dirigente in un anno e tre mesi di amministrazione.

Forse è arrivato il momento di iniziare a pensare che la ‘cultura’ non è per noi serresi. Non ci appartiene, anzi non la meritiamo. Perché le amministrazioni non le impone nessuno. Si scelgono. E questa è quella che abbiamo scelto. Basti pensare che nell’anno del primo centenario della morte di Mastro Bruno Pelaggi, nessuno degli amministratori si è ancora preoccupato anche solo di pronunciare il nome del ‘poeta scalpellino’. Di spendere una parola a riguardo. Come se non fosse mai esistito. Anzi come se fosse stato un criminale, una piaga sociale da dimenticare, una pagina nera da nascondere. Di cui meno se ne parla e meglio è. Invece, in realtà, è Mastro Bruno, una delle voci poetiche dialettali più interessanti e meritevole di attenzione della storia letteraria e sociale dell’intero Meridione.

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Giovedì, 23 Agosto 2012 15:52

E' il momento di combatterli

mini casini-monti-bersani-alfano_610x458Pensiamo a quello che dovremo affrontare in questi anni che verranno. Saremo costretti, ancora, a mantenere, con il lavoro di una comunità, questi quattro sciacalli di politici, i quali non riescono a parlare di niente. Perchè non sanno cosa dire. Non si ha un minimo di progettazione, un minimo di idea di come cominciare a fornirci di canna da pesca per andare a pescare, quando i pesci al mercato non avremo più la possibilità di comprarli. Vediamo destra e sinistra fondersi sugli stessi palchi, per dimostrare che cosa? Improbabili sodalizi alla festa del Pd, tra l’Onorevole Censore e il capogruppo dell’Udc, che accettava l’invito senza poi neanche avere a suo seguito l’oramai leader dei casiniani di Serra San Bruno, nonché consigliere comunale di minoranza Pino Raffele, che si mormora non ne sapesse neanche niente. Poi nell’enfasi del discorso, quando si parlava di sanità, Censore stava quasi per attaccare il suo ambito ospite, ma quando poi ha realizzato che la maggioranza era seduta accanto a lui, ha dolcemente punzecchiato Scopelliti, per poi assopirsi nell’intervento di Dattolo ed infine mangiare assieme un croccante panino con la salsiccia elargito gratuitamente ai pochi intervenuti. Malgrado tutto, i tamburi coprivano l’imbarazzo generale degli attoniti passanti che si trovavano davanti quello che dovrebbe essere il rappresentante della sinistra a Serra, seduto accanto alla destra di governo. Che dimostra di avere più amici dell’odiato Raffele, che comanda ancora lui, che dimostra che l’opposizione non esiste. Sembrava il trailer di “Qualunquemente”. Questa è la sinistra di Serra. Questi sono gli uomini che dovrebbero rappresentarci ed accompagnarci fuori da questa depressione economica e sociale. A braccetto con quelli che stanno chiudendo l’ospedale e continuano a propinarci il veleno dell’Alaco dai rubinetti. Una maggioranza dalla oramai sempre più palese connessione alle famiglie di mafia più potenti. E la sinistra? Quella degli operai, delle fabbriche, delle sezioni di partito, quei compagni tosti, operai, boscaioli, figli di operai, con la tessera del PCI in tasca, gli attivisti, i serresi, dovremmo ancora piegarci a questo scempio? A quella politica che ancora raccoglie i cocci di un sistema scoppiato e cerca di rimetterli assieme con la saliva? Viscidi personaggi ancora in giro a fare solo ed esclusivamente i propri affari. E’ la triste conferma, purtroppo, che istituzionalmente non esiste nè destra nè sinistra, ma ci sono ancora e come sempre ricchi e poveri. Padroni ed operai. Non si sente parlare di una proposta di lavoro, di crescita. Che cosa pensiamo, che tra qualche anno scenderà la manna dal cielo? Loro lo sanno bene qual è la strada che stiamo percorrendo, e sanno bene che da questa “crisi” non ne usciremo. Un territorio come Serra ha una sola alternativa: valorizzare la terra, difendere il territorio, tornare alla produzione, alla microeconomia. Ma non abbiamo visto sul territorio nessuna azione incisiva, nessuna azione che possa, un domani, far raccogliere dei frutti. Se oggi non seminiamo, e di zappe e di semi non vedo traccia, quando potremmo pensare di avere i primi frutti? Penso che sia il momento di rimboccarci le maniche. Noi lo stiamo facendo. Mi rivolgo ai giovani: cercate di pensare seriamente al vostro futuro…perché c’è poco da scherzare. E da fare alleanze. E’ il momento di combattere. Di combatterli.

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Mercoledì, 15 Agosto 2012 20:03

Serra Capitale

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Come del resto era prevedibile, la speculazione che stiamo subendo, da quella parte di popolazione del mondo che ha in mano risorse e ricchezza, che altrimenti chiamano “crisi”, non ha risparmiato Serra San Bruno. Che volete? Sarà stata l’acqua sporca, deterrente per quanti hanno preferito non esporsi al vituperato liquido made in Alaco, sarà stata la totale assenza di un ufficio predisposto alla ricezione turistica, fatto di agenzie, di siti operativi, di tecnici delegati alla predisposizione di quelle condizioni che poi permettono e garantiscono un generale aumento dell’Indotto tanto agognato in Serra ed in Calabria molto più generalmente. Eppure ricordo la compagine elettorale che ora amministra questa dimenticata cittadina dell’entroterra calabrese, che tra le tante corbellerie esplose dai berlusconiani palchi, parlava di una fantomatica Capitale Europea del Turismo Religioso.

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mini mpa_serraRiceviamo e pubblichiamo:

La Maggioranza in seno al Comune di Serra San Bruno, vive costantemente la questione legalità con una strana visione tutta sua, figlia evidentemente di quel modus operandi che ha portato il Popolo delle Libertà a vincere le elezioni Comunali del 15 -16 Maggio 2011.

Tutto ciò che in qualche modo ne sfiori il tema mette ansia, paura e inquietudine agli interessati.

Ma cosa potrà mai creare tanta angoscia nella maggioranza al solo richiamo della legalità? Perfino durante la visita del Santo Padre o durante il corteo in ricordo delle vittime innocenti delle mafie si notava nella maggioranza (molto risicata al corteo) l’imbarazzo a stare assieme alle Autorità presenti. Lo stesso imbarazzo che riteniamo sia stato alla base della decisione di non organizzare una cerimonia pubblica per scoprire la targa “Qui la ‘ndrangheta non entra”, e immaginare, come lo struzzo che nasconde la testa sotto sabbia, che basta solo fissare, con sette mesi di ritardo, di notte in notte, furtivamente e con un assordante silenzio, la targa all’ingresso del Municipio per adempiere alla rovinosa quanto spinosa richiesta della Minoranza, tralasciando di invitare il Prefetto, le Forze dell’Ordine, le Autorità ecclesiastiche, quelle scolastiche e chiaramente il Consiglio Comunale che ha votato all’unanimità la proposta.

Perché tutto questo? Forse perché si ha timore o, meglio, vergogna, della presenza di tutti i componenti del Consiglio che non possono essere sostituiti a piacimento come quando si sostituisce un Assessore (Zaffino) per rilanciare l’azione amministrativa????? Cosa crede questa maggioranza che basti solo togliere dalla mente un problema perché questo, come per magia, scompaia?

La maggioranza consiliare sarebbe stata di certo una dei più importanti casi clinici di Sigmund Freud, il quale si sarebbe di certo accorto del meccanismo psicologico che sta allontanando dalle coscienze del Sindaco e dei suoi compari, quei pericolosi pensieri farciti di lati oscuri sui quali nascono i sospetti e i misteri oramai noti.    

Un tema, quello della legalità, sul quale questa maggioranza è oramai abituata a disattendere o rimuovere.

Nella teoria psicoanalitica, la rimozione, infatti, è un meccanismo di difesa e consiste nell'inconsapevole cancellazione di un ricordo, di una esperienza che il soggetto ha vissuto come acutamente angosciante o traumatizzante.

Di fronte a una situazione che genera eccessiva angoscia, per esempio, l’individuo ricorre a varie strategie per fronteggiare l'estrema portata ansiosa dell'evento, con lo scopo preminente di escludere dalla coscienza ciò che è ritenuto inaccettabile e pericoloso.

D’altronde non può esserci altra spiegazione, dato che, nonostante ciò, la cosa non sembra assolutamente preoccupare Rosi & Compari. Dei numerosi atti illegittimi, posti in essere da questa incompetente e discutibile compagine nel primo anno di attività, già si stanno occupando le Forze dell’Ordine, ma, purtroppo, in spregio alle regole e alle leggi, continua imperterrita e senza preoccupazione alcuna, insita solo in chi è convinto di avere SANTI IN PARADISO, la produzione di dubbi Atti che a quanto pare hanno l’unico scopo di placare il proprio, sempre più agguerrito, elettorato che ormai, ovunque e senza pudore, rinfaccia il mancato rispetto delle promesse fatte in campagna elettorale.

Così, dopo l’affidamento di lavori in somma urgenza, con gara truccata, l’indecorosa gestione delle posizioni organizzative al personale dipendente, l’affidamento diretto a ditta esterna per il trasporto rifiuti, che scientemente hanno reso necessario con la ricollocazione dei bidoni della spazzatura in tutto il territorio comunale, mancata pubblicazione di Determine per oltre 7 mesi, la dubbia gestione dell’emergenza neve, le Ordinanze ballerine, l’incoraggiamento sui network all’avvelenamento collettivo, ecc. ecc., la Giunta Comunale, con delibera n. 128, del 13.07.2012, approva una bozza di convenzione e decide di affidare, ai sensi dell’art. 5 della L. 381/91, ad una cooperativa sociale di tipo B, l’attività dei servizi di gestione parcheggi siti nei pressi della Certosa e di Santa Maria del Bosco.

A tale Delibera è seguita la Determinazione n. 35, del 18.07.2012, del Responsabile del Settore Lavori Pubblici, che ha affidato direttamente il servizio di gestione parcheggi alla Società Cooperativa Sociale “Atena Servizi” di Mileto (VV) che, puntualmente, e su questo non avevamo alcun dubbio, avvia al lavoro giovani di Serra San Bruno di notoria fede politica.

Dalla lettura e, quindi, dall’analisi dei citati atti deliberativi, apprendiamo che il co. 1 della citata L. 381/91, come giustamente viene riportato in premessa della delibera, prevede la derogabilità alla disciplina in materia di contratti della pubblica amministrazione e l’affidamento diretto, mediante stipula di convenzioni, per la fornitura di beni e servizi, diversi da quelli socio-sanitari ed educativi, A CONDIZIONE CHE tali convenzioni siano finalizzate a creare opportunità di lavoro per le persone svantaggiate.

La Giunta Comunale però, opportunamente e dolosamente, richiama in delibera il D. Lgs. n. 276/2003, che, ai fini e per gli effetti di cui allo stesso Decreto, che nulla hanno a che fare con la L. 381/91, all’art. 2 definisce “lavoratore svantaggiato” qualsiasi persona appartenente ad una categoria che abbia difficoltà ad entrare, senza assistenza, nel mercato del lavoro, ovvero qualsiasi persona che soddisfi almeno uno dei criteri indicati all’art. 2 del Regolamento comunitario richiamato sempre in delibera. Ciò è aberrante.

Invero, le persone svantaggiate interessate sono quelle che la stessa Legge 381/91 definisce all’art. 4, così come modificato dall’art. 1 della legge 193/2000, che testualmente recita: “Nelle cooperative che svolgono le attività di cui all'articolo 1, comma 1, lettera b), si considerano persone svantaggiate gli invalidi fisici, psichici e sensoriali, gli ex degenti di ospedali psichiatrici, anche giudiziari, i soggetti in trattamento psichiatrico, i tossicodipendenti, gli alcolisti, i minori in età lavorativa in situazioni di difficoltà familiare, le persone detenute o internate negli istituti penitenziari, i condannati e gli internati ammessi alle misure alternative alla detenzione e al lavoro all'esterno ai sensi dell'articolo 21 della legge 26 luglio 1975, n. 354, e successive modificazioni. (…Omissis … ).

Non ci risulta che le persone assunte rientrino in una delle categorie sopraelencate, ma questo dovrebbe essere immediatamente verificabile, tenuto conto che la condizione di persona svantaggiata deve risultare da documentazione proveniente dalla pubblica amministrazione (art. 4, co. 2, legge 381/91). Altrimenti sarebbe troppo facile raggirare ed eludere i limiti imposti dalla legge in materia di assunzioni (Circ. MEF n. 11/2011)

Ma l’abuso non finisce qui.

Secondo le Linee guida per gli affidamenti a cooperative sociali ai sensi dell’art. 5, co. 1, della L. n. 381/91, emanate dall’Autorità di Vigilanza sui Contratti Pubblici di lavori, servizi e forniture ( AVCP ), l’utilizzo del convenzionamento diretto deve concernere l’affidamento di servizi strumentali, cioè svolti in favore della pubblica amministrazione e riferibili ad esigenze strumentali della stessa, con esclusione dei servizi pubblici locali (in tal senso, C.d.S., sez. V, 11.05.2010, n. 2829) o, comunque, erogati in favore dell’utenza.

L’Autorità di Vigilanza, con Deliberazione n. 34 del 9 marzo 2011, ha escluso che l’istituto della convenzione diretta possa estendersi alle concessioni di servizio pubblico, quali ad es. la gestione di un parcheggio, per le quali la controprestazione consista nel diritto di gestire e di sfruttare economicamente il servizio, secondo lo schema di cui dall’art. 30 del Codice dei contratti.

Purtroppo, anche in questo caso, e non sarà l’ultimo, dobbiamo rilevare che questi signori perseverano nella volontà di gestire la “cosa pubblica” come fosse “cosa loro”, con l’aggravante di farlo in totale disprezzo delle norme che stanno alla base di una gestione legale, imparziale, trasparente e democratica.

Eppure le indagini in corso sul “caso Zaffino”, che hanno portato in Caserma il Sindaco e tutti i consiglieri comunali per essere interrogati, avrebbero dovuto insegnare qualcosa. Quantomeno avrebbero dovuto suggerire un po’ di cautela e non certamente di continuare in questa sfida impari che li vede ogni giorno sempre più isolati e spaventati all’idea di una sempre più imminente e, ormai, ineludibile visita ispettiva.

Ma di chi è la responsabilità di questa inquietante situazione?

Nei romanzi gialli lo stereotipo è che il colpevole è sempre il maggiordomo, innanzitutto perché all'interno di un romanzo è il personaggio più interessante che non mostra mai ciò che pensa veramente e mantiene sempre la posizione di umile servitore, e poi perchè il maggiordomo essendo sempre stato al servizio del padrone, è alla ricerca di un "riscatto", di una vendetta, di un capovolgimento della situazione.

Ora, benché non sia difficile individuare in questa maggioranza chi ricopre il ruolo del maggiordomo e chi, invece, quello del padrone, temiamo che in questo caso il maggiordomo non sia così impavido ad affrontare la situazione. Ed allora, la responsabilità sarà forse del padrone?

Un caso esemplare che ci ricorda la trama del romanzo “10 piccoli indiani” di Agatha Christie:  

- Otto persone, che non si conoscono tra di loro, sono state invitate dal padrone di casa, di cui non sanno l’identità, in una splendida residenza su un’isola dell’Inghilterra. Nonostante lo strano invito, gli ospiti decidono di accettare la proposta e, ognuno di loro, spinto da motivazioni diverse, chi per necessità, chi per gioco, chi per opportunità, si presenta all’appuntamento in questa villa. Gli invitati non hanno trovato il padrone di casa ad aspettarli. Hanno trovato una poesia incorniciata, appesa sopra il caminetto della loro camera, e una voce registrata, inumana e penetrante, che li accusa di essere tutti assassini. Per gli ospiti intrappolati è l'inizio di un interminabile incubo: essendo solo loro gli abitanti di quel luogo ameno, sanno di conoscere l’assassino, poiché deve essere per forza in mezzo a loro e siede al tavolo insieme a loro.I sospetti ricadono su tutti, nessuno escluso, e non ci sono mai abbastanza indizi, non si capisce cosa si nasconde dietro questo gioco perverso né chi ne sia l’artefice.

Il colpo di scena principale, qui, consiste nel fatto che i personaggi scompaiono tutti -.

Chissà se anche in questo romanzo tutto serrese l’epilogo per questi signori possa essere la stesso? D’altronde, anche loro, come gli invitati del romanzo, hanno accettato l’avventura pensando ad un prospero soggiorno e ad un roseo futuro, fino a quando il padrone, raggiunto lo scopo (elettorale) e preoccupato di essere scoperto, non li ha trattati da indesiderati e li ha messi gli uni contro gli altri.

Noi ci auguriamo che l’epilogo sia lo stesso, perchè non è utopico pensare che, finalmente,  anche a Serra San Bruno si possa tornare alla normalità. PREFETTURA DOCET.

 

MPA-AD Sede di Serra San Bruno

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Sabato, 14 Luglio 2012 16:15

Il Prisma/19. Pubblicità

mini IMG_0136_800Il Prisma (rubrica fotografica settimanale a cura di Filippo Rachiele).

La copertina della rubrica si intitola "Pianoforte".

"C'è a chi piace suonare, a chi cantare e a chi scrivere libri a me piace scattare foto..." 


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mini pistola1Non si ferma l'escalation criminale nella provincia di Vibo Valentia. Salvatore Stambè, 26 anni, stava pascolando il suo gregge nelle campagne di Dinami quando, stamane, è rimasto gravemente ferito in un agguato. Il giovane pastore è stato centrato al petto da diversi colpi di pistola esplosi da un killer che, con ogni probabilità, si è poi allontanato a piedi. Il fatto, l'ennesimo episodio criminale verificatosi nel Vibonese negli ultimi mesi, è avvenuto questa mattina intorno alle nove. Il 26enne è ricoverato in prognosi riservata all'ospedale "Jazzolino" di Vibo Valentia. Sull'episodio indagano i carabinieri. Non si esclude possa trattarsi di una vendetta negli ambienti della criminalità organizzata.

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consiglio regionale
Riceviamo e pubblichiamo:

“La proposta di variazione di bilancio per l’anno 2012, presentata dalla Giunta regionale appare assai inadeguata rispetto alle tante emergenze dei calabresi e mobilita risorse di scarsissima entità”.

Lo afferma in una nota il Consigliere regionale del Partito democratico Bruno Censore, componente della Commissione bilancio.

“Nei fatti – afferma Censore -  si mantengono ancora aperte tutte le emergenze di questa regione mentre si ripropongono interventi puramente clientelari. Manca una visione strategica sulla riqualificazione delle entrate, ed essendo questa la terza manovra della maggioranza di centro-destra si dimostra una politica economico- finanziaria attestata solo su verifiche di residui e di fatti contingenti. Nei settori nevralgici della spesa regionale quali la forestazione, i trasporti, i servizi sociali, ed il precariato,  si continua a gestire l’esistente senza mettere mano ad un reale processo di riforma – più volte ostentato dalla maggioranza -  e alla riorganizzazione delle attività  e della relativa spesa.  Si riallocano fondi vincolati – POR, Sanità ed altri fondi statali per 397 milioni di euro – mentre 46 milioni vengono riallocati per economie accertate su fondi vincolati. La parte discrezionale della manovra si riduce a soli 19,3 milioni di euro. Le stesse manovre politiche-finanziarie nazionali che hanno considerevolmente contratto il trasferimento della spesa impongono necessariamente alle regioni di mettere in campo politiche finanziarie di autogoverno capaci di gestire la nuova sfida a cui sono chiamate. Di tutto ciò in Calabria non c’è traccia e la regione viene stretta sempre più in una domanda di risorse a cui non è più in grado di dare risposte”.

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Riceviamo e pubblichiamo

Operazione verità sui lavori di completamento della Trasversale delle Serre. Lo hanno chiesto stamane in una partecipata conferenza stampa il  consigliere regionale Bruno Censore, il presidente della Comunità montana delle Serre, il Vicepresidente del Consiglio provinciale di Catanzaro, dodici sindaci ed amministratori dei Comuni di Fabrizia, Mongiana, Serra, Spadola, Brognaturo, Simbario, Vallelonga, Argusto, Gagliato, Vazzano, Pizzoni e Torre di Ruggiero.
“Questa volta, i soldi ci sono tutti – ha detto in apertura il consigliere Censore. Allora, perché i lavori di completamento di questa importante direttrice viaria vanno così a rilento? Quale arcano mistero impedisce che si arrivi alla conclusione di un’opera la cui realizzazione  è fattore di vero sviluppo per l’area centrale della Calabria che abbraccia lo Ionio al Tirreno? Perché su alcuni cantieri c’è il blocco dei lavori? Domande che l’assemblea dei Sindaci riunita oggi presso la sede della Comunità Montana delle Serre ha fatto proprie ed intende girare direttamente all’amministratore unico di Anas SpA,  Pietro Ciucci. Le preoccupazioni che hanno espresso i Sindaci sono profonde e tutte motivate. Da un lato si rincorrono i progetti di sviluppo locale – hanno ribadito i rappresentanti delle comunità locali - attraverso i quali si cerca di dare risposte allo spopolamento di intere aree urbane poste lungo le fasce interne della regione, dall’altro si impedisce che risorse economiche già individuate vengano messe a frutto per aprire nuovi possibili scenari in risposta alla crisi devastante che attraversano le popolazioni delle aree marginali della nostra regione.
Questa volta, i sindaci presenti all’incontro con i giornalisti non intendono demordere. All’unisono ed in modo trasversale agli schieramenti politici cui appartengono, hanno dimostrato di voler percorrere  vie diverse per coinvolgere quegli attori istituzionali che possono e devono intervenire in maniera celere sulla questione.
“Innanzitutto - ha detto ancora Censore – intendiamo avere documenti certi da parte di Ciucci sulle intenzioni dell’Anas. Le rassicurazioni verbali non bastano più. Le comunità locali attraversate dalla Trasversale attendono risposte concrete che si potranno avere solo con il completamento dell’opera.  Gli impegni della società stradale devono essere chiari e puntuali in quanto la delibera CIPE ha individuato i 212 milioni di euro necessari per il completamento della superstrada che è un’opera da cui dipende il destino delle popolazioni di questi comuni”.
Per i sindaci e gli amministratori presenti in conferenza stampa la misura è ormai colma. La linea che è venuta fuori va nella direzione di un coinvolgimento attivo anche della Regione Calabria e del ministero per le Infrastrutture ai quali il coordinamento dei sindaci manderà presto un documento  con la richiesta di un impegno che non è più derogabile.

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bruno-censore-150x150Riceviamo e pubblichiamo

“Perché i lavori della Trasversale delle Serre vanno a rilento? Quali sono gli ostacoli che impediscono la consegna degli appalti dei nuovi tratti ed il completamento dei lavori?” Questi ed altri interrogativi faranno da sfondo alla conferenza stampa che il Consigliere regionale Bruno Censore (foto) ha indetto per mercoledì 13 giugno 2012, a partire dalle ore 10.30, presso la sala conferenze della Comunità Montana delle Serre. “Quella della Trasversale delle Serre sembra essere una storia infinita – ha detto Censore. Più volte presentata dai vertici dell’Anas come un’opera quasi compiuta,  in realtà è ancora un cantiere aperto, nonostante la mia personale attenzione ed  il pressing dei sindaci e delle popolazioni  locali. Il mio timore è che questa strada diventi l’emblema dell’abbandono in cui viene lasciato il nostro territorio. Per queste ragioni, ho coinvolto in questo incontro con la stampa i sindaci e gli amministratori dei comuni  ricadenti lungo questa direttrice viaria affinché si ridesti l’attenzione dell’Anas SpA che nei confronti del nostro comprensorio deve mantenere fede ad un impegno assunto”. Alla conferenza stampa prenderanno parte il Presidente della Comunità Montana delle Serre, il Vice presidente del consiglio Provinciale di Catanzaro, i sindaci dei comuni di Serra San Bruno, Mongiana, Fabrizia, Brognaturo, Spadola, Simbario, Cardinale, Torre di Ruggiero, Pizzoni, Vazzano, San Nicola da Crissa e Vallelonga.

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mini relatori_libroSERRA SAN BRUNO – Ha saputo affrontare la ‘ndrangheta a viso aperto. Senza esitazioni. Senza tentennamenti. Ma con il timore, però, che proprio  la ‘ndrangheta, l’organizzazione criminale più potente al mondo, prima o poi gliel’avrebbe fatta pagare. E così, purtroppo, è stato. Tiberio Bentivoglio, testimone di giustizia e imprenditore reggino titolare di un negozio di articoli sanitari, ha fatto una scelta. Coraggiosa, certo. Ma che, da quel momento, gli avrebbe stravolto completamente la vita. Tiberio Bentivoglio ha scelto di non pagare il pizzo e di  sottrarsi alle ingiustizie ed alle malefatte della criminalità organizzata, in una terra, come la Calabria, nella quale la ‘ndrangheta decide tutto, persino i propri candidati alle elezioni comunali, provinciali e regionali.  La storia di Bentivoglio è stata oggetto di un libro, scritto da Daniela Pellicanò, dal titolo “Colpito, la vera storia di Tiberio Bentivoglio”, presentato nel pomeriggio di ieri nel salone di palazzo Chimirri. All’evento, organizzato dall’ associazione “Libera” e moderato dal giornalista Sergio Pelaia, erano presenti monsignor Giuseppe Fiorillo, coordinatore provinciale di “Libera”, Matteo Luzza, familiare di vittima innocente della criminalità organizzata, Giovanna Esposito, referente locale di Libera e lo stesso Bentivoglio. Il primo ad aprire gli interventi è stato Sergio Pelaia, il quale si è soffermato sul lavoro che l’associazione antimafia svolge quotidianamente, parlando altresì di “mentalità ipocrita ed individualista” in riferimento al caso di Pasquale Andreacchi, il diciottenne barbaramente ucciso ed i cui resti sono stati ritrovati in un cassonetto. “A Serra – ha concluso Pelaia – c’è quella mentalità mafiosa che porta ciascuno a mettere il proprio io, e il proprio 'clan' familiare, al di sopra di tutto”. Don Fiorillo, dal canto suo, ha definito Tiberio Bentivolglio “un esempio lampante di calvario e resurrezione”. Secondo Matteo Luzza, fratello di Giuseppe, ucciso dalla ‘ndrangheta diciotto anni fa, “la manifestazione di questa sera è l’ideale prosecuzione di quella dei 21 marzo scorso fatta proprio in questa cittadina”. Presente anche Bruno Censore, vicepresidente della Commissione regionale Antimafia, il quale ha ribadito la necessità di  “rompere ogni muro d’omertà e ciascuno deve fare la propria parte. Non ho mai preso o voluto i voti dei mafiosi”. Il primo cittadino di Serra, Bruno Rosi, si è detto lieto per il fatto che Libera abbia deciso di organizzare questo evento nella cittadina montana sottolineando, inoltre, come sia  “necessario continuare in maniera incessante la lotta contro la criminalità organizza. Mi sento – ha concluso Rosi – al fianco di chi ha il coraggio di ribellarsi”. La conclusione dei lavori è stata affidata proprio a Tiberio Bentivoglio il quale, dopo aver fatto una cronistoria sugli ultimi anni della sua vita, ha detto di essere diventato “una preda che doveva dare delle risposte. Non è stato facile dire di no e ora anche se soffro non ne sono pentito. Il mafioso – ha concluso – è un vigliacco che mi ha sparato al buio e alle spalle mentre i coraggiosi siamo noi”.

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