mini serra_san_brunoLo sciopero dei tir è finito ma il caos ancora regna sovrano. Dopo che quasi tutti i presidi degli autotrasportatori sono stati smantellati, il traffico lentamente è andato normalizzandosi e le merci, che per giorni erano rimaste bloccate, hanno ripreso il cammino verso i luoghi di destinazione. I beni di prima necessità hanno trovato nuovamente posto negli scaffali rimasti vuoti e le autocisterne di carburante, spesso scortate dalle forze dell'ordine, sono "finalmente" giunte a "dissetare" i tanti automobilisti rimasti a secco. I distributori sono stati presi d'assalto da file chilometriche di automobili con conseguente collasso del traffico cittadino in quasi tutti i paesi della Calabria. Anche i serresi, che fanno del "giro in macchina" un must in ogni stagione, non sono rimasti immuni dal caos.

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mini movimento_forconiIn questi giorni non si parla d’altro: il movimento dei forconi paralizza la Sicilia. E, come se ciò non bastasse, la protesta dei “camionisti” si sta estendendo anche nelle altre regioni. Loro, i forconi, hanno sin da subito precisato di essere un movimento "apartitico"  per poi aggiungere che "chiunque si dovesse presentare alle nostre manifestazioni con bandiere di partito verrà preso a calci". All’apparenza sembrerebbe un movimento composto da cittadini, stanchi di una crisi economica che colpisce sempre i ceti più deboli del nostro Paese (mentre chi ci governa se ne sta li seduto a percepire fior fior di quattrini). Solo all’apparenza, appunto. Alla guida del movimento, infatti, c’è un certo Mariano Ferro, ex MpA (il partito guidato da Raffaele Lombardo). Nel corso del corteo tenutosi nei giorni scorsi a Catania, poi, era presente anche il leader etneo di Forza Nuova (formazione di estrema destra), Gaetano Bonanno. Ma come, i partiti non dovevano rimanere fuori dalla protesta? Per quale motivo è stata fatta un’ eccezione nei confronti di Forza Nuova? Siamo sicuri che si tratta di semplici ed umili lavoratori o dietro il “Movimento dei Forconi” c’è l’ombra della criminalità organizzata siciliana? Non è facile a dirsi. Intanto,  però, i commercianti dell' isola hanno già denunciato una serie di intimidazioni da parte dei protestanti per costringerli a chiudere. "Sono organizzati in squadre e girano in motorino. Appena vedono un negozio aperto, chiamano gli altri e arrivano in dieci a chiederti di chiudere. Ma sempre gentilmente, eh", ha spiegato un esercente di Lentini. "Come posso rischiare? – si chiede un altro commerciante siciliano – Un incendio al negozio distruggerebbe in pochi minuti il sacrificio di anni". Ecco chi c’è dietro il movimento dei Forconi: la borghesia, i colletti bianchi dell’isola, con un pizzico di Cosa Nostra. Loro sono i veri artefici della protesta. 

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mini forconiMentre l'Italia e almeno mezzo mondo sono impegnati a mettere alla gogna il capitano Schettino, comandante della nave da crociera Costa Concordia, naufragata al largo dell'isola del Giglio, nel Sud Italia una protesta popolare è partita dalla Sicilia per arrivare nelle ultime ore a contagiare anche la Calabria. A protestare non è un popolo indignato per la manovra azzardata di un capitano che è costata la vita ad almeno 11 persone, comunque una grande tragedia,  ma sono quei cittadini, quegli italiani, che appartengono alle fasce più deboli del tessuto sociale della nostra nazione e che denunciano di essere stati messi ulteriormente in ginocchio

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Mercoledì, 18 Gennaio 2012 15:41

Sicilia in rivolta, in Calabria qualcosa si muove

mini cut1326803695003“Il Movimento dei Forconi” è così che si chiama il gruppo di protesta che, partendo dalla Sicilia, ha come obiettivo principale quello di far arrivare la voce del popolo nelle stanze dei palazzi romani. I blocchi sono partiti dalle proteste per il rincaro e le accise sui carburanti, ma si sono ben presto estesi a macchia d’olio. Un movimento di protesta quello siculo, fatto da gente esausta, da gente oramai arrivata al punto di non ritorno, come spiega uno dei rappresentanti de “Il Movimento dei Forconi”, Martino Morsello: “Il Movimento dei Forconi continua la lotta contro i politici corrotti e nepotisti che hanno ridotto alla miseria tutte le attività produttive con la complicità dei sindacati e organizzazioni di categoria,

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mini adriano_tassoneSERRA SAN BRUNO – Adriano Tassone è il nuovo assessore che va ad integrare l’esecutivo comunale in seguito alla revoca di Bruno Zaffino. Il neo assessore manterrà le deleghe agli affari generali e alle politiche sociali che già deteneva da consigliere comunale, ma non è escluso che nei prossimi giorni, o già da domani, gli possano essere assegnate ulteriori deleghe. Adriano Tassone è considerato un fedelissimo del primo cittadino, non a caso di una sua possibile investitura ad assessore comunale si era parlato non appena si era diffusa la notizia del’estromissione di Bruno Zaffino, che era motivata, almeno ufficialmente, con la necessità di dare «maggior incisività all’azione politico amministrativa e considerato che ricorrono i motivi di opportunità relativi all’attuazione del programma politico-amministrativo e che impongono la necessità di rimodulare la Giunta Comunale al fine di dare maggiore impulso all’attuazione dello stesso programma e raggiungere gli obiettivi prefissati». Adriano Tassone, ex Forza Italia, ha seguito Rosi nell’avventura pidiellina, candidandosi nelle fila della lista di partito che ha avuto la meglio sulle altre compagini che si sono contese la guida di palazzo Tucci nella tornata elettorale dello scorso maggio. Dopo 20 giorni di attesa, dunque, dovrebbe chiudersi la questione del rilancio dell’attività amministrativa della giunta comunale. Rimossa, quindi, con la revoca di Zaffino, quella che evidentemente era l'unica causa della scarsa incisività dell'amministrazione, per il nuovo esecutivo serrese ora non ci sono più attenuanti ed è tempo di dare seguito alle tante promesse che il Pdl aveva fatto in campagna elettorale.

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Mercoledì, 11 Gennaio 2012 00:10

Serra, la scuola "Tedeschi" chiude per due giorni

mini soffitto_scuola_tedeschiSERRA SAN BRUNO - L'edificio scolastico "Azaria Tedeschi" rimarrà chiuso nei giorni 11 e 12 gennaio. Il sindaco Bruno Rosi, preso atto delle segnalazioni del personale scolastico ed eseguiti i doverosi sopralluoghi da parte di addetti comunali, ha ordinato la chiusura immediata dell'edificio al fine di operare un intervento di derattizzazione. Il problema pare fosse stato sottoposto all'attenzione del primo cittadino prima delle recenti vacanze natalizie ma, a quanto pare, le due settimane di chiusura non sono bastate a ripristinare la sicurezza igienica dell'istituto, rendendo necessaria la chiusura dello stesso per ulteriori due giorni.

Sempre in tema di sicurezza all'interno dell' istituto scolastico "A. Tedeschi", noi de "il Vizzarro.it", allarghiamo al sindaco Bruno Rosi l'invito arrivato in redazione da parte di un genitore che ci suggeriva di "dare un'occhiata" al soffitto dell'aula magna che, a suo dire, versa in condizioni pessime a causa di alcune infiltrazioni d'acqua dal tetto, rappresentando un reale rischio per l'incolumità di alunni, docenti e personale scolastico.

 

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mini logo_rdtLa Rete difesa del Territorio "Franco Nisticò" non molla e continua a chiedere la fine del commissariamento dei rifiuti in Calabria. Di seguito la nota del movimento calabrese che da tempo lotta su più fronti per difendere il territorio e le sue risorse. "Il popolo calabrese non è più disposto ad accettare alcun ricatto o speculazione sul proprio territorio: questo è il messaggio chiaro scaturito da un intenso anno di iniziative della RdT, culminato con la grande manifestazione del 12 Novembre a Crotone e proseguito col blocco della SS 106 a Cariati l’11 Dicembre. La parola d’ordine di queste manifestazioni è cristallina: fine del commissariamento all’emergenza rifiuti. Quello che fino a ieri era un porto delle nebbie di cui molti cittadini ignoravano l’esistenza, è diventato noto a tutti i calabresi ed ha suscitato il grido che dalle strade di Crotone è giunto stridente fino a Palazzo Campanella ed ai palazzi romani: "mò basta".

Le voci che si susseguono in questi giorni e la mancata consueta proroga del commissariamento calabrese nel decreto “mille proroghe” sembrano dar ragione a quei calabresi, ma consapevoli degli interessi, anche ‘ndranghetisti, che ruotano intorno alla monnezza, non abbiamo intenzione di mollare la presa. Nei prossimi giorni i calabresi dovranno avere conferma della cancellazione della ridicola istituzione che da 15 anni ha devastato il territorio agendo in deroga alle norme che tutelano la nostra salute, spendendo 1,4 miliardi di soldi nostri e permettendo ad un manipolo di speculatori privati di tenere in pugno il ciclo dei rifiuti regionale. Qualora questo non accadesse, la Rete Difesa del Territorio “Franco Nisticò” tornerà a manifestare per le strade ed a bloccare le discariche, simbolo del fallimento della classe politica calabrese e punti nevralgici del fragile ciclo dei rifiuti, ad un anno dal blocco della discarica di Pianopoli (CZ).

Non abbiamo intenzione di accettare commissariamenti camuffati da fantomatiche fasi di transizione, come già accadde in passato: l’unica via ragionevole è il ritorno della responsabilità agli enti locali, i quali senza alcuna deroga devono realizzare un sistema completamente pubblico che si basi sulla raccolta differenziata spinta porta a porta finalizzata al riciclo e riutilizzo totale. Chi non è in grado di farlo, dal sindaco del piccolo comune alle istituzioni regionali, passando per i presidenti della provincia, si dimettano senza riserve. Il tempo della cuccagna maleodorante che da decenni regna in Calabria è finito".

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mini san_francesco_paola_subacqueo__2Una grossa statua raffigurante San Francesco di Paola è sparita dallo specchio d'acqua antistante la città che ha dato i natali al Santo. Il maestoso manufatto, una statua bronzea alta due metri e pesante più di due tonnellate, opera dell'artista Zappino, era stata sistemata a 23 metri di profondità dai sommozzatori del Gruppo Subacqueo Paolano nel novembre 2007, anno in cui ricorreva il cinquecentesimo centenario della morte del Santo, patrono dei calabresi e della gente di mare. Nella giornata di domenica 30 dicembre 2011, lo stesso gruppo di sommozzatori che l'aveva sistemata, notò l'assenza della boa che segnalava la presenza sottomarina della statua del Santo.

L'allarme è scattato immediatamente e, nonostante gli ormai 6 giorni di ricerche da parte degli stessi sub, ancora non si hanno notizie a riguardo. Il monumento sembra essere sparito nel nulla. L'ipotesi, oltre naturalmente a quella del furto, è che la statua possa essere rimasta incastrata nelle reti di qualche pescatore di frodo e quindi sdradicata e trascinata chissà dove. Ipotesi questa poco probabile vista la mole del manufatto. Gli esperti e gli investigatori tendono più verso l'ipotesi di furto e seguono 2  diverse piste. La prima porta in Campania, la regione più vicina dov'è possibile trovare un'imbarcazione capace di prelevare dal fondo la grossa statua, mentre la seconda fa riferimento alle dichiarazioni di una testimone che avrebbe visto un camion con a bordo una statua di San Francesco dirigersi verso San Lucido. Sempre secondo alcune voci, nei giorni 28 e 29 dicembre scorso, un grosso peschereccio blu, dalle dimensioni sufficienti per poter sollevare la Statua, è stato avvistato navigare vicino al luogo dov'era la statua.

Inanto nei giorni scorsi si sono susseguiti diversi appelli, anche su facebook, da parte di vari gruppi e associazioni del luogo che rivorrebbero indietro la statua del Santo Patrono.

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mini 2011_carabinieriPreoccupante catena di intimidazioni nell'hinterland vibonese. La scorsa notte, intorno alle due, sono stati esplosi alcuni colpi di pistola calibro 7,65 contro gli infissi della pizzeria "Lo Spizzico", di proprietà di un 35enne, F.F. di Vena di Ionadi, centro poco distante da Vibo Valentia. Le pallottole, dopo aver colpito gli infissi, sono penetrate all’interno dell’attività commerciale che si trova sulla statale 18 che collega il capoluogo di provincia e Mileto, a poca distanza dal panificio dove la notte scorsa è stato fatto esplodere un ordigno che ha provocato un incendio. Sull'accaduto indagano i carabinieri della Stazione di Vibo diretti dal luogotenente Nazzareno Lopreiato. Appena 15 giorni fa a Jonadi si era verificato un altro episodio analogo: ignoti fecero esplodere un ordigno rudimentale sull'ingresso del ristorante "Il Pasticcino", situato nella stessa zona del panificio incendiato ieri sera e della pizzeria contro cui stanotte sono stati esplosi i colpi di pistola.

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mini neve_serraSERRA SAN BRUNO – Ieri in tarda serata la neve ha fatto la sua prima comparsa della stagione nella cittadina della certosa. Dopo una breve grandinata, la pioggia si è trasformata in neve. Al momento non si segnala nessun tipo di disagio a Serra, mentre nei dintorni dei paesi più interni dell'entroterra montano, già nel pomeriggio di ieri si segnalavano mezzi pesanti bloccati dalla neve. Questo potrebbe essere solo l'antipasto di quello che potrebbe accadere domani, per via dell'approfondimento di un centro di bassa pressione tra Calabria e Sicilia, che richiamerà aria fredda da est e aria più calda da sud. Il contrasto tra queste due masse d'aria di diversa origine, darà carburante alle precipitazioni che potranno risultare molto intense, le temperature saranno in lieve aumento ma la neve qui da noi continuerà a scendere copiosa. Per i giorni avvenire temperature in calo e freddo pungente, poi nuovo rialzo delle temperature. In molti sperano che questo sia solo il preludio di un inverno ricco di neve, simile agli inverni che i nostri nonni ci raccontano lasciandoci increduli, essendo noi abituati a piccoli episodi nevosi che oramai diventano sempre più rari.

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