mini comitato-commerciantiSERRA SAN BRUNO – La lotta a difesa dell’ospedale “San Bruno” non si ferma. All’assemblea convocata dal Comitato civico Pro-serre per la dichiarazione dello stato di agitazione e la successiva proclamazione dello sciopero generale, ieri sera a palazzo Chimirri, c’erano cittadini, commercianti, esercenti e imprenditori, ma soprattutto le sigle sindacali che unanimi hanno accolto la proposta del Comitato. Dunque, sì allo sciopero generale per protestare contro la chiusura del nosocomio serrese che a fine marzo non avrà i numeri per essere mantenuto. Ad aprire gli interventi il presidente del comitato Salvatore Albanese, che ha sottolineato come col piano di rientro si è creato “un divario netto tra quello che chiedono i cittadini e le scelte della politica. Se la sanità è malata – ha aggiunto – la colpa è di chi ha amministrato la cosa pubblica negli ultimi decenni.

Pubblicato in POLITICA

mini pd_sanitRiceviamo e pubblichiamo:

SERRA SAN BRUNO - “Al presidente Scopelliti diciamo che sull’ospedale di Serra San Bruno il Partito democratico non getta la spugna. A costo di essere pedanti e ripetitivi, il Pd chiede la revisione dei decreti che finora hanno provocato tagli scellerati ai servizi sanitari del territorio Vibonese”. Con queste parole il consigliere regionale del Pd, Bruno Censore, ha esordito all’affollato dibattito che ieri sera si è svolto presso il circolo democratico di Serra San Bruno a difesa del diritto alla salute per i cittadini dell’area interna delle Serre. L’iniziativa, organizzata dai giovani democratici Serresi, è stata indetta con lo scopo di mantenere alta la guardia dell’opinione pubblica del comprensorio Serre sulla sorte dell’ospedale San Bruno. “Il progressivo smantellamento dell’ospedale di Serra San Bruno – ha continuato Censore - rischia di riversare un carico eccessivo di pazienti sull’ospedale di Vibo che oggi non si trova nelle condizioni strutturali e strumentali per poter sopportare l’utenza di tutta la provincia. Il Partito democratico, insieme ad altre forze civiche che si sono costituite per la difesa del diritto alla salute, mantiene alta la guardia ed invita il Commissario Scopelliti alla revisione immediata dei decreti che egli stesso ha emanato facendo finta di disconoscere le difficoltà in cui versano i territori delle aree interne come quello delle Serre. Questa battaglia per la difesa di un diritto essenziale viene portata avanti a nome dei calabresi e per tutti i cittadini che stanno pagando a caro prezzo le scelte sbagliate del Commissario che ad oggi non sa produrre i riscontri economici a seguito dei tagli nei servizi. Più che razionalizzare, a noi sembra che tutto sia frutto dell’irrazionalità per questo chiediamo maggiore responsabilità  e sensatezza nelle scelte”.

A dare il loro contributo all’incontro sono stati l’ex assessore provinciale Domenico Dominelli, il coordinatore del Circolo Serrese del Pd Paolo Reitano, il capogruppo del Pd in consiglio comunale Rosanna Federico, ed inoltre Andrea Pisani, Maria Rosaria Franzè e  Luigi Tassone.

Ad aprire la lunga schiera di interventi è stato proprio Reitano, il quale si è soffermato sulle misure previste dal Piano di rientro, evidenziando come "le scelte del governo regionale abbiano portato al depauperamento delle aree interne". Presente anche il primo cittadino di Spadola, Giuseppe Barbara, che non ha esitato a lanciare strali nei confronti della politica nazionale, regionale e provinciale. L’esponente del Pd nell’assise cittadina, Rosanna Federico, ha spiegato le ragioni dell’iniziativa, soffermandosi anche sulle "devastanti" conseguenze del Piano di rientro. "Soprattutto negli ultimi mesi – ha aggiunto – stiamo assistendo alla demolizione del sistema sanitario e, come se ciò non bastasse, le misure vengono attuate senza alcun riguardo ai principi di eguaglianza territoriale. La provincia di Vibo, infatti, è quella più emarginata dalle scelte della politica regionale, indifferente di fronte ai problemi del nostro territorio". Critiche anche nei confronti del primo cittadino, Bruno Rosi, che continua ad essere "defilato" di fronte alle problematiche del nostro nosocomio. Anche a giudizio dell’ex consigliere comunale Vincenzo Damiani, bisogna "mettere in atto quei pochi servizi che si possono mantenere". Maria Rosaria Franzè, dal canto suo, ha criticato il "fiume di parole inutili" del presidente Scopelliti, per poi aggiungere che "noi, come cittadini, non siamo più disposti a tollerare tale situazione". Presente anche l’esponente locale dell’ Udc, Antonio Andreacchi, il quale si è congratulato con gli organizzatori dell’iniziativa, non risparmiando però la classe politica del nostro Paese, che dovrebbe "fare di tutto per trasmettere fiducia nelle persone". Secondo Pisani, negli ultimi mesi si sta diffondendo "la moda di affidare incarichi senza seguire alcuna metodologia, basata anche su un minimo di meritocrazia". L’esponente dei Gd Luigi Tassone, invece, ha preso di mira il consigliere regionale del Pdl Salerno ed il sindaco Rosi, che si starebbero mostrando "indifferenti" di fronte al problema della sanità calabrese.

Pubblicato in POLITICA
Venerdì, 27 Gennaio 2012 15:04

La lenta agonia delle Serre

mini Serra_San_Bruno_2040-12-57-03-4870SERRA SAN BRUNO – Lenta e dolorosa, come solo un’agonia può esserlo. Un’agonia ancor più tragica, poiché colpisce, non una singola persona, ma un paese, un’intera comunità. Una cittadina, fino a qualche anno addietro, fiera ed orgogliosa della sua centralità rispetto ad un intero comprensorio. Una centralità, nata non per caso, ma dettata dalla storia e dagli uomini. A dare l’abbrivio alla nascita di Serra, furono due figure dall’eccezionale lavatura, chiamate a fare la storia, Brunone di Colonia e Ruggero d’Altavilla, un santo ed un soldato, condottieri, entrambi, seppur in opposti campi. Da quell’incontro e da quel “privilegio” del 1091, concesso dal conte normanno al santo tedesco, ebbe origine Serra e la sua centralità. Una centralità puntellata, nel corso degli anni, dall’affiancarsi alla Certosa di strutture ed uffici civili. Fu così, che nel paese della Certosa pian piano, vennero realizzati i centri di un potere civile destinati a far sentire più vicina la presenza dello Stato. La pretura, l’ufficio del registro, l’ospedale avevano fatto di Serra un piccolo capoluogo. Vennero, poi, gli anni Novanta e con essi l’inizio della lunga agonia. Un’agonia che non si abbatte solamente su Serra, ma sull’intero circondario. Come se non bastassero, lo spopolamento ed un reddito medio pro capite di appena 5.067 euro annui, di gran lunga al di sotto della media  regionale e provinciale, i serresi, nelle loro diverse declinazioni, trovano sul loro cammino sempre più domande e sempre meno risposte. Domande sulle quali campeggia quella principale, perché rimanere in un territorio che dall’offrire poco è passato a non offrire nulla? Come fosse una miniera da cui attingere senza pensare alla conseguenze nel lungo periodo, una classe politica arrogante ed inutilmente vanagloriosa ha pensato di fare delle Serre un deserto. L’attentato alla sopravvivenza di un territorio ebbe inizio con la chiusura della pretura e la sostanziale chiusura dell’ufficio del registro. Per arricchire ulteriormente il loro bottino i novelli saccomanni stanno provando a sottrarre, a Mongiana, il comando provinciale del Copro Forestale dello Stato. In attesa di conoscere l’esito di quest’ultima contesa, al fine di minare in maniera definitiva il territorio, si è proceduto alla sostanziale chiusura dell’ospedale San Bruno e del giudice di pace. Un colpo che, con ogni probabilità, si rivelerà fatale. Alla politica, ricordando con un noto detto serrese “ca lu pieju vena arriedi”, non si può che rivolgere la classica domanda da seduta spiritica, “se ci sei batti un colpo” con la consapevolezza che i politici, come i morti, appartengono ad un altro mondo, i morti però, talvolta, rispondono. (foto Michele Zaffino)

Pubblicato in LO STORTO

mini iniziativa_pdSERRA SAN BRUNO – Si terrà domani alle 17,30 presso la sede del circolo del Pd di Serra San Bruno, l’iniziativa promossa dai giovani democratici su “Le scelte di politica sanitaria regionale: quali conseguenze per il nostro territorio”. All’incontro con i giornalisti durante il quale è stata presentata la manifestazione, il coordinatore cittadino Paolo Reitano ha sottolineato come "non è possibile più sostenere un’azione che mira a ridurre la sanità nel vibonese. E’ necessario che la politica dia segnali forti circa i reali bisogni della gente". Non sono mancati strali da parte del coordinatore democratico nei confronti dei 4 consiglieri regionali di maggioranza del vibonese rei di non intervenire sulla politica del presidente Scopelliti. Critiche anche nei confronti del binomio comune-regione propagandato dal sindaco Bruno Rosi in campagna elettorale e diventato "una formula fallimentare che ha portato solo conseguenze negative. Quello a cui assistiamo – ha detto Reitano – e lo smantellamento dell’ospedale e l’immobilismo del sindaco e del presidente della commissione regionale sanità Nazzareno Salerno". Per il consigliere comunale di minoranza Rosanna Federico, l’iniziativa è necessaria per "evidenziare le conseguenza devastanti del piano sanitario di rientro di Scopelliti. Il silenzio della classe politica - ha ammonito - non può essere indifferenza o rassegnazione e l’amministrazione comunale ha una posizione poco chiara e defilata, e finge di non vedere la politica scellerata della Regione che incide negativamente sul diritto alla salute dei cittadini e sulla sopravvivenza economica e sociale del nostro territorio". Secondo Maria Rosaria Franzè sul territorio esistono soltanto "servizi sanitari inadeguati. Quello che è certo – ha aggiunto – è che non abbiamo più intenzione di rinunciare ai nostri diritti a fronte di meri calcoli numerici che non fanno altro che portare discriminazioni". Di "emergenza sanitaria" ha parlato Luigi Tassone che ha accusato Scopelliti e la sua maggioranza di non sapere cosa significhi "smantellare l’ospedale. A questa politica – ha affermato – noi diciamo no mentre riscontriamo l’immobilismo del sindaco e dell’amministrazione comunale". Andrea Pisani ha invece sottolineato come il presidente della commissione sanità Nazzareno Salerno sia interessato "solo all’ospedale di Tropea. La nostra manifestazione – ha concluso – non vuole essere un’alternativa a quella del comitato Pro-Serre".

 (articolo pubblicato si Il Quotidiano della Calabria)

Pubblicato in POLITICA

mini mastro_bruno-cimiteroRiceviamo e pubblichiamo:

Chissà cosa avrebbe scritto! Ma forse neppure nella sua facondia avrebbe trovato le parole giuste per descrivere l’immobilismo o meglio l’assenza dell’amministrazione comunale. E si, perché, forse, neppure mastro Bruno Pelaggi sarebbe riuscito a descrivere “cu nu suniettu” lo stato comatoso in cui versa l’attuale maggioranza. Il buio cosmico dal quale sembrano essere avvolti gli inquilini di palazzo Tucci, trova ulteriore conferma nell’assenza di qualunque iniziativa tesa a celebrare il centenario del più grande poeta serrese. Non fosse stato per l’associazione culturale il “Brigante” l’evento sarebbe passato nel più assoluto silenzio. Certo, l’inerzia dell’amministrazione non sorprende nessuno, tanto più che a certificarne l’immobilismo è stato lo stesso sindaco che, nel cercare di dare una motivazione plausibile per mascherare il vero motivo della revoca della delega all’assessore Bruno Zaffino, ha parlano “di necessità di rilancio dell’azione amministrativa”. Un’azione che con tutta evidenza morde il freno in ogni ambito. Non fa eccezione il settore culturale, un settore, come peraltro tutti gli altri, in cui gli impegni assunti in campagna elettorale vengono quotidianamente disattesi. Ci saremmo aspettati, infatti, che in vista del centenario della morte di Mastro Bruno Pelaggi, l’amministrazione comunale si sarebbe attivata per celebrare degnamente l’evento. Ci saremmo aspettati che, sfruttando al meglio la famosa “sinergia comune-regione”, tanto professata in campagna elettorale, quanto disattesa nella quotidianità, cogliendo l’occasione del centenario pelaggiano, l’amministrazione avesse presentato un apposito progetto, all’assessorato regionale al ramo, per valorizzare e promuovere il patrimonio letterario locale. Sicuramente, non ci aspettavamo, maggiore serietà e rispetto degli impegni assunti in campagna elettorale, da parte di una compagine amministrativa che ha fatto delle promesse da marinaio una delle caratteristiche distintive. Per quanto riguarda la cultura, infatti, il programma sottoposto agli elettori dall’attuale maggioranza, a pagina sette, evidenziava la necessità di valorizzare “argomenti e problematiche specifiche del territorio e del patrimonio culturale locale”. Un patrimonio, oggi, mortificato dall’ignavia di chi avrebbe il dovere di tutelarlo e valorizzarlo. Un patrimonio al quale appartiene a pieno titolo mastro Bruno che, con i suoi versi, ha cantato il disagio, quanto mai attuale, di una terra in cui, ancora oggi, “cu pota si la scappa a novajorca”. Una “novajorca” che si trova in tutti in quei luoghi in cui tanti serresi, oggi come ieri, sono costretti ad emigrare per cercare un’opportunità. Una situazione che non dovrebbe lasciare indifferente la politica; o meglio una politica meno parolaia ed inconcludente come quella che, nel proprio programma elettorale definiva “cultura e turismo un binomio essenziale”. Un binomio che, con tutta evidenza, ha fatto la stessa fine di un altro binomio, quello comune –regione. Peccato che a non scappare a “novajorca” siano quanti dovrebbero andarci, “currijati cuomu cani/ cu frischi, cu lignati, cu bastuni, cu pitrati cu gruossi mazzacani”'. 

Mirko Tassone (consigliere comunale del gruppo "Al lavoro per il Cambiamento")

Pubblicato in POLITICA

mini stazione_paolaContinuano in Calabria le proteste per il taglio dei treni che collegano il Sud al resto dell'Italia. Stamattina i binari della stazione di Paola sono stati occupati per alcuni minuti da numerosi viaggiatori che hanno manifestato insieme a 25 sindaci del Cosentino, ad alcuni rappresentanti della Provincia e al parlamentare del Pd, Franco Laratta. ''Abbiamo occupato - ha detto Laratta - in modo simbolico i binari, senza creare disagi alla circolazione, contro la politica scellerata di Trenitalia. Con il taglio attuato da Trenitalia l'Italia è spezzata in due, e questo accade proprio nell'anno in cui abbiamo festeggiato i 150 anni dell'Unità nazionale".

Pubblicato in POLITICA

mini gdpRiceviamo e pubblichiamo:

"Politica delle Serre, intervieni! Per salvare l'Ufficio del Giudice di Pace di Serra San Bruno occorre una richiesta di accorpamento dei Comuni di Serra San Bruno, Spadola, Simbario, Brognaturo, Fabrizia, Vallelonga, San Nicola da Crissa, Nardodipace entro 60 giorni (12 marzo 2012) A nulla sono valse le iniziative dell'Avvocatura delle Serre. Entro il 12 Marzo 2012 la domanda di giustizia di ogni cittadino delle Serre, sarà cancellata da una logica proveniente dall'alto, da Roma che concepisce la gestione della giustizia una mera questione numerica. E' stato cancellato il diritto del popolo delle Serre a poter esercitare la domanda di giustizia a Serra San Bruno, in quel territorio dove una volta esisteva la Pretura. Un territorio quello delle Serre che continua ad essere violato dall'alto da quei poteri forti che cercano di coprire le falle con un taglio di giustizia che vuol dire risparmio della spesa di giustizia. Come il passo del gambero. Quella che per questo territorio desolato si presenta da sempre come una crisi permanente ora si traduce nella cancellazione dei diritti fondamentali delle popolazione delle Serre. Non abbiamo diritto più ad un Ospedale efficiente ed efficace, non abbiamo diritto più ad aver accesso alla giustizia nel nostro territorio. Ci sopprimono l'Ufficio del Giudice di Pace di Serra. Abbiamo perso la Pretura, l'Ospadale “San Bruno”, il Consultorio familiare ed ora anche il Giudice di Pace di Serra San Bruno. Questa terribile notizia ci è stata comunicata da un disegno governativo perverso, da uno schema che da tempo 60 giorni per esercitare una sorta di “riscatto” dell'Ufficio del Giudice di Pace di Serra San Bruno. Proprio come si riscatta una casa popolare. Ma ora più che mai il futuro della sete di giustizia dipende dalla politica delle Serre. Da quella politica che ci ha appassionato, che ci ha fatto sognare, che eletta democraticamente dal popolo ci rappresenta tutti indistintamente ed ascolta quello che il popolo delle Serre gli chiede. Serve ciò che chiamerei “accorpamento su richiesta” dei Comuni di Serra San Bruno, Spadola, Simbario, Brognaturo, Fabrizia, Vallelonga, San Nicola da Crissa, Nardodipace. Se la politica dei precitati Comuni non eserciterà una richiesta di mantenimento dell'Ufficio del Giudice di Pace di Serra San Bruno allora vorrà dire che avranno voluto davvero la chiusura. Non è la questione del destino dell'Ospedale “San Bruno” che i diversi orientamenti politici parlano di rilancio o di chiusura. Qui c'è poco da fare, il nostro Ufficio del Giudice di Pace è soppresso e tale soppressione diventerà definitiva se entro il 12 marzo 2012, gli enti locali precitati, anche consorziati tra loro, non richiederanno il mantenimento, facendosi integralmente carico delle spese di funzionamento e di erogazione del servizio giustizia nelle relative sedi. In tali ipotesi dovrà essere messo a disposizione dagli enti locali anche il personale amministrativo necessario alla gestione dell’ufficio e rimarrà a carico dell’amministrazione giudiziaria unicamente la determinazione dell’organico del personale di magistratura onoraria entro i limiti della dotazione nazionale complessiva nonché la formazione del personale amministrativo. Entro i successivi dodici mesi il Ministro della giustizia, dovrà apportare con decreto ministeriale le conseguenti modifiche alle più volte menzionate tabelle. Il Ministro potrà e dovrà in tale sede, valutare esclusivamente la rispondenza delle richieste pervenute ai criteri previsti dalla normativa, ovvero se esiste la disponibilità da parte degli enti locali a farsi carico degli oneri relativi all’istituzione ed al funzionamento dei nuovi uffici. Si dice che la reazione di ogni individuo ad alzarsi si verifica quando si raggiunge il fondo e nel caso del Giudice di Pace di Serra San Bruno questo fondo è stato toccato. Allora serve l'intervento della politica delle Serre per evitare di veder cancellato una delle poche tracce di democrazia di questo martoriato territorio".

Avv. Vincenzo Albanese

Pubblicato in POLITICA

mini scalzo«Come ci si aspettava, non ci sono state sorprese dell'ultima ora. Si conclude l'era Traversa dopo appena sette mesi e con essa si conclude, per fortuna, uno dei punti più bassi e indecorosi della storia politica della nostra città». Salvatore Scalzo, capogruppo del Pd al Comune di Catanzaro, ufficializza con un video su youtube la sua disponibilità a ricandidarsi alla guida della città capoluogo di regione. Il giovane esponente del Pd spiega di avere «presentato la disponibilità alla candidatura a tutte le forze della coalizione di centrosinistra, alle quali spetta l'ultima parola». «Chiusa questa fase – ha sostenuto Scalzo su youtube – mi auguro che se ne apra una nuova, in cui la città possa prendere coscienza del progetto politico messo trionfalmente in piedi da Traversa e miseramente fallito in brevissimo tempo. Ad oggi sono amareggiato e deluso, come catanzarese e oltre ogni appartenenza politica, per come si è consumata questa vicenda. Da qui però voglio ripartire, da qui dobbiamo ripartire tutti quanti perché, ne sono sicuro, esistono pezzi di buona politica nella nostra città. Oggi – ha aggiunto – ci svegliamo da un grande disincanto, perché la fine della giunta Traversa evidenzia quei problemi di governabilità che più volte ho paventato assieme al resto dell'opposizione: mi rifiuto, infatti, di credere che le dimissioni di Traversa siano state determinate solo dalla scelta di mantenere il vitalizio da parlamentare. Gli ultimi due mesi sono stati da delirio della politica. Sono quindi soddisfatto del commissariamento predisposto dal prefetto Reppucci perché solo così era possibile operare secondo le regole. Non posso escludere, infatti che la sottoscrizione di atti sconcertanti per mantenere in vita il Consiglio e gestire dall'interno la fase preelettorale da parte della maggioranza, avrebbe offerto loro la possibilità di spostare un numero considerevole di voti». «Ora – ha proseguito – c'è da ricostruire, ora abbiamo bisogno di idee per capire come creare economia sul nostro territorio. Si apre così una fase di cambiamento, è questa una possibilità concreta e importante che questa volta, noi cittadini, non dobbiamo lasciarci sfuggire. Giunti a questo punto, voglio ringraziare i colleghi dell'opposizione in consiglio comunale. Seppur a ranghi ridottissimi, la forza delle nostre idee è riuscita a imporsi in Consiglio e di questo ne sono felice: era un segnale importante da dare a tutta la città». «Detto questo – ha detto ancora Scalzo – non posso che aggiungere che è chiaro: la vera alternativa al teatrino della politica cui abbiamo assistito negli ultimi mesi, siamo noi. Il nostro progetto politico ha un ampio respiro, guarda ai problemi reali della città e per rendersene conto basta riprendere il programma elettorale che presentai nel maggio scorso. La nostra voglia di far nascere una città migliore si è rafforzata dopo questi sette mesi, vogliamo mettere in piedi un progetto che unisca chi vuole davvero lo sviluppo di Catanzaro. Concludo rispondendo ai tanti concittadini che mi fermano per strada per sapere se mi ricandiderò: ho già presentato la mia disponibilità alla candidatura a tutte le forza della coalizione di centrosinistra. A loro, ora, spetta l'ultima parola. Personalmente sono ampiamente disponibile a mettermi in gioco nel legittimo strumento delle primarie perché voglio che a decidere sia la gente e non solamente i tavoli dei partiti».

Pubblicato in POLITICA
Martedì, 03 Gennaio 2012 14:29

Bomba a Caulonia. Colpita una cooperativa

mini goelIl Gruppo Cooperativo GOEL, che da anni prova a combattere lo strapotere economico della 'ndrangheta, è stato vittima di un atto intimidatorio. Un ordigno esplosivo è stato lasciato, nella giornata di ieri, davanti all'entrata di un locale che la Cooperativa GOEL aveva preso in affitto con l'intento, quasi riuscito, di realizzarvi un ristorante multi-etnico che iniziasse al lavoro gli ospiti dei progetti di accoglienza. L'esplosione ha gravemente danneggiato l'immobile come spiega il presidente del gruppo cooperativo, Vincenzo Vinarello: "La bomba ha fatto saltare i pavimenti e divelto tutte le porte. È stata fatta esplodere immediatamente davanti l'ingresso principale, probabilmente nella notte del primo dell'anno.  È un atto di stampo chiaramente mafioso, uno dei tanti che hanno colpito la Locride e la Calabria negli ultimi giorni". Subito sono intervenuti sul posto i carabinieri che hanno già avviato le indagini, affidando le analisi alla Scientifica. La cooperativa GOEL, che già in passato era stata fatta oggetto di altri atti intimidatori, nel corso della sua storia, ha portato e porta avanti ancora oggi vari progetti d'accoglienza. Il presidente Lionello ci tiene a puntualizzare che la cooperativa continuerà "le attività di accoglienza degli immigrati per sottrarli al controllo della malavita" ma chiede che "il governo dia un chiaro segnale di rafforzamento della lotta alla 'ndrangheta".

Nella giornata di ieri sul grave episodio si è epresso anche il sindaco di Cauolnia, Ilario Ammendolia, che ha dichiarato: 

"I valori di solidarietà, generosità, accoglienza e uguaglianza tagliano l'erba sotto i piedi alla criminalità che per vivere ha bisogno di contrapposizioni, di odio, di divisioni. La presenza tra noi di tanti ragazze e ragazzi africani, curdi, palestinesi, pakistani e' un seme gettato in favore di una società che poggia su valori alternativi a quelli voluti e praticati dalla mafia. Un seme che germogliando getterà le basi a una società diversa e senza violenza. Ovviamente, saranno le autorità inquirenti a individuare gli esecutori materiali e i mandanti di tale gesto criminale. A noi tocca il compito di valutare la natura criminale di una azione che rappresenta un attacco politico a quanto noi abbiamo realizzato in questi anni. Noi non faremo un solo passo indietro. Non abbandoneremo le nostre posizioni - aggiunge Ammendolia - che coniugano la lotta alla 'ndrangheta a quella per una società più giusta e al rispetto della Costituzione repubblicana".

"Ribadiamo ciò che abbiamo sempre detto: la lotta alla criminalità deve essere condotta senza quartiere ma sempre nel rispetto delle garanzie costituzionali e senza criminalizzare la nostra terra e il nostro popolo. Continueremo senza esitazioni a percorre la nostra strada. Alla violenza - continua - si risponde con il massimo di unità possibile. Questo abbiamo ricercato in passato e questo continueremo a ricercare con la massima determinazione. In questi anni, a Caulonia e in tutta Italia, come sindaco e come esponente del tessuto democratico meridionale, ho cercato di delineare la possibilità di costruire nel Sud una società diversa. L'accoglienza, la solidarietà, l'impegno come parte essenziale di un progetto di rinascita del Sud. Ho avuto modo di farlo ovunque da Lampedusa a Udine, ad Aosta. Lo farò ancora il 13 gennaio a Trieste. Credo che oggi come ieri abbiamo bisogno di uscire fuori dal ristagno culturale e morale e da una politica asfittica e provinciale basata su una conflittualità permanente. La 'ndrangheta si sconfigge rilanciando la politica da non confondere con il mero impegno elettorale. Nelle prossime ore - conclude il primo cittadino di Caulonia - concorderemo una risposta democratica, la più larga possibile alla intimidazione subita. Ovviamente a tale manifestazione inviteremo tutti a intervenire".

 

Pubblicato in ATTUALITÀ

mini il_sindaco_di_Serra_San_Bruno_Bruno_RosiSERRA SAN BRUNO - Ha atteso diversi giorni prima di esprimere il suo pensiero. Si sarebbe aspettato delle spiegazioni di natura politica, l'ex assessore Bruno Zaffino. Il sindaco Pidiellino Bruno Rosi, da un giorno all'altro, lo ha estromesso dalla giunta, una decisione improvvisa e traumatica proprio alla luce dello spessore del personaggio, un imprenditore alla prima esperienza politica che è stato il secondo candidato più votato su 48 aspiranti consiglieri. Ma queste spiegazioni non sono arrivate, e allora Zaffino ha deciso di uscire allo scoperto. "E’ doveroso che il sindaco spieghi ai cittadini i motivi per i quali mi ha revocato dall’esecutivo comunale - ha dichiarato proprio stamattina a Il Vizzarro.it l'ex assessore - ma non c’è nessuna rottura con l’amministrazione comunale serrese, e quanto successo in ogni caso non preclude i rapporti tra me e la maggioranza Pdl che comunque continuerò a sostenere". Nessuna separazione dal Pdl, quindi, e nessun passaggio nelle fila dell’opposizione: una posizione molto chiara che cozza con alcune interpretazioni, stranamente forzate, che cercavano in ogni modo di dare l'idea di un taglio netto tra Zaffino e l'amministrazione comunale. L'ex assessore continua a sostenere la maggioranza, ma rimane in attesa di spiegazioni dal sindaco, poichè è doveroso dare una connnotazione chiara alla sua rumorosa defenestrazione. I serresi infatti, e in particolare i 224 elettori di Zaffino che è stato uno dei maggiori artefici della vittoria del Pdl, si chiedono il perchè di questo distacco improvviso, e legittimamente si attendono dal sindaco delle motivazioni circa l'emarginazione politica del loro punto di riferimento nell'amministrazione. Intanto è già partito il totoassessori per la sostituzione di Zaffino in giunta: pare che la scelta del sindaco potrebbe ricadere su un interno, e a questo punto non è da escludere che entri in giunta qualcuno che, specie dopo il "caso Zaffino", avrebbe bisogno di un riconoscimento politico per dissipare qualche eventuale dubbio sul sostegno alla maggioranza stessa.

Pubblicato in POLITICA
Pagina 7 di 8

Il Vizzarro.it - quotidiano online
Direttore responsabile: Bruno Greco
Redazione: Salvatore Albanese, Alessandro De Padova

Reg. n. 4/2012 Tribunale VV

redazione@ilvizzarro.it

Seguici sui social

Associazione "Il Vizzarro”

via chiesa addolorata, n° 8

89822 - Serra San Bruno

© 2017 Il Vizzarro. All Rights Reserved.Design & Development Bruno Greco (Harry)