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Redazione: Salvatore Albanese, Alessandro De Padova
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SERRA SAN BRUNO - “Una seduta tecnica”. Così definisce, il primo cittadino Bruno Rosi, il Consiglio Comunale andato in scena questa mattina a Palazzo Chimirri. Forse eccessivamente tecnica, tanto da divenire, ancora una volta, una seduta del tutto sorda rispetto a quanto accade a pochi metri dall’ombelico del palazzo comunale. Un’amministrazione che non perde occasione per dimostrarsi sempre più insensibile rispetto al degrado civile e culturale in cui la cittadina è sprofondata ormai da troppo tempo.
È stato Mirko Tassone, unico presente oggi in minoranza assieme a Giuseppe Raffele, a porre in rilievo l’allarme ordine pubblico: “Viviamo in un’emergenza evidente caratterizzata da autovetture incendiate (lo stesso Tassone ne fu vittima qualche giorno fa, ndr), furti nelle abitazioni e sparizioni di giovani. È strano che il Consiglio non senta l’esigenza di affrontare questi temi”. Tassone fa quindi esplicitamente riferimento al “caso Massimo Lampasi”, giovane 25enne serrese con qualche precedente penale, misteriosamente scomparso e di cui, da quasi una settimana, non si hanno più notizie. La legittima veemenza con cui Mirko Tassone affronta la questione è determinata anche e soprattutto dal fatto che, lo stesso Consigliere di minoranza, nel maggio scorso, aveva indirizzato al Sindaco un’interrogazione in cui si chiedeva l’elaborazione di un piano per migliorare l’illuminazione del centro-storico e sfavorire quindi l’azione notturna di criminali e “topi d’appartamento”, con l’istituzione dell’Assessorato per la Pubblica Sicurezza e la richiesta al Prefetto di un apposito Comitato d’Ordine e Sicurezza Pubblica. Ma la richiesta era stata totalmente ignorata dalla maggioranza serrese, tanto che alla stessa istanza non aveva fatto seguito alcuna risposta, né negativa né positiva. Un atteggiamento di indifferenza, dunque, che continua a protrarsi anche in questi giorni “difficili” vissuti, purtroppo, dalla cittadina serrese.
A ribattere è il Sindaco: “Non c’è stato il tempo per inserire la discussione nel Consiglio, abbiamo delle scadenze importanti da rispettare”. Peccato però che la seduta sia stata convocata già dal 25 febbraio e si sia trovato il tempo, piuttosto, per integrare tre giorni dopo un argomento aggiuntivo a quelli già previsti all’ordine del giorno (l’affidamento del servizio di Tesoreria). Integrazione effettuata quindi il 28 febbraio, ben due giorni dopo la scomparsa di Lampasi. Sullo stesso tema Salerno rassicura: “Quello di Lampasi potrebbe essere un allontanamento volontario, che non c’entra nulla con la criminalità organizzata. C’è una linea di confine oltre la quale la politica non può andare. Della questione sicurezza se ne riparlerà nel prossimo Consiglio”. Speriamo non sia troppo tardi.
Tornando ai tecnicismi, con il primo punto si decide di approvare il verbale della seduta precedente (quella in cui il Comune acquistò un immobile nel centro storico, nonostante la Spending Review gli impedisse di farlo). Al secondo e terzo punto si trattano due accordi di programmazione negoziata dei fondi PISL per, rispettivamente, la ristrutturazione di un complesso edilizio (ospizio di località “Guido” mai completato) da destinare a “Casa del Pellegrino” (1.800.000 euro) e per la ristrutturazione della vecchia casa mandamentale da adibire a museo/pinacoteca (560.000 euro).
Si passa così al Protocollo di intesa sulla SUA (Stazione Unica Appaltante). Ancora il Consigliere Mirko Tassone propone di approvare un protocollo aggiuntivo per dimezzare la quota minima per le forniture dei beni e servizi (da 100mila a 50mila euro) e per garantire quindi maggiore trasparenza nell’aggiudicazione delle forniture a soggetti privati. La maggioranza rigetta la proposta. La discussione slitta quindi, a dire il vero impropriamente, sulla Commissione d’Accesso agli Atti, insediatasi dal novembre scorso al Comune di Serra San Bruno per presunta infiltrazione mafiosa. Ancora Nazzareno Salerno, capitano coraggioso, mentre gli altri esponenti della maggioranza giocano con il cellulare o sfogliano il giornale, in maniera del tutto fuori contesto rispetto alla discussione, rassicura a voce alta: “Non abbiamo paura e non abbiamo niente da nascondere, il fatto che ci sia una Commissione d’Accesso al Comune non ci intimorisce”. Si salvi chi può.
Dopo le recenti polemiche che hanno ridestato, nell’operato di un’Amministrazione sempre più dormiente, la questione “acqua sporca”, il Sindaco di Serra San Bruno, Bruno Rosi, sembra essersi finalmente convinto a intraprendere delle azioni legali a tutela della salute dei cittadini. Peccato che proprio ieri lo stesso Rosi, assieme all’ex Sindaco Raffaele Lo Iacono, sia finito tra i 20 indagati dei NAS di Catanzaro nel secondo filone di inchiesta della vicenda Alaco. Le accuse riguardano la mancata disposizione dei controlli previsti dalla legge nel periodo 2009-2012.
Una partita amatoriale fra vecchi amici, stile super sfida scapoli - ammogliati, è balzata presto agli onori della cronaca nazionale. In quel di Soverato, sono tornati a calcare il parquet di un campo da basket, alcuni appassionati ex-cestisti calabresi. Un richiamo forte a cui è risultato difficile resistere perfino al governatore Peppe Scopelliti - discreto pivot nelle giovanili della società sportiva CAP Reggio Calabria negli anni ’70 - che ha però esibito in campo pochi canestri e troppi chili di troppo. Ma il vero scoop è che affianco a Scopelliti, nella cinquina titolare, risultava un altro veterano
Ai nostri giorni si dà poca importanza a quei valori che fanno parte della vita di sempre: la responsabilità ad esempio; in pochi di noi, anzi nessuno di noi può considerarsi pienamente responsabile. Essere responsabili vuol dire essere coerenti, per mantenere un impegno non c’è bisogno del contatto, o almeno non sempre, a volte basta la parola. Sono una ragazza di sedici anni, non ho grosse responsabilità, ma spesso mi viene difficile mantenere un impegno preso; come ad esempio la scuola: "Si, mamma, non ti preoccupare…mi dici sempre le stesse cose", e poi l’indomani torno con un bel quattro a casa…che irresponsabile che sono….forse alla mia età è normale, ma mi rendo conto che i miei genitori hanno fatto dei sacrifici per trasmettermi il valore dell’istruzione, e mi rendo conto che in questo modo le mie irresponsabilità ricadono su di loro. Magari fosse solo la scuola, la verità è che io nella vita sono una frana, sono la tipa dell’ultimo minuto...lo so non è un modo molto responsabile di vivere, mi accuso io stessa della mia incoerenza, confusionaria e disorganizzata, ma nello stesso tempo molto disponibile con chi ha bisogno di aiuto. Chi di noi può ritenersi veramente “responsabile?"...So per certo che se avessi fatto questa domanda ad alta voce in classe, ci saremmo guardati con una tipica espressione da ebeti e avremmo sorriso un po’, senza dare una risposta. Ma se la stessa domanda si facesse agli uomini che nel mio paese hanno delle responsabilità?
Tutti noi dobbiamo sentirci chiamati in causa quando si parla di “corresponsabilità”, con tutti non intendo solo i “civili in giacca e cravatta”, parlo del prete, del sindaco, del carabiniere, dell’assasino, del disoccupato, e soprattutto parlo di me stessa. Non credo alla perfezione, credo che tutte le cose belle abbiano dei difetti, credo allo stesso modo che una società migliore avrebbe certamente un futuro migliore non con petali di rose o discorsi di circostanza, ma con persone vive. Chi si è preso la responsabilità dei morti ammazzati, degli avvelenati a causa della “cacca” che sgorga dai rubinetti? La verità è che pensano solo al potere, ai soldi, alla visibilità; in Africa le persone muoiono per mancanza di acqua, a Serra San Bruno invece corriamo ad approvvigionarci della morte! E allora pensiamo a domani come un domani migliore di oggi, con un pizzico di buon senso in più…io i morti sulla coscienza non li voglio avere…Rendiamo la Corresponsabilità un “segno di vita”, perché ci stiamo irresponsabilmente trascinando alla distruzione.
Noemi Monteleone
Classe III B Ragioneria
Istituto "Einaudi", Serra San Bruno
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