mini manifestazione 21 sett 2011SERRA SAN BRUNO - Serra scende in piazza per l'ospedale. Serra si ferma, oggi, in uno sciopero generale a cui hanno aderito moltissime realtà del territorio, unite per combattere una politica iniqua di tagli che discriminano un'area disagiata assestando un durissimo colpo all'ospedale "San Bruno". Il Comitato civico Pro-Serre lavora da mesi per organizzare iniziative di dibattito, di protesta, per cercare di mettere in luce un'ingiustizia sociale che nel corso degli anni è stata imposta ad un territorio che già di per sè è ferito, emarginato, compromesso. L'attenzione sul tema dell'ospedale oggi è più che mai alta

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mini manifestazione_pro_ospedaleSerra San Bruno domani si fermerà, metterà in atto uno sciopero generale senza precedenti per dare un segnale forte di protesta contro il pesante ridimensionamento del locale presidio ospedaliero, ridotto a soli 20 posti letto di medicina dopo l’attuazione del piano di rientro dai disavanzi del settore sanitario. Allo sciopero, nato per iniziativa del Comitato civico Pro-Serre, hanno aderito i sindacati Cgil, Cisl, Uil e Slai Cobas, molti partiti politici, movimenti e associazioni operanti sul territorio, nonché numerosi sindaci della zona delle Serre. Domani  mattina si terrà una manifestazione  che si annuncia imponente visto il larghissimo numero di adesioni che il Comitato ha raccolto nei paesi della zona. Mentre i commercianti serresi, in massa, metteranno in atto una serrata senza precedenti

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mini manifestazione 21 settembre-2Il Comitato civico Pro-Serre indice ufficialmente lo sciopero generale che si terrà il 24 marzo a Serra San Bruno per protestare contro il forte ridimensionamento del locale ospedale, ridotto a soli 20 posti letto di medicina dopo i tagli del piano di rientro dei disavanzi dal settore sanitario. Il Comitato annuncia ufficialmente che allo sciopero hanno aderito i sindacati Cgil, Cisl, Uil e Slai-Cobas, che già da oggi avvieranno le attività per arrivare alla mobilitazione di tutti gli iscritti al fianco del Comitato.

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mini foto_16SERRA SAN BRUNO – Alla riunione dei 13 sindaci componenti la Comunità Montana delle Serre, indetta dal presidente Bruno Tassone, hanno partecipato soltanto 3 primi cittadini. Il sindaco di Serra San Bruno Bruno Rosi, il sindaco di Spadola Giuseppe Barbara e quello di Capistrano Marcello Roberto Caputo. Oggetto dell’incontro era la situazione economica dell’ente montano e il credito che vanterebbe nei confronti di alcuni poco virtuosi e che si aggirerebbe a 370 mila euro circa. Avrebbe anche dovuto discutersi del costo della messa in funzione del mezzo polifunzionale, 48 mila euro, che servirebbe come spazzaneve, spargisale e come mezzo per il taglio della vegetazione ai margini delle strade, ma di tutto questo non si è parlato e la discussione ha preso ad oggetto il tema dell’ospedale. In  occasione di tale punto è intervenuto il presidente del comitato civico Pro-Serre che per sabato 24 marzo ha indetto uno sciopero generale di concerto con sindacati e partiti politici. «L’emigrazione sanitaria di pazienti è raddoppiata – ha detto Salvatore Albanese – col piano di rientro si vorrebbero togliere gli sprechi ma in realtà si spende il doppio, la verità è che si sta andando nella direzione sbagliata». Lo stesso Albanese ha sottolineato quali sono gli intenti dello sciopero generale «vogliamo gridare sdegno – ha commentato – e chiedere la modifica di due decreti, del decreto 18/2010 e del decreto 106/2011, nel contempo chiederemo di far giungere al più presto un’altra ambulanza con a bordo il personale completo». Il comitato Pro-Serre per voce del suo presidente ha quindi ringraziato la Comunità Montana per l’aiuto nell’organizzazione dello sciopero. Il presidente dell’ente montano Bruno Tassone dal canto suo si è augurato che ciascun comune montano faccia un consiglio comunale straordinario per discutere su questo problema. Il sindaco di Serra Bruno Rosi ha sottolineato come sul tema dell’ospedale e delle richieste alla Regione «bisogna stare con i piedi per terra e capire cosa e come possiamo ottenere, non si tratta di andare contro nessuno. Non esiste la volontà di chiudere l’ospedale – ha detto Rosi – ma bisogna essere realisti, come amministrazione comunale lotteremo fino alla fine per il presidio ospedaliero serrese. Chiederemo – ha fatto sapere - un pronto soccorso adeguato, stiamo lavorando all’adeguamento della pista dell’elisoccorso affinché sia operativa di giorno e di notte mettendo fondi del bilancio comunale perché sia attiva da subito». Rosi ha anche avvisato la sala che si farà promotore di una riunione con i sindaci del distretto sanitario «per stilare delle proposte concrete da portare avanti ed avanzare delle richieste».

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mini comitatoDi seguito la nota stampa del Comitato civico Pro-Serre:

Lo scorso 22 febbraio, nella Sala Consiliare della Comunità Montana delle Serre Calabre, il Comitato Civico Pro Serre ha incontrato i segretari e rappresentanti dei partiti e dei movimenti politici attivi a Serra San Bruno per esortarli ad esprimere una posizione netta e precisa sulla questione sanità e sul pesante ridimensionamento del P.O. San Bruno. All’incontro hanno partecipato tutti i rappresentanti politici convocati a cui è stata proposta la piattaforma di base secondo cui il prossimo 24 marzo sarà proclamato lo sciopero generale. Di seguito, in sintesi, gli interventi di ogni singolo segretario e le eventuali adesioni: 

Valeria Giancotti (Mpa) ha dichiarato che “è fondamentale basare lo sciopero su una richiesta precisa da indirizzare al Commissario ad Acta Scopelliti, per tanto non si può che individuare nel referente locale del PdL, Nazzareno Salerno, la reale controparte. Ad ogni modo l’Mpa aderirà attivamente allo sciopero.”

Da Michele Grenci (Al lavoro per il Cambiamento) è arrivata la disponibilità “ad aderire allo sciopero indetto dal Comitato, e di conseguenza ad esortare i nostri attivisti alla partecipazione. Siamo consapevoli che non basta semplicemente organizzare un corteo, ma piuttosto c’è l’esigenza di iniziative più incise”.

La posizione del PRC (Alessandro De Padova), individua “nel PDL l’avversario politico, nello specifico il commissario Scopelliti ed il Presidente della Commissione Sanità Salerno, verso cui indirizzare la protesta.”

Antonio Andreacchi (UDC) ha spiegato che “in questo momento è fondamentale l’unità per la salvezza dell’ospedale, ma non può che essere Scopelliti l’interlocutore del Comitato e della mobilitazione cittadina, nonostante il nostro partito sia parte determinante della maggioranza regionale. Di conseguenza non possiamo che partecipare attivamente all’iniziativa del Comitato a salvaguardia dell’ospedale”.

Paolo Reitano (PD) ha chiarito che “il Partito Democratico appoggia la piattaforma promossa dal Comitato, come d’altronde già ribadito in altri incontri pubblici, coinvolgendo il maggior numero di attivisti. Scopelliti come Salerno sono interlocutori diretti della protesta, perché non si ha notizia precisa di quale sia il loro concreto operato ed impegno per il San Bruno”.

Per Antonio Gambino (PDL) invece “i veri referenti della protesta dovrebbero essere i Commissari attualmente a capo dell’ASP provinciale. Non condivido la piattaforma del Comitato e di conseguenza il mio partito non può scendere in piazza contro il Commissario ad Acta Scopelliti. Inoltre abbiamo fede nella bontà del piano di rientro”.

Il Comitato accoglie con soddisfazione l’adesione di quasi tutte le forze politiche presenti sul territorio alla piattaforma di rivendicazioni* per l’ospedale “San Bruno”. Nella consapevolezza che il risveglio del territorio, dal basso, sia l’unica via per reagire alle politiche di emarginazione e impoverimento prodotte negli anni ai danni delle Serre, il Comitato prosegue il confronto con le realtà associative presenti nella zona, con le quali si stanno promuovendo incontri quotidiani in vista della mobilitazione generale del 24 marzo.


*PIATTAFORMA PROGRAMMATICA PER LA MOBILITAZIONE GENERALE IN DIFESA DELL’OSPEDALE

 

- L’ospedale “San Bruno” è stato fortemente ridimensionato fino ad essere svuotato di ogni funzionalità.  Nel 2007 è stato chiuso il reparto di Ginecologia-Ostetricia, il che ha creato gravi disagi alle donne delle Serre costrette ad andare a partorire in strutture molto distanti da casa, per di più con collegamenti stradali da terzo mondo. Nel 2011 sono stati chiusi i reparti di Cardiologia e Chirurgia, ridimensionati molti servizi tra cui Radiologia, laboratorio analisi e riabilitazione, lasciando il territorio scoperto con solo 20 posti letto di medicina. Il pronto soccorso, inoltre, continua ad avere gravi carenze di mezzi e personale che rendono inadeguato e inaffidabile il sistema delle emergenze. La struttura ha in dotazione una sola ambulanza, fatto grave che mette a rischio la salute di migliaia di persone. Il Comitato chiede che il “San Bruno”, classificato come ospedale di montagna nel piano di rientro dai disavanzi del settore sanitario, venga riconosciuto come ospedale generale e venga dotato di una seconda ambulanza, affinché si garantiscano i livelli essenziali di assistenza sul territorio. Per questo il Comitato chiede la modifica dei decreti 18/2010 e 106/2011 del commissario ad acta (il presidente della Regione Calabria) che hanno inferto un colpo durissimo all’ospedale e quindi al diritto alla salute di decine di migliaia di cittadini.

Il Comitato si rivolge, con la piattaforma programmatica appena descritta, ai partiti politici presenti sul territorio delle Serre, sottoponendo tale documento ai locali segretari di circolo. Ai partiti il Comitato chiede di esprimersi sul futuro dell’ospedale di Serra, sulle rivendicazioni appena elencate, sulla volontà di partecipare attivamente con i propri militanti alla mobilitazione generale del 24 marzo. 
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mini ilgiornochenonceDi seguito l'appello del comitato promotore della manifestazione antimafia "Un giorno che non c'è", che si svolgerà mercoledì 29 febbraio a Lamezia Terme.

 

In Calabria la ’ndrangheta la senti, la tocchi, l'odori, ti passa davanti ogni giorno, al bar, al supermercato, nelle buche delle strade, nei saluti rispettosi...Qui la 'ndrangheta non ha bisogno di teoremi per farsi spiegare. C'è. Lamezia Terme soffre del fenomeno dell’illegalità diffusa.

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mini comitato_acquaSERRA SAN BRUNO – Il comitato cittadino per l’acqua pubblica, un movimento nato dal basso e confluito nel comitato civico Pro-Serre, non indietreggia di un centimetro sulla lotta per la pubblicizzazione dei servizi idrici. Per fare il punto della situazione e rilanciare la battaglia dei comitati civici in difesa del territorio gli attivisti locali hanno convocato un incontro con i giornalisti tenutosi ieri nella nuova sala dell'associazione culturale Il Brigante. I componenti del comitato hanno sottolineato come la situazione dell’acqua pubblica, dopo i referendum del 12 e 13 giugno 2011, non soltanto non è mutata ma addirittura peggiorata e la scelta del popolo italiano sembra essere stata disattesa. Gli attivisti locali hanno sottolineato, in particolare, come le scelte dell'amministrazione comunale sull'acqua siano "inaccettabili dal punto di vista politico e morale, perchè contrarie agli interessi dei cittadini, che non vengono tutelati sia per i danni alla salute pubblica e sia per l'acqua pagata come potabile quando non lo è, e favorevoli invece a Sorical che fa profitti sulla nostra acqua". Ha introdotto l'incontro Sergio Pelaia, che ha ricordato la situazione di dipendenza dal "sistema Alaco" creato da Sorical e Veolia, e ha stigmatizzato il mancato distacco, promesso in campagna elettorale dal sindaco Bruno Rosi che "ha svenduto gli interessi del territorio a Sorical". Il riferimento è alla convenzione con la quale a fronte di un debito di circa 300 mila euro, il Comune di Serra, per ottenere uno sconto di 30 mila euro, ha rinunciato alle cause legali con le quali aveva chiesto i danni all’immagine alla Sorical, rea di non aver fornito acqua potabile per lunghi periodi. Per Sergio Gambino "l’acqua che arriva nei rubinetti è avvelenata e una parte delle istituzioni probabilmente sta facendo delle indagini serie, nella speranza che molte cose vengano alla luce. Nella memoria di tanta gente del posto quel luogo è sempre stato una discarica abusiva dove si riversava di tutto". Secondo il presidente del comitato civico Pro-Serre, Salvatore Albanese, "quello che arriva nelle nostre case non è acqua ma un liquido giallo e maleodorante, si tratta di fanghi malamente smaltiti. La questione Alaco è poco chiara, fin dalla fase in cui il bacino è stato riempito senza essere adeguatamente bonificato, già per questo è una minaccia per la salute di quasi 400.000 utenti". Secondo Gianni Di Leo, del coordinamento regionale acqua pubblica 'Bruno Arcuri' "siamo vicini agli amici di Serra che hanno formato uno dei comitati più attivi sul territorio. Sulla questione acqua in Calabria manca totalmente il controllo da parte dei cittadini, che non hanno la possibilità di sentire una controparte rispetto a Sorical. Non c’è gestione democratica di un bene che è della comunità. Le tariffe sono illegittime, perché determinate con atti regionali: 3 sentenze della Corte costituzionale hanno sancito che competenza per le tariffe è solo del Cipe nazionale. Lo denunciamo da anni. Ieri resa pubblica la relazione della Corte dei Conti regionale, sull’acqua stesse nostre conclusioni. Ci vuole una gestione  partecipata: i cittadini devono poter avere contezza delle verifiche sull’acqua. I sindaci devono chiedere chiarezza sulle bollette pagate e non dovute". Dello stesso avviso anche Alfonso Senatore: "E' necessario - ha detto - rafforzare il senso di comunità attraverso la salvaguardia dei beni comuni. Siamo riusciti a creare e rafforzare delle reti, è cresciuta la partecipazione dei cittadini, che se le cose non vanno bene hanno il diritto-dovere di controllare, anche perché il controllo della politica è sempre deficitario in Calabria. Serra è un’esasperazione della situazione calabrese. Su Alaco sono state denunciate cose gravi. Qui non è più solo questione di affari economici, ma è in gioco la salute dei cittadini".

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mini foto_manifest._b._schiafoneRiceviamo e pubblichiamo:

Dopo tante voci ufficiose, si va ormai delineando il futuro del Nosocomio di Serra San Bruno. La dura battaglia di questi mesi potrebbe aver scongiurato la chiusura totale della struttura. Un merito che va riconosciuto a quanti si stanno battendo, sin da subito, con numerose iniziative e anche manifestazioni plateali, condotte senza cedere a qualunquistiche tentazioni individualistiche e monocolore, ma sforzandosi di tenere al centro l’interesse della nostra comunità e della sanità del comprensorio. Sta di fatto, però, che la decisione sul futuro dell’Ospedale spetta sempre a Scopelliti, il quale è riuscito ad emarginare il nostro “San Bruno” riducendolo ad un piccolo ricovero temporaneo.

Rimarranno solo 20 posti letto di degenza medicina. L’ospedale di Serra San Bruno  rimarrà forse fisicamente aperto perché, evidentemente, Scopelliti non ha potuto fare a meno di cedere alle ragioni e alle forti motivazioni di quanti si sono dichiarati contrari al suo Piano di Rientro, in primis al Comitato civico pro Serre. Non tutto è perduto, dunque, ma resta il fatto che le scellerate scelte del centro destra al Governo della Regione Calabria, su cui il PDL  e i suoi alleati non hanno mai avvertito la necessità di esprimersi, se non attraverso artificiosi comunicati attaccando l’operato del Comitato civico pro Serre a danno dell’ospedale stesso, hanno portato ad una forte diminuzione della qualità del servizio sanitario locale, privandolo della piena efficienza di una struttura, che grazie agli sforzi degli ultimi anni, stava conoscendo una nuova era, basti pensare che al primo e al secondo  piano ci sono anche delle nuove sale operatorie. Due per l’esattezza. Tutte inutilizzabili perché a meno di quattro anni dalla loro inaugurazione si è constatato che non servivano più! Che importa se la gente non può essere operata qui ed è costretta a scappare  verso le regioni vicine pure per un appendicite, perché l’ospedale di Vibo Valentia non riesce a sfoltire le numerose richieste dell’utenza. Che importa se non ci sono posti letto per soddisfare nemmeno le esigenze di un comprensorio geograficamente penalizzato.

La riconversione che è stata annunciata da circa un anno e che a breve dovrà essere posta in essere, il noto decreto 18 di Scopelliti, comporterà riguardo al “San Bruno” un risparmio di spesa che sarà una  goccia nel mare degli sprechi della spesa pubblica. Per queste ragioni va ribadito il diritto e il dovere di tutti i serresi di lottare per il  mantenimento del nostro ospedale, un ospedale che sia funzionale alle esigenze del territorio e che non sia solo un ambulatorio per lo smistamento dei malati. Per salvare la vita delle popolazioni del comprensorio Serra ha bisogno di un ospedale generale (come Tropea e Soverato), di una seconda ambulanza in pianta stabile, di un reparto di chirurgia h 24 e di un pronto soccorso funzionale che possa servire a salvare la vita delle persone. Per queste rivendicazioni il Comitato Pro-Serre continua a lottare dal basso e con la gente e per questo si sta preparando un grande sciopero generale a cui dovrà sentirsi chiamato a partecipare chiunque abbia a cuore la sopravvivenza del nostro territorio.

Bruno Schiafone (Comitato Pro-Serre)

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mini logo-coordinamento-acquaAssegnata al Forum Italiano dei Movimenti per l'acqua la menzione speciale del premio “Personaggio Ambiente 2011”. Di seguito la nota del Forum.

Il Comitato Tecnico del premio Personaggio Ambiente 2011 ha assegnato oggi una menzione speciale al Forum Italiano dei Movimenti per l'acqua “per la spinta che ha portato allo straordinario successoper il referendum sull’acqua pubblica svoltosi a giugno”.
Ringraziando il Comitato Tecnico per il riconoscimento, il Forum Italiano dei movimenti per l'acqua dedica il premio a tre compagni di strada scomparsi durante la campagna referendaria: GiuseppeD'Emidio del Comitato Ambiente Amiata; Bruno Arcuri e Ciccio Svelo del Coordinamento Calabrese Acqua Pubblica.
Nonostante la straordinaria vittoria di giugno è in corso un vero e proprio disconoscimento del voto referendario ignorato da gran parte dei mass media. Per questo il Forum Italiano dei Movimentiper l'Acqua sta lanciando,in tutta Italia, la campagna di obbedienza civile per il rispetto del votoreferendario. Potremo esultare veramente solo quando i referendum avranno trovato piena attuazione equando il servizio idrico sarà davvero pubblico e partecipato.
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mini comitato-commerciantiSERRA SAN BRUNO – La lotta a difesa dell’ospedale “San Bruno” non si ferma. All’assemblea convocata dal Comitato civico Pro-serre per la dichiarazione dello stato di agitazione e la successiva proclamazione dello sciopero generale, ieri sera a palazzo Chimirri, c’erano cittadini, commercianti, esercenti e imprenditori, ma soprattutto le sigle sindacali che unanimi hanno accolto la proposta del Comitato. Dunque, sì allo sciopero generale per protestare contro la chiusura del nosocomio serrese che a fine marzo non avrà i numeri per essere mantenuto. Ad aprire gli interventi il presidente del comitato Salvatore Albanese, che ha sottolineato come col piano di rientro si è creato “un divario netto tra quello che chiedono i cittadini e le scelte della politica. Se la sanità è malata – ha aggiunto – la colpa è di chi ha amministrato la cosa pubblica negli ultimi decenni.

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