Venerdì, 25 Gennaio 2013 14:53

Scilipoti, un ragazzo di Calabria

 

mini tony-faccetta-nera-1027265_0x410Quando i nostri nipoti studieranno Storia, sui loro libri di testo, subito dopo le guerre mondiali, il fascismo, la Resistenza ed il Sessantotto, troveranno le pagine della seconda repubblica. E scopriranno che nel Parlamento italiano, anche nel 2013, è esistito un tale Domenico (per gli amici Mimmo) Scilipoti, “uomo di rottura” con una spiccata tendenza al trasformismo, maturata negli anni, per una triste questione di poltrone e vitalizi. Tralasciando il parlare sconquassato ed i congiuntivi devastati, i toni pessimi e rivoltanti o l'antipatia che, indipendentemente dalla posizione politica (non ci azzardiamo a parlare di ideologia), suscita un siffatto personaggio retorico e vuoto, intriso di un ultranazionalismo pecoreccio, massone e xenofobo, il punto è: come ha fatto Scilipoti a risultare candidato in Calabria?  Un semi-sconosciuto agopuntore di Barcellona Pozzo di Gotto?

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Mercoledì, 23 Gennaio 2013 17:35

Cavalli di razza e bardotti

mini scilipoti_2Dei tanti parcheggi politici dell’ultim’ora di sicuro la Calabria è quello più abusivo. Come se non bastasse già Rosy Bindi, eletta plebiscitariamente manco fosse nata in Aspromonte nelle scorse primarie democrat, adesso il Piddielle ha calato l’asso di bastoni. Che in gergo locale, da non confondersi, anche se sembrerebbe, con “lato Berlusconi”, significa “metterlo prepotentemente nel lato B”. Scilipoti finalmente ha preso la cittadinanza ultra meridionale. Un vero primato. Roba da porcellum. Porcellum e promesse mantenute. Perché se è vero, com’è vero, che il cosiddetto “responsabile” (o “salva-culi” che dir si voglia) è riuscito nell’impresa di tenere a galla per qualche altro mese il governo ante-Monti, è altrettanto vero che il tornaconto richiesto per tale gesto è stata senza dubbio la riconferma parlamentare. Anzi, Quirinale.

La notizia di Scilipoti l’Africano in Calabria circolava già dalle prime ore del mattino. I big locali, con in testa il governatùr Giuseppe Scopelliti, hanno improvvisamente messo mano ai telefoni per bestemmiare in faccia ad Angelino Alfano, contestando l’inatteso regalo del loro principale. Addirittura, il cosiddetto “responsabile di fine seconda repubblica”, avrebbe dovuto posizionarsi nella prima piazza regionale, davanti a pezzi da 90 come il mammasantissima Tonino Gentile e l’assessoressimo “rrriggitanu” Antonio Caridi. Poi, finalmente, lo scatto d’orgoglio del popolo oppresso. “Eh no – avranno bisbigliato bestemmiando sottovoce gli scalzati pidiellini – a tutto c’è un limite. Scipilo, Scilito, Scilicomecazzosi chiama no. Almeno si fosse portato la Tommasi, giustu u ndi facimu l’occhji”. Breve riunione del coordinamento, presa di coraggio e via. “Governatùr pensaci tu”. Ed ecco la magia. Alle ore 20 in punto il buon Mimmo viene piazzato in sesta posizione. Utile ancora certo, perché in Calabria, evidentemente, gli Scopelliti and friends hanno certezza scientifica dei loro consensi.

Storie quotidiane di sottomissioni meridionali. Succede così da 150 anni. E pensare che Scopelliti ce l’aveva messa tutta per ridare un filo di dignità e moralità al partito, regalandosi appena qualche giorno fa una Scopelliti buona che, per l’appunto e a dispetto del cognome, non è neanche lontanamente parente. Rosanna, figlia del giudice Antonino Scopelliti ammazzato dalla ‘ndrangheta su ordine di Cosa Nostra nel 1991, è ad honoris cause nelle liste per la Camera al secondo posto. Praticamente con due piedi in Parlamento. Lei, da ingenua inesperta qual è, ha dichiarato felicemente di “voler dare voce alla parte onesta della Calabria ad oggi poco considerata”. E aggiunge, disconoscendo totalmente la sua blindata elezione, “qualora lo vorranno”. Intanto, per far capire al mondo intero la sua posizione in merito al conflitto di interessi, la Scopelliti buona si licenzia subito dal coordinamento del movimento antimafia “E adesso ammazzateci tutti”.

Ma ritornando all’uomo per tutte le stagioni, ovvero Mimmo “ ‘o responsabile ”, capace in un attimo di offuscare la verginità ritrovata del Pdl calabrese, è davvero troppo facile intuire come lo stesso sia il vero scheletro negli armadi della nascitura Terza Repubblica. Persino più di Dorina Bianchi nota esponente del “PddL” (Partito democratico della Libertà) e nata politicamente per caso nel 2001 all’interno di una lista civetta chiamata niente meno che “Abolizione Scorporo”. Un centro-destra, insomma, che – malgrado alcuni lo pensassero incapace di stupire gli italiani – ha nuovamente stupito il bel Paese, piazzando sul mercato elettorale alcuni personaggi. Più simili a dei bardotti che a dei cavalli di razza.

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Sabato, 19 Gennaio 2013 10:04

Valeria Giancotti si dimette dall' Mpa

 
 

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L' ex governatore siciliano Raffaele Lombardo sceglie di stare nel centrodestra come aveva già fatto nel 2008, portando così ad una completa frattura tra l'Mpa e Autonomia e diritti, in quanto le linee programmatiche scelte da Lombardo si discostano dalle ideologie politiche che questa federazione si era prefissata di difendere e portare avanti. Questo l'incipit Dell' intervento di Valeria Giancotti, referente locale di Autonomia e diritti. Dopo l' accordo tra l' Mpa e PDl anche lei, così come Agazio Loiero, ha deciso di lasciare la carica di delegata nazionale del partito di coordinatore cittadino dello stesso in quanto 'in totale disaccordo con le scelte che l' ex governatore siciliano attua allendosi con il centro destra'. Dimissioni, quindi ,per la giovane serrese che non risparmia frecciate a quella che fino a ieri era stata la sua 'casa' politica. In particolare Lombardo che "disconosce i valori di un partito che difendeva la gente, che ripartiva dai piccoli territori per far sentire la voce unanime dei ceti più deboli, e che adesso garantisce una gerarchia di potere, rinnegando un progetto politico che sin dall' inizio si era cercato di portare avanti. Il direttivo di Serra San Bruno rimane in piedi sempre 'più forte, militando insieme ad Autonomia e Diritti dei territori, cercando di riportare quel credo politico che ogni giorno si cerca di cancellare con le riconoscenze personali che si tentano di ricevere. Siamo dalla parte della gente, con umiltà e non sposeremo mai un progetto politico che possa affascinare la classe dirigente più ricca ma rimaniamo a fianco alle debolezze della gente, per cui noi di Autonomia e Diritti restiamo ancorati ai valori di centro sinistra'.

 

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mini stillitani
Francescantonio Stillitani sbatte la porta e se ne va. Dopo l’esclusione dalle liste per il Senato e soprattutto per la Camera dei Deputati, l’Assessore regionale al Lavoro, Formazione Professionale e Politiche Sociali, in una nota stampa diffusa nel pomeriggio rende pubblica la sua decisione di abbandonare il partito di Casini e soprattutto, di rimettere l’incarico rivestito ormai da due anni in seno alla Giunta regionale. “Non me la sento di continuare a militare nell’Udc e perciò lascio il partito, non condividendone più la logica gestionale che ritengo oggettivamente ingiusta” spiega Stillitani precisando di non voler aderire al momento a nessun altro progetto politico. Non si tratterebbe quindi di un esodo in un altro partito in previsione di una potenziale candidatura per le imminenti politiche, anche perché ormai la maggior parte degli schieramenti hanno quasi tutti reso ufficiali i nomi dei rispettivi candidati pronti a contendersi una poltrona all’ombra del Parlamento.
Stillitani inoltre “consapevole di essere stato eletto Assessore in quota Udc”, ritiene giusto rimettere “a disposizione del Presidente Scopelliti l’incarico assegnatogli”. Lo stesso Stillitani, in chiusura della nota stampa diffusa oggi, non ha mancato di ringraziare proprio Scopelliti per la fiducia fino ad ora accordatagli. 
I malumori per il politico vibonese emergono quindi in seguito alle recenti scelte operate dall’Udc regionale in accordo con i vertici nazionali, che gli avevano preferito Michele Trematerra (secondo dopo Casini nel listone “Scelta Civica” guidato da Mario Monti per il Senato) e Katia Stancato (economista ed imprenditrice cosentina). Mentre alla Camera sotto il simbolo Udc, i posti eleggibili sono stati assegnati al capolista Lorenzo Cesa ed, in ordine, Roberto Occhiuto (deputato uscente) e Franco Talarico. Oltre a Stillitani, che avrebbe quindi rifiutato la quarta posizione, rimangono quindi fuori dai giochi per sopraggiunti limiti d’età gli uscenti Mario Tassone e Ida D’Ippolito.
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Giovedì, 10 Gennaio 2013 18:49

Politiche 2013, è rissa nell'Udc calabrese

mini francescantonio-stillitaniNon c’è nulla di più sporco della “politica-mercato” che accende la vigilia di ogni elezione. E mentre i cittadini si aggrovigliano nel legittimo tentativo di capire a chi dare o non dare il consenso, illudendosi di poter consultare programmi e progetti, le idee latitano e la corsia preferenziale che porta a Roma è dominata, principalmente, da conflitti e strategie d’assalto.

 

L’importante per tutti non è spiegare che cosa faranno o vorranno fare una volta eletti, l’importante è esserci. Al bando programmi elettorali e proposte innovative, basta che si mangi.

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mini CensoreBrunoAlla fine, dopo una lunga trattativa notturna, il cerchio si è chiuso. Le liste che il Pd presenterà in Calabria alle ormai imminenti elezioni politiche sono state in larga parte definite dopo un incontro "romano" tra il commissario del Pd calabrese Alfredo D'Attorre e i componenti del comitato elettorale. Era già noto che a guidare la lista per la camera sarebbe stata Rosy Bindi; dietro di lei D'Attorre, partito come arbitro delle intricate questioni interne al partito calabrese e ritrovatosi prima candidato alle primarie ed ora in lista in pole position. Al terzo posto Enza Bruno Bossio,vincitrice delle primarie cosentine. Quarto posto per Nico Stumpo, il "ragazzo di Calabria" che da tempo siede alla destra di Bersani

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mini monti_scelta_civicaForse i Maya avevano ragione. La fine del mondo c’è stata. Peccato che molti, forse tutti, non se ne siano accorti. Ma ciò che ne rimane, soprattutto in Italia, sono solo macerie.

Mario Monti: portato in processione da banche, Vaticano, democristiani e fascisti pentiti, “SuperMario” svela gli altarini e presenta ufficialmente la sua “Scelta Civica”. Ed il tecnico milionario si trasforma in politico milionario. L’uomo dei tagli, spacciato da Fini e Casini come l’uomo della provvidenza, per mesi e mesi ce l’ha messa davvero tutta a tenere vivo il teatrino dei partiti e a non cambiare la legge elettorale. Ora lui stesso si trasforma in un partito e partecipa alle elezioni con quella stessa legge elettorale. Che porcellum sia.

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Giovedì, 27 Dicembre 2012 13:19

Rosy per sempre

mini Rosy-BindiC’è un nome “nuovo” per le speranze della martoriata Calabria. Anzi un nome grosso. Nientepopodimeno che il presidente dell’assemblea nazionale del Pd in persona. Adesso è ufficiale: Rosy Bindi concorrerà a Reggio alle primarie del prossimo 29 dicembre. E’ stato Alfredo D'Attorre, commissario regionale del partito, a renderne nota la candidatura: “Il suo impegno rafforzerà il lavoro di ricostruzione del meridione che il Pd calabrese sta portando avanti”. Per inciso la Bindi è nata in provincia di Siena, ed ha trascorso tutti i suoi 61anni dividendosi fra la stessa Toscana, il Veneto (dove è stata coordinatrice regionale del Ppi) e Roma (ministro e deputato per 17anni). Quindi non proprio nel meridione e soprattutto non proprio in Calabria. Allora non si capisce come possa la Bindi rappresentare al meglio la nostra regione.

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mini primarie_pd_DWN_DWN
È quasi mezzanotte. Si spengono le luci. Ma non tutte. C’è un sottile barlume che resta accesso. Un filo diretto da Lamezia a Roma, fra le stanze del Pd. Dalla Calabria ai vertici del partito nazionale, dove la riunione per decidere i partecipanti alla primarie parlamentari di fine dicembre, finisce tardi. Quasi mezzanotte. Ma ecco i nomi: Bruno Censore, Mario Maiolo, Demetrio Battaglia ed Ernesto Magorno. Solo 4 delle 7 richieste di deroga sono state accettate. E non mancano le sorprese. Tra i bocciati spiccano infatti nomi eccellenti del calibro di Sandro Principe (capogruppo Pd alla Regione), di Antonio Amato e Pietro Scalzo (entrambi consiglieri regionali). 
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mini 17400-pd_manifestazione2Pochi giorni fa il monito di Bersani era arrivato minaccioso come una nuvola pronta alla tempesta nel già agitato cielo di dicembre: “Non sono candidabili alle primarie del Pd per Senato e Camera, i parlamentari europei, i sindaci dei Comuni con più di 5mila abitanti, i Presidenti di Provincia e di Regione, gli assessori e i consiglieri regionali in carica, salvo deroghe motivate”. Quindi, secondo quanto stabilito dalla consulta nazionale del Partito Democratico in previsione delle primarie del 29-30 dicembre utili alla nomina dei candidati in Parlamento, rimangono fuori anche in Calabria diversi pezzi da novanta che già rivestono cariche politiche di rilievo.

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